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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
21.11.2012 Ecco come funziona la giustizia a Gaza
cronaca di Rolla Scolari

Testata: Il Giornale
Data: 21 novembre 2012
Pagina: 15
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «Il traditore trascinato dalla moto che smaschera la Gaza brutale»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 21/11/2012, a pag. 15, l'articolo di Rolla Scolari dal titolo " Il traditore trascinato dalla moto che smaschera la Gaza brutale ".


Rolla Scolari
a destra, i cadaveri dei sei uomini accusati di collaborazionismo con Israele

Impressioni di una tregua, voci di un cessate il fuoco imminente, mediazioni in corso, poi ancora attacchi israe­liani e lanci di razzi palestinesi. Nella serata di ieri, mentre a Ga­za costanti esplosioni segnava­no i colpi in arrivo dalle navi da guerra israeliane a largo delle coste, la radio locale parlava di un cessate il fuoco vicino, di una tregua raggiunta dal media­tore egiziano, tra smentite israe­liane. Se nella mattinata di ieri, do­po una nottata di relativa cal­ma, le strade della città sembra­vano più animate, in realtà i raid israeliani sulla Striscia non si sono mai fermati e il pomerig­gio ha portato ancora pericoli e nuova ansia. I jet hanno colpito obiettivi in diversi quartieri di Gaza City (secondo l’esercito israeliano sarebbero stati attac­cati venti siti terroristici in po­che ore e sarebbe stato ucciso anche un capo della Jihad isla­mica, Yunish Shaluf) mentre la diplomazia era in azione. Han­no visitato ieri la Striscia gli emissari della Lega araba e il mi­nistro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu. La loro presenza ha fatto sperare in una risoluzione imminente del conflitto: «Vo­gliamo che nelle prossime ore questa guerra finisca –dice una delle poche signore indaffarate ai rari banchi di verdura aperti nel mercato centrale di Zawiya – i miei figli vogliono tornare a scuola».
«Siamo grati alla Lega araba per questa tregua»,dice confon­dendosi­e anticipando un cessa­te il fuoco non ancora siglato un
giovane uomo davanti all’ospe­dale Shifa, tappa principale nel­le visite di ogni delegazione o politico straniero in questi gior­ni di conflitto.
Con il rafforzarsi delle indi­screzioni su una possibile tre­gua, nella serata di ieri si sono ir­robustiti anche segnali contra­stanti, di guerra. I residenti del­la periferia di Gaza hanno rice­vuto volantini lanciati dal cielo, dagli aerei israeliani: invitava­no la popolazione a lasciare quartieri periferici della città di Gaza per evitare di rimanere coinvolti in imminenti attac­chi. Molte famiglie, dopo aver raccolto di fretta poche cose da casa, sono corse verso il centro, alcuni in una scuola messa a di­sposizione dalle autorità, dove passare la notte, altri si sono fat­ti ospitare da amici e parenti.
A una settimana dal suo ini­zio, la rinnovata guerra con Isra­ele sembra in qualche modo aver riavvicinato i nemici inter­ni. Ieri, Moustafa Barghouti, un politico indipendente della Ci­sgiordania, laico e lontano da Hamas, è arrivato all’ospedale Shifa di Gaza in una inusuale vi­sita di solidarietà: «Stiamo fa­cendo il possibile per mettere fi­ne alle violenze », ha detto. La si­gnora Etaf Abdelrahman era un funzionario di Fatah fino al
2007, quando Hamas ha con­quistato militarmente il con­trollo di Gaza contro i rivali poli­tici guidati dal rais Abu Mazen. Prende ancora lo stipendio di Fatah e, nonostante anni di osti­li­tà contro il movimento islami­sta che oggi regge la Striscia, pensa che «Hamas con questa operazione si stia riscattando». «Molti miei amici e familiari che erano contro Hamas in que­sti giorni di conflitto sostengo­no il movimento», spiega uno studente di lingue.
Questo accade nonostante a Gaza, accanto ai morti nei raid israeliani, si contino in queste ore anche altre brutali uccisio­ni. Ieri, sei presunti collabora­zionisti sono stati giustiziati nel centro della città di Gaza di fron­te agli abitanti del quartiere da uomini armati. Uno dei cadave­ri è stato attaccato a un motori­no, trascinato per le strade del centro mentre i passanti faceva­no fotografie con i telefonini. Pochi giorni fa, un atto simile, contro un altro presunto colla­borazionista, è stato firmato dal braccio armato di Hamas che, racconta il
New York Ti­mes , ha abbandonato il cadave­re in strada con un cartello che lo accusava di aver aiutato Israe­le a uccidere i leader del movi­mento.

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