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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.11.2012 La rinascita neofascista contro ebrei e Israele
analisi di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 novembre 2012
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «La rinascita neofascista contro ebrei e Israele»

La rinascita neofascista contro ebrei e Israele
di Vitaliano Bacchi 


Vitaliano Bacchi

Ormai è un fatto, purtroppo : la rinascita neofascista e antisemita spopola e si manifesta con cortei, manifestazioni e proclami di lotta. Il fascino lugubre di questa ideologia non si è mai estinto nemmeno dopo le rivelazioni della Shoah; la stampa nera vituperò la conquista sionista di uno stato fin dall'atto della fondazione di Israele ed auspicò con uno dei suoi giornali più accesi (il periodico romano L'orologio) una “nuova soluzione della questione ebraica” stavolta non col genocidio ma con l'auspicata e sperata vittoria militare della coalizione araba che cinque volte ha tentato di annientarlo. 

Indici di questa rinascita neonazista sono all'ordine del giorno: assalto a soggetti comunque ricollegati all'ebraismo con spranghe e travisamento da cappuccio tipo KKK, effrazioni alle sedi delle comunità religiose ed  sinagoghe, cimiteri e altre forme di violenza da stadio, il milieu indubbiamente più congruo al loro livello intellettuale.

Li appoggia indirettamente la continua polemica antisionista che bolla la difesa israeliana del territorio come aggressione militare e che proviene, oltre che dal nemico storico fascista, da quella cultura radical-chic & soft della sinistra italiana che con la sua politica terzomondista da vernissage all'aperto tenta di ridarsi una identità buona per tutti i palati o comunque di far dimenticare il contributo che il bolscevismo e la fase sovietica diedero alla vergogna dell'antisemitismo; fra i “palati esigenti” in questo senso, la sinistra appaga anche quello della Chiesa romana che di omelie antisioniste a basso costo è depositaria storica, mater et magistra. 

La rifondazione neofascista non è un fenomeno di costume, è un fenomeno politico pericoloso e attuale ed evolve sempre in senso terroristico: non è una regolarità ciclica di tipo economico o scientifico, è una legge sociale.

Fondamento costante del fascismo in tutte le sue varianti storiche sia politiche che golpiste e militari è la violenza contro ogni forma di avversario antifascista, come aggressione di impatto sociale e agente storico di mutamento politico ed in questo ambito la funzione eversiva del terrorismo resta il mezzo di coazione privilegiato al cambiamento ed al ricorso a soluzioni autoritarie per sostituire ad un ordine vecchio un “ordine nuovo” come infatti si denominò il più pericoloso tentativo organizzativo in questo senso degli anni delle stragi fasciste. 

L'analisi sociale di questa ricostituzione fascista, per non essere blaterante e retorica come quella della sinistra officiata da imperi editoriali che sul punto sono inibiti a dirla giusta dalla solidarietà antisionista che devono comunque assicurare al loro pubblico, è duplice: capire le cause e proporre rimedi. 

Salvo il diritto antifascista, e quindi costituzionale, delle vittime di queste aggressioni a rispondere in legittima difesa e stato di necessità per respingere la violenza con risposta adeguata, ed in questo senso abbiamo già scritto che  il modello che proponiamo è Rambo, l'esemplare più simile all'idea di “uomo nuovo” che Israele ha dato al mondo, il rimedio istituzionale resta giudiziario e cioè il ricorso al magistrato inquirente, che è costituzionalmente il titolare dell'azione penale e quindi ufficio esclusivo di istruzione della risposta punitiva a queste violenze. 

Su questo fronte, il modello della risposta giudiziaria è già stato indicato da soluzioni procedurali rigorose intelligenti ed efficaci: la Procura della Repubblica di Aosta ha escluso qualsiasi legittimazione tutelare al fascismo in ogni sua manifestazione, in quanto radicalmente e invariabilmente vietato come eslege e criminale dal diritto costituzionale, con commenti sdegnati del quotidiano “Libero” che ha tentato una invocazione dell'art. 3 della costituzione sulla eguaglianza davanti alla legge  incommentabile in senso giuridico e vergognosa in senso ideologico. 

Se questo è il rimedio, l'analisi delle cause è convergente: la bassa origine sociale, vocata comunque al crimine e l'aspirazione di questo proletariato violento ad emanciparsi da una condizione sociale inaccettata è il milieu urbano in cui matura la risoluzione ideologica alla violenza fascista, ma lo sfruttamento di questo ritardo culturale proletario è ancora oggi nella nuova versione neofascista, come sempre lo è stato, opera dottrinaria e corruttrice di una borghesia professionale e dirigenziale, bene inserita nella pubblica amministrazione e nei gangli dell'apparato, in quanto troppo ignorante e sfaticata per operare in senso capitalistico ed imprenditoriale, modello che anzi denigra più della stessa sinistra marxista. Una borghesia mai rinunciante alla velleità sociale di  potenza e prestigio di classe acquisito per via politica e non certo imprenditoriale non avendone le capacità intellettuali e morali. 

Chi conosce le istruttorie giudiziarie dei processi della strategia della tensione e delle stragi neofasciste, sa che furono acquisite prove di questo rapporto sporco vigliacco e collusivo fra ragazzi di strada per mettere la bomba e luridi personaggi che fecero del disordine sociale derivatone la causa politica per invocare la svolta autoritaria e fascista.

Non sono scomparsi, questi balordi in doppiopetto membri di una borghesia ignorante e socialmente  impresentabile, responsabile di tutti i disastri della finanza e della politica italiana, ma per loro la facilità del compito è scaduta. 

Il fonte sionista e antifascista italiano che li controlla e li ha catalogati in banca dati,

col criterio di compostaggio con cui si cataloga e seleziona la spazzatura (trash borghese, trash da stadio, trash da campo hobbit ecc.) li ha studiati e ne ha intelligenza, perchè è l'odio del giusto il vero motore rivoluzionario dell'intelligenza, ed è quindi oggi in grado sia di sostenere il lavoro giudiziario di indagine ed istruzione, sia si identificarli e inibirli in altro senso, sempre secondo legge, perchè di violare la legge per esistere hanno necessità loro, non il fronte sionista che li ha in anagrafe.

Vanterie del solito giurista antifascista?

Per rispondere faremo un esempio, che dovrebbe spiegare il livello di competenza che abbiamo acquisito su questo pattume.

Il 17 novembre, e cioè qualche giorno fa, data che si fa a meno di spiegare che cosa ricordi, la porta della sede della comunità ebraica di Parma è stata imbratta e vilipesa da mano ignota. Ignota?

Il sette giugno 1969 si celebrò in Pretura a Parma un processo per un fatto analogo, contro la stessa porta, lordata da scritte che auspicavano la distruzione di Israele da parte dell'aggressore arabo nella guerra del 1967.

L'imputato venne assolto, ma le sentenze interessano i giornali non i sistemi intelligenti, cioè i codici di acquisizione della informazione che risolve l'incognita giudiziaria; per questi basta un atto, un frammento o una risposta. O un volto. O uno sguardo.

La matematica delle reti, teoria recente e utile in ambito giudiziario, consente oggi di stabilire una equazione fra classi o forme ricorsive di questi due eventi remoti nel tempo e quindi di selezionare il grafo di hub della ricerca giudiziaria, che potrebbe risolvere l'incognita senza grandi indagini.

Se i membri della offesa comunità di Parma leggono questo articolo sanno cosa fare.
Se lo leggeranno i magistrati inquirenti, invece, potranno anche annoiarsi.
Il testo lo conoscono già.
E anche la teoria che lo informa.
Lo hanno sulla scrivania da vari anni.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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