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Corriere della Sera - La Stampa Rassegna Stampa
23.11.2012 Roma, ultrà antisemiti contro tifosi del Tottenham
ma 'La Stampa' omette l'antisemitismo. Perché ?

Testata:Corriere della Sera - La Stampa
Autore: Rinaldo Frignani - Paolo Conti - Francesco Battistini
Titolo: «La curva che esibisce la stella di David - L'allarme della Comunità ebraica: 'La crisi fa crescere il razzismo' - 'Ebrei vi ammazziamo'. Roma, raid ultrà nel pub»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/11/2012, a pag. 10, gli articoli di Rinaldo Frignani e Francesco Battistini titolati " «Ebrei vi ammazziamo». Roma, raid ultrà nel pub " e " La curva che esibisce la stella di David ", a pag. 13, l'articolo di Paolo Conti dal titolo " L'allarme della Comunità ebraica: 'La crisi fa crescere il razzismo' ".


Mario Calabresi

Tutti i quotidiani italiani di questa mattina hanno riportato correttamente la notizia, gli attacchi erano di matrice antisemita. Tutti meno uno, La Stampa.
La parola 'antisemitismo' non compare nè nelle titolazioni, nè nella cronaca di Matteo De Santis.
Persino il quotidiano comunista, pur non enfatizzando nel titolo la pista antisemita, ha specificato chiaramente nella cronaca di Giacomo Russo Spena che di antisemitismo si è trattato.

Invitiamo i lettori di IC a protestare con Mario Calabresi, direttore della Stampa, per l'omissione  nelle pagine dedicate all'accaduto e per aver preso sottogamba l'ennesimo episodio di antisemitismo
direttore@lastampa.it

Rinaldo Frignani - " «Ebrei vi ammazziamo». Roma, raid ultrà nel pub "


Il pub Drunken Ship, preso di mira dagli ultrà antisemiti
Lo striscione allo stadio

ROMA — «Animals!». L'urlo del ragazzo con la testa insanguinata adagiato sulla lettiga spezza il silenzio di Campo de' Fiori. Solo i lampeggianti delle ambulanze e delle pattuglie della polizia illuminano d'azzurro i resti del «Drunken Ship». Il pub è distrutto, chiazze di sangue formano un sentiero dell'orrore fino a via dei Cappellari. In mezzo tavoli, porte e vetrate in pezzi. Un po' come la «Movida sicura» con hostess e steward inaugurata poche notti fa. L'assalto razzista al grido «Ebrei di m...!» — come riferito da alcuni testimoni — di una cinquantina di ultrà romanisti e laziali, armati e incappucciati, ha spazzato via mercoledì notte gli ultimi tentativi di far rinascere Campo de' Fiori. Vittime dei teppisti i tifosi inglesi del Tottenham, gli Spurs legati alla comunità ebraica di Londra, in trasferta per seguire la squadra per la partita di Europa League contro la Lazio. Da qui l'ipotesi di un raid antisemita, oltre che di un regolamento di conti per i fatti del 2007 nella capitale britannica, quando a essere aggrediti furono i tifosi giallorossi. Ai quali i cugini laziali hanno dato man forte ieri all'Olimpico scandendo il coro «Juden Tottenham» ed esponendo lo striscione «Palestina libera».
È pesante il bilancio del raid di mercoledì: 11 feriti, sei ricoverati in ospedale. Il più grave è Asmlej Edward Mills, 25 anni: una «zaccagnata» — in romanesco il fendente che i teppisti sferrano ai tifosi ospiti fuori dallo stadio — l'ha raggiunto alla coscia destra spezzandogli l'arteria femorale. L'inglese ha perso due litri di sangue. Feriti anche un californiano, Nicholas Burnett, colpito alla schiena, gli inglesi Lili Gonnissen (20), Christopher Allen (60), Dave Leslie (47) e l'ambulante bengalese Rahman Nabibir (46). Guariranno in due settimane. «Ci hanno aggrediti alle spalle, sembravano bestie. Ci hanno tirato i sassi mentre eravamo seduti ai tavolini», ricordano altri tifosi degli Spurs ora pronti a fuggire da Roma.
Gli inglesi avevano passato tutta la giornata a Campo de' Fiori. «A popular drinking spot», come lo conoscono ormai in tutto il mondo. «Quelli di loro già ubriachi insultavano la Roma», spiega l'avventore di un altro locale. Forse qualcuno ha avvisato i teppisti di ciò che stava accadendo. Il blitz è organizzato per sms e brevi telefonate, ricostruite dalla polizia. Gli ultrà si sono presentati all'1.05 con bastoni, coltelli, spranghe e tirapugni: prima hanno lanciato sassi sui clienti, poi in 20 hanno fatto irruzione nel «Drunken Ship». «Grida disumane, non le scorderò più», ricorda una pensionata che abita sulla piazza. I teppisti sono fuggiti dal pub e alcuni inglesi li hanno inseguiti per via dei Cappellari.
Era una trappola: i complici li hanno accerchiati e colpiti di nuovo. In sei minuti solo al 113 sono arrivate otto telefonate. La polizia ha subito circondato la piazza: 20 persone sono state fermate nelle vicinanze. Francesco Ianari, 27 anni, ultrà romanista e commerciante al mercato di via Sannio (San Giovanni), con un Daspo finito nel 2010, è stato arrestato con Mauro Pinnelli (26), operaio dell'Alberone. Sono accusati di tentato omicidio, lesioni e rissa aggravate, e il primo anche di spaccio di droga (mezzo etto di marijuana). Ianari, in fuga su un autobus, è stato denunciato dall'autista. Aveva le mani sporche di sangue.
«Sono caduto e mi sono fatto male», si è giustificato con gli agenti del commissariato Trevi-Campo Marzio che non gli hanno creduto. All'appello mancano ancora molti autori dell'assalto, comunque ripresi dalla videosorveglianza.

Paolo Conti - " L'allarme della Comunità ebraica: «La crisi fa crescere il razzismo "


Riccardo Pacifici

ROMA — «Tutto questo è allarmante. Non solo per noi ebrei ma per tutti gli italiani». Riccardo Pacifici guida dall'aprile 2008 la Comunità ebraica romana, la più antica della Diaspora. L'indiscussa centralità storica dell'ebraismo romano, nelle ore in cui i giornali britannici titolano in prima pagina sul raid di Campo de' Fiori e la Curva Nord dell'Olimpico intona il coro «Juden Tottenham, juden Tottenham», lo aiuta ad analizzare un quadro pericolosissimo: «Non svelo nulla di nuovo quando dico che, nelle frange più pericolose delle tifoserie romanista e laziale, prospera un'ideologia di estrema destra che è ottimo concime per l'antisemitismo. La faccenda va avanti da anni, e lo sanno bene gli investigatori. Poi c'è il clima generale di tensioni sociali in tutta Europa. Che a sua volta ha generato fenomeni politici come Alba Dorata in Grecia, applaudita da certi esponenti nostrani e romani in doppiopetto, che l'hanno citata come modello da importare in Italia...».
E qui Pacifici scandisce le sillabe: «Rammento che Alba Dorata, in pieno parlamento greco, ha riletto brani dei Protocolli dei savi di Sion.... E non dimentichiamo i 49 deputati ungheresi che si sono presentati in camicia bruna nell'aula parlamentare».
Gli ebrei romani sono amaramente allenati alle ricorrenti ondate di un antisemitismo insieme sempre vecchio e sempre nuovo. Ora c'è il pretesto del calcio. Ma è, appunto, un pretesto. Spiega Pacifici: «Gli inquirenti sanno che esistono, e lavorano indisturbati, centri non solo di indottrinamento ma di reclutamento di ragazzi. C'è un'ideologia di estrema destra e lì appare inevitabilmente l'antisemitismo. Mi sembra sia arrivato il tempo di lavorare sulla prevenzione, e questo tocca alle forze dell'ordine».
Pacifici, pensa che gli ebrei romani e italiani debbano avere paura? «Parlerei di preoccupazione, non di paura. Urgono nervi saldi. Soprattutto è indispensabile evitare di "giocare la partita" secondo le loro regole. Ogni episodio come quello di mercoledì notte si trasforma in un evento mediatico che fatalmente produce nuovi reclutamenti.». Ma la cronaca è cronaca... «Certo. Ma bisogna anche informare su altri aspetti. Per esempio che finalmente la proposta della legge che prevede il reato di negazionismo verrà presto varata grazie a una maggioranza quasi assoluta in commissione parlamentare. Questa è forse la risposta più civile e concreta proprio sul piano mediatico».
Le nuove generazioni di ebrei romani non ragionano diversamente. Tobia Zevi, presidente dell'Associazione di cultura ebraica «Hans Jonas»: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un ammorbidimento, nel dibattito pubblico, di confini invalicabili fino a poco tempo fa. Soprattutto a Roma. Penso a parole, gesti, espressioni di connotazione antisemita, xenofoba e razzista. Materiale usato con disinvoltura, spesso coccolato da taluni esponenti politici. E a Roma in modo particolarmente tollerante. L'estrema destra ha facilità di penetrazione, poiché semplifica rozzamente indicando obiettivi e nemici in un mondo complesso e in realtà di difficilissima decodificazione. Basti pensare a ciò che accade intorno a Casa Pound. Soluzione per me agghiacciante di un disagio giovanile che andrebbe analizzato e mai misconosciuto».
Infine Daniele Massimo Regard, presidente dell'Unione giovani ebrei italiani: «Il nuovo antisemitismo è strettamente legato alla crisi economica, alla difficoltà dei giovani. Anch'io penso in questa chiave al successo di Casa Pound. Il clima è pesante. Noi stessi dell'Ugei abbiamo ricevuto minacce e "avvertimenti" on line». Ma proprio sulla rete l'Ugei ha in qualche modo risposto: «Insieme ad altri ragazzi cattolici e musulmani abbiamo dato vita su Facebook alla pagina "Roma dica no ai raduni fascisti". Non mettiamo in discussione la piena libertà di manifestare. Ma non possiamo permettere che il fascismo, nato in Italia e ispiratore del nazismo, venga trasmesso alle nuove generazioni come se fosse un valore. Questo, no, è inammissibile».

Francesco Battistini - " La curva che esibisce la stella di David "

Tifosi del Tottenham

GERUSALEMME — «Ssss!...». Quando vanno nel campo di gioco, i giocatori del Tottenham sono abituati al più infame dei sibili da campo di concentramento: sono le curve ostili che rifanno il suono del gas.
«Barcellona, Real Madrid / Tottenham a bunch of Yids!», branco d'ebrei, è il coro più sentito. E poi: «Noi abbiamo Fabregas, voi invece paura del gas!» (rima dei rivali dell'Arsenal), «Meglio un pachistano che un ebreo» (video del West Ham, scaricabile su YouTube), «Siete sulla strada di Belsen, Hitler vi gasserà ancora» (invocazione del Chelsea) e immancabile, in ogni stadio, l'irridente canto «Hey, Jew», sulle note dei Beatles... Violenti. Ma a parole: l'antisemitismo hooligan contro la più ebraica delle squadre londinesi s'è sempre limitato, si fa per dire, all'invettiva. Ciò non toglie che nel mondo, gli Spurs, siano il bersaglio preferito dei naziscemi e che proprio in questi giorni, in un tribunale, si stia discutendo se sia un insulto chiamare qualcuno «Yid», nomignolo riservato a chi tifa per i ragazzi di Villas-Boas e spregiativo appioppato a tutti gli ebrei inglesi. La mappa razzista del tifo britannico appaia l'Arsenal a neri e musulmani (un tifoso accanito era Bin Laden), il West Ham ai poveri, il Chelsea a ricconi/gay e il Tottenham agli ebrei: lo stadio della squadra era un tempo il più vicino ai quartieri della comunità ebraica e ha sempre contato su tifosi d'antica discendenza, come il filosofo Ayer, l'attore Jude Law, il cantante Bryan Adams... Orgogliosi della loro identità, gli Spurs ne hanno fatto una bandiera.
Rompendo con altre tifoserie europee, come gli olandesi dell'Ajax o gli ungheresi dell'Mkt, che invece ritengono un errore sventolare l'ebraicità e attizzare il cretinismo. Fuori dallo stadio del Tottenham è la regola trovare i chioschi di bagel, lo snack col buco della tradizione yiddish. E Yid Army, esercito ebraico, è il nome che s'è data la curva del Tottenham. Nel 2002, in piena intifada, nessun Paese al mondo voleva ospitare la nazionale israeliana per le qualifiche agli Europei: la richiesta d'usare il campo neutro arrivò agli Spurs. Ogni trasferta del Tottenham agita le questure: per evitare provocazioni, due anni fa, a Milano si pensò perfino di proibire l'ingresso allo stadio con le bandiere stellate di David. Qualcuno capì in tempo la gaffe: «Vorrete mica considerarle simboli offensivi?».

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