Tregua Israele-Hamas e attentato su un autobus di Tel Aviv.
Continua la disinformazione dei media italiani.
Il TG3 di ieri, edizione delle 19, manda in onda il servizio di Riccardo Chartroux che sembra un portavoce di Hamas. L'attentato al bus completamente sottovalutato ("Per fortuna nessun ferito grave"). Nessun accenno al fatto che Hamas abbia esultato alla notizia dell'attentato. Inquadrati per tutto il tempo i morti palestinesi.
Il MANIFESTO non perde nemmeno oggi l'occasione per disinformare i lettori con due paginate ostili a Israele. Spicca l'intervista di Giuseppe Acconcia a Ilan Pappè, totalmente sbilanciata contro lo Stato ebraico.
Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 22/11/2012, a pag. 17, l'articolo di Alberto Negri dal titolo " La vita frammentata di un popolo disperso ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 2, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Pediatra chiamato in clinica. Accorre e trova il figlio morto " . Pubblichiamo il lancio ADNKRONOS dal titolo " MO: 'Gaza come Auschwitz'. E' polemica su frase choc in pagina FaceBook PD Cagliari ".
Ecco gli articoli, preceduti dai nostri commenti:
Il SOLE 24 ORE - Alberto Negri : " La vita frammentata di un popolo disperso"
Alberto Negri, la propaganda palestinese alla quale si rifà Negri nell'articolo
L'articolo è una sequenza ininterrotta di menzogne e propaganda palestinese.
Si inizia con la ferrovia non disponibile per i palestinesi per arrivare alla fondazione dello Stato di Israele, alla quale Negri si riferisce con il termine palestinese di 'Nakba' (catastrofe).
Negri scrive : " Nel 1948 un milione e 400 mila palestinesi vivevano in 1300 fra città e villaggi: in seguito alla proclamazione dello Stato di Israele più di 800mila furono espulsi verso i paesi arabi confinanti. Secondo i documenti storici, gli israeliani con gli anni hanno assunto il controllo di 774 fra città e villa, distruggendone 531. Le vittime di questo conflitto, dal dopoguerra a oggi, sono oltre 15 mila.". I palestinesi non furono 'espulsi' dal neonato Stato di Israele. Furono convinti a scappare, terrorizzati dalla propaganda dei Paesi arabi limitrofi che dava per certa la loro morte per mano degli ebrei se fossero rimasti nelle loro case. Una volta fondato Israele, gli arabi hanno cercato di cancellarlo, ma hanno perso la guerra, come tutte quelle successive.
Negri scrive di 'Palestina storica'. Non si capisce a che cosa si riferisca. Non esiste una Palestina Storica. Non nei confini individuati da lui (dal Giordano al Mediterraneo). Se l'allusione era al Mandato di Palestina, quello istituito dopo lo sgretolamento dell'impero ottomano, allora Negri dovrebbe includere i territori che oggi fanno parte dello Stato di Giordania, ben al di là del Giordano, dunque. Ciò che fa Negri alludendo alla fantomatica 'Palestina storica' è far credere che, un tempo, esistesse uno Stato palestinese e che Israele l'abbia cancellato dalle carte appropriandosi di porzioni del suo territorio. Una menzogna frutto della peggior propaganda araba.
Non è ben chiaro, in ogni caso, dove voglia andare a parere Negri con il suo articolo. Forse intende che, dato che gli israeliani sono stati così cattivi con i palestinesi da usurpare i loro territori, ora si meritano solo i razzi di Hamas e gli attentati sui bus finchè non arretreranno e non resistuiranno il maltolto. E' questo che intende Negri ?
Se sì, possiamo consigliargli uno stage al quotidiano comunista, là troverà di sicuro compagni di penna inquadrati come lui.
invitiamo il nostri lettori a scrivere al direttore del SOLE24ORE Roberto Napoletano per chiedergli come abbia potuto stampare un pezzo pieno di menzogne come l'articolo che segue di Alberto Negri.
letterealsole@ilsole24ore.com
Ecco il pezzo:
Tra Giordano e Mediterraneo vivono 5,6 milioni di palestinesi, un numero destinato ad aumentare a 7,2 milioni entro il 2020 di Alberto Negri Annunciato da un fischio acuto e prolungato, il treno per Gerusalemme si presenta puntuale a Nablus alle 15 e venti. Fermate previste: Hawwarah, Zatara, Uyun al Haramiya, Attarah e Kalandia, tutti noti checkpoint israeliani. La sala d'attesa è vuota, sui tavoli sono appoggiate le brochure con le destinazioni: Gaza, Giaffa, Haifa, Beersheba. Ma quando gli sportelli si aprono salire è impossibile. Il treno è un'immagine, perfetta ma ingannevole, proiettata su uno schermo montato dall'altra parte del muro della stazione. Si tratta di un'installazione, intitolata "Palestine Connected". Un secolo fa la rete ferroviera ottomana collegava la Palestina a Istanbul, oggi i palestinesi vivono in "enclave" frammentate e isolate, sono un popolo disperso. Lo Stato palestinese, che dovrebbe essere proclamato in due parti distinte e avverse - la Gaza di Hamas e la Cisgiordania dell'Anp-è diventato con il tempo un'immagine virtuale, evocata da documenti diventati carta da macero. Ma le vite dei palestinesi sono una vicenda concreta e lancinante. Non accettarono la spartizione dell'Onu del 1947 e la guerra del 1948- cui seguì la sconfitta del 1967- li trascinò verso la "Nakba",che letteralmente significa catastrofe. I numeri della Nakba del "Palestinian Centrai Bureau of Statistica" sono eloquenti. Nel 1948 un milione e 400 mila palestinesi vivevano in 1300 fra città e villaggi: in seguito alla proclamazione dello Stato di Israele più di 800mila furono espulsi verso i paesi arabi confinanti. Secondo i documenti storici, gli israeliani con gli anni hanno assunto il controllo di 774 fra città e villa, distruggendone 531. Le vittime di questo conflitto, dal dopoguerra a oggi, sono oltre 15 mila. I palestinesi nel mondo sono circa u milioni: dalla Nakba si sono moltiplicati di 8 volte. Nella Palestina storica (tra il fiume Giordano e il Mediterraneo) vivono in 5,6 milioni, un numero destinato ad aumentare, con l'attuale crescita demografica, fino a7,2milioni entro il 2020: tra israeliani e palestinesi è in corso una battaglia delle culle, oltre che perla terra. Questo è un popolo di profughi che circola con documenti speciali e a seconda degli stati dove si trova può lavorare, studiare, integrarsi o altrimenti sopravvivere ai margini della società che li ospita. I rifugiati costituiscono il 44% della popolazione nei Territori. I dati dell'Unrwa (l'agenzia Onu peri rifugiati palestinesi) mostrano che i registrati presso l'agenzia sono 5,1 milioni, distribuiti tra Giordania, Siria e Libano (59%), Cisgiordania (v%) e Gaza (23,8%6).1130% vive in 58 campi profughi e adesso in Medio Oriente bisogna far posto ai siriani in figa, oltre42omila La popolazione residente nei Territori palestinesi è di 4,2 milioni, 2,6 in Cisgiordania e 1,6 nella Striscia di Gaza. Il 60% degli arabi di Gerusalemme si trova in aree annesse con la forza da Israele nel 1967. Nella Palestina storica (Israele più i Territori) vivono u milioni di abitanti in un'area di 27mila chilometri quadrati. La popolazione israeliana, il 52%, utilizza più dell'85% della terra, gli arabi, pari al 48%, circa il 15%: un palestinese in media occupa meno di un quarto della terra di un israeliano e dispone di una quantità d'acqua inferiore dell'8o per cento. Le colonie e il Muro in Cisgiordania hanno contribuito a stravolgere il paesaggio, conferendo alla Palestina l'immagine di un bantustan dell'apartheid sudafricano. Nel 2011 in Cisgiordania si contavano 474 insediamenti israeliani per un totale di 52omila coloni, il 5o% nel governatorato di Gerusalemme. Le autorità israeliane hanno concesso 16 mila permessi di insediamenti illegali, la maggior parte intorno a Gerusalemme: 1300 sono in costruzione. Ampie aree della Cisgiordania sono state confiscate per costruire il Muro lungo 757 chilometri. Oltre 3oomila arabi sono rimasti isolati dal resto deiTerritori, schiacciati tra il Muro e la Linea Verde. Lo stato palestinese rimane così un'immagine virtuale proiettata in eterno su questi muri dicementoe ideologici, come la littorina di Nablus che fischia inutilmente sovrastata dal fragore delle esplosioni o nel silenzio di tregue illusorie.
CORRIERE della SERA - Davide Frattini : " Pediatra chiamato in clinica. Accorre e trova il figlio morto "
Davide Frattini
Davide Frattini si intenerisce tanto per la morte di un bambino palestinese. Gli facciamo una domanda: perché non andare a vedere le installazioni di razzi contro Israele ? Ne uscirebbe un buon servizio. Non è semplice, certo, e potrebbe essere rischioso. Ma allora che cosa va a fare un buon cronista a Gaza se non va a cercare notizie che nessuno dà ?
Ecco il pezzo:
GAZA — Per otto giorni il dottor Majdi Naim non è andato a casa. Gli stessi vestiti, lo stesso camice, gli stessi gesti disperati. È pediatra al pronto soccorso dell'ospedale Shifa, è lui che interviene quando le ambulanze portano i bambini, in questo conflitto ne sono rimasti feriti quasi trecento secondo gli attivisti palestinesi. Anche ieri è stato chiamato in corsia, un'altra emergenza: il piccolo di due anni è stato colpito dalle schegge mentre era in casa, il missile sparato dai jet israeliani ha centrato il palazzone davanti.
Majdi ha scoperto che la barella trasportava il figlio di due anni, Abdul Rahman, non gli è rimasta neppure la speranza di poterlo salvare, i parenti dicono che già non respirava più quando è arrivato in ospedale. Ha tolto il camice, si è cambiato ed è tornato a casa con il piccolo corpo.
Il palazzo bombardato, chiamato Naama, era già stato bersagliato martedì. Ospita anche gli uffici dell'agenzia France Presse, i reporter erano stati evacuati dopo il primo bombardamento. I portavoce dell'esercito israeliano avevano confermato l'attacco: «Abbiamo colpito il settimo piano, dove Hamas ha organizzato un centro di comunicazione militare. I miliziani hanno scelto apposta un edificio dove si trovano i giornalisti. L'operazione è stata chirurgica».
ADNKRONOS - " MO: 'Gaza come Auschwitz'. E' polemica su frase choc in pagina FB PD Cagliari "
Josè Saramago
E' questa la politica estera del PD? Diffusione di propaganda contro Israele?
Cagliari, 21 nov. - (Adnkronos) - 'Gaza come Auschwitz': è
polemica sulla pubblicazione sulla pagina facebook del Pd di Cagliari
della frase dello scrittore portoghese Jose Saramago «gli israeliani
vivono nell'ombra dell'Olocausto aspettando di essere perdonati di
ogni cosa che fanno, mentre quello che sta accadendo in Palestina è
un crimine che possiamo paragonare agli orrori di Auschwitz». Secondo
Mario Carboni, presidente dell'associazione 'Chena'bura-Sardos pro
Israelé , aderente alla Federazione delle Associazioni
Italia-Israele, che ha recentemente celebrato a Roma il suo XXIII
congresso, pubblicando la frase senza commento», il Pd avrebbe
suggerito ai lettori «una completa condivisione».
«Questo commento supera qualsiasi legittimo e pur non
condivisibile punto di vista sul conflitto arabo israeliano e in
particolare sulla seconda battaglia di Gaza per la sua volgarità,
oscenità, rovesciamento dei fatti e del significato delle parole,
tipico della propaganda antisemita anche del peggior radicalismo
islamico e vero erede moderno della propaganda nazista», dice Carboni
all'Adnkronos, che chiede «una smentita e comunque presa di distanza
da parte di una forza politica che almeno sino ad ora ha sostenuto la
necessità di un processo di pace a seguito di trattative fra le
parti, pacifiche e dirette, che assicurino il riconoscimento dello
Stato di Israele con frontiere sicure, assieme ad analogo risultato
per i palestinesi».
Ma la frase non è piaciuta neppure al consigliere regionale
sardo dei democratici Marco Meloni, responsabile Istituzioni della
segretaria nazionale, che, esprimendo indignazione e dissenso, chiede
se quella con la frase di Saramago «sia la pagina ufficiale del Pd di
Cagliari» e chi sia il responsabile della sua gestione, «e quindi
della pubblicazione, oltretutto in questo momento, di un pensiero che,
seppure riferibile al suo autore, in questa forma appare come
condiviso dal Pd di Cagliari». Meloni chiede che «le risposte siano
rapide e chiare, perché si tratta di un fatto molto grave».
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