Lo so che ci sono equilibrismi a non finire, ma se teniamo conto che il Tg2 si era ridotto quasi alla stregua di Giorgino et similia- Accontentiamoci, per il momento…
Tg2 h. 20,30 - Trascrizione letterale del servizio di Angelo FIGORILLI citato nella mia mail inviata in prima serata. “Lancio” di Roberto Martinelli (in coda al servizio di Claudio Pagliara):
“Quando si parla di israeliani e palestinesi il termine tregua va sempre pronunciato con cautela; vediamo perché con Angelo Figorilli”
Servizio di FIGORILLI:
“Difficile anche solo contare le tante volte che un cessate il fuoco ha interrotto i giorni, le settimane, i mesi di guerra che da più di 60 anni ormai contrappongono tragicamente questi due popoli che vogliono vivere sulla stessa terra, stesa fra il mar Mediterraneo e il fiume Giordano. Fragili tregue - mai aggettivo fu più appropriato - che cominciarono nell’estate del ’48, proclamate dall’Onu nel tentativo di fermare all’origine il conflitto. E pensare che proprio a quell’epoca le Nazioni Unite avevano stabilito con una risoluzione, la n.181, di dividere quella terra, allora sotto Mandato britannico, in due Stati, uno arabo e uno ebraico. Ma proprio quell’idea dei due Stati provocò la scintilla della prima guerra. I Paesi arabi NON l’accettarono, Israele si autoproclamò Stato indipendente e da allora non c’è stata mai più vera pace. Sono da elencare, dopo la prima, la guerra con l’Egitto del ’56, la guerra dei Sei giorni nel ’67, la guerra del Kippur nel ’73, poi ancora 30 anni di guerra strisciante, scoppi di violenza e tregue, piani di pace che hanno impegnato le superpotenze mentre di fatto si modificavano fisionomia, confini e termini della questione. Gli insediamenti israeliani a ridosso dei villaggi abitati dai palestinesi, le intifada, ribellioni dei giovani palestinesi contro l’occupazione israeliana, la nascita dei movimenti estremi come Hamas, gli attentati, i razzi sparati su Israele, i bombardamenti in risposta, i morti, periodici come le tregue. E ancora oggi l’idea di due Stati/due popoli - la stessa che l’Onu provò ad avanzare più di 60 anni fa - torna sul tavolo del mondo, l’unica via d’uscita possibile, ma fragile come una tregua.
M.Brambilla