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Ansa - Il Foglio Rassegna Stampa
17.11.2012 Quali e quanti fondi vengono investiti in Ong anti israeliane a insaputa dei contribuenti ?
La ricerca di Giovanni Quer presentata oggi a Roma. Cronache di Michele Esposito, Marco Valerio Lo Prete

Testata:Ansa - Il Foglio
Autore: Michele Esposito - Marco Valerio Lo Prete
Titolo: «MO: ebrei Italia, fondi cooperazione a Ong anti israeliane. 18 milioni di € in 10 anni da Stato e regioni. Manca trasparenza Così i contribuenti italiani delegittimano Israele (a loro insaputa)»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/11/2012, a pag. 3, l'articolo di Marco Valerio Lo Prete dal titolo "Così i contribuenti italiani delegittimano Israele (a loro insaputa)".
Dall'ANSA riportiamo l'articolo di Michele Esposito dal titolo " MO: ebrei Italia, fondi cooperazione a Ong anti israeliane. 18 milioni di € in 10 anni da Stato e regioni. Manca trasparenza  ".
Ecco i pezzi:

ANSA - Michele Esposito : " MO: ebrei Italia, fondi cooperazione a Ong anti israeliane. 18 milioni di € in 10 anni da Stato e regioni. Manca trasparenza "

ROMA, 16 NOV - Oltre "185 milioni di euro" erogati dal 1995 al 2011 dal governo italiano e dalle Regioni all'Anp o ad Ong italiane filo-palestinesi che "sono tra gli attori più attivi nella campagne di delegittimazione di Israele" e che a volte hanno partner locali sospetti di essere "legati ad attività terroristiche". E' quanto denuncia in un rapporto la Federazione delle Associazioni Italia-Israele evidenziando inoltre la "mancanza di trasparenza e di controllo" riscontrata nell'erogazione dei fondi da parte delle istituzioni italiane. Il rapporto punta il dito in particolare contro le Regioni, i cui finanziamenti accertati - pari a 5 milioni di euro - non superano il "47% dei fondi destinati ai progetti e alle donazioni di cui si ha notizia". Secondo Giovanni Quer - relatore del documento - se Emilia-Romagna, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento sono stati gli enti che hanno elargito più fondi, "sette regioni - tra le quali Piemonte, Campania e Sicilia - non hanno permesso pubblico accesso ai dati sul finanziamento pubblico alle Ong pur avendo una legislazione sulla cooperazione internazionale" mentre, più in generale, risulta "difficile vedere quale percentuale la loro singola erogazione rappresenta nel bilancio dei progetti". Il rapporto denuncia anche un mancato controllo sulle attività delle Ong che, "spesso fanno delegittimazione attraverso l'uso di parole, simboli e immagini e non condannando il terrorismo". Nel 1998, ricorda il rapporto, l'Emilia-Romagna ha finanziato un progetto gestito dal 'Gruppo Volontario Civile' con due partner locali, tra cui "Al-Ihsan, organizzazione di beneficenza che raccoglie fondi per la Jihad islamica". Nel 2008, invece, "la Cooperazione italiana ha erogato 986mila euro per programmi di formazioni in collaborazione con alcuni atenei locali tra cui l'università di An-Najah, sede della cellula studentesca 'Palestine Islamic Book, che ha reclutato numerosi terroristi per Hamas''. E proprio rivolgendosi al ministero degli Esteri e a quello per la Cooperazione e l'Integrazione l'associazione chiede maggior controllo in fondi destinati ad attività che rischiano di "andare contro la posizione del governo italiano" sul conflitto israelo-palestinese. Il rapporto, ha aggiunto la deputata Fiamma Nirenstein, mostra "una macchia nera sull'impegno italiano alla costruzione di un mondo più giusto e resterà un riferimento per il lavoro del legislatore".

Il FOGLIO - Marco Valerio Lo Prete : "Così i contribuenti italiani delegittimano Israele (a loro insaputa)"


Giovanni Quer          Fiamma Nirenstein

Roma. Il contribuente italiano non lo sa, ma ogni volta che paga le tasse c’è una buona probabilità che i suoi soldi finiscano – attraverso l’intermediazione di stato e regioni – a organizzazioni non governative (ong) che delegittimano lo stato di Israele o addirittura ne mettono in discussione l’esistenza. E, a maggior ragione in questi giorni di scontri violenti tra gruppi armati palestinesi nella striscia di Gaza ed esercito israeliano, ciò fa sì che il nostro paese abbia costituito di fatto “un doppio binario di relazioni con Israele: da una parte quello ufficiale, di amicizia e sostegno, dall’altra uno parallelo, di condanna e stigmatizzazione”.
E’ quanto sostiene una ricerca sponsorizzata dalla Federazione delle associazioni Italia- Israele, dalla Fondazione Camis De Fonseca e da Informazione Corretta, che sarà presentata oggi a Roma alla presenza di Naor Gilon, ambasciatore di Gerusalemme in Italia. Nel pamphlet curato dal ricercatore Giovanni Quer non mancano le prove di un capillare processo di “delegittimazione” di Israele finanziato con le tasse degli italiani. Così si scopre che nel progetto del 2009 “Promozione dell’educazione alla prima infanzia” della regione Emilia Romagna in partnership con la Cgil Modena, l’obiettivo dell’intervento era di “alimentare ‘il diritto al gioco’, per un’infanzia che soffre le pesanti restrizioni derivanti da una ultradecennale situazione di occupazione militare israeliana, diretta o indiretta”.
Giudizio tranchant, non c’è che dire, soprattutto se viene da uno stato amico di Israele come l’Italia. La regione Abruzzo, nel 2008, ha finanziato il progetto “Asili di Gerusalemme”, nella cui scheda si legge che “Gerusalemme è occupata dalle truppe israeliane, con conseguenti discriminazioni a sfavore dell’infanzia palestinese”.
Sempre l’Abruzzo ha finanziato il progetto intitolato (poco sobriamente) “Scuole sotto assedio” per Nablus e Ramallah.
Tra 2009 e 2011 è stata la Cooperazione italiana (ministero Affari esteri) a sostenere un “rafforzamento del sistema universitario palestinese” con 986 mila euro, destinati ad atenei come la An-Najah University, teatro in un recente passato di mostre che esaltavano il terrorismo suicida e luogo d’azione e reclutamento di gruppi terroristici.
Al di là dei singoli casi citati, lo studio – alla cui presentazione parteciperà oggi anche Fiamma Nirenstein, deputata del Pdl e presidente dell’International council of jewish parlamentarians – è il primo tentativo di quantificare i fondi pubblici italiani destinati alle ong della Palestina. In tutto parliamo di circa 185 milioni di euro erogati da stato e regioni negli ultimi 5-6 anni. Questa stima, già tutt’altro che insignificante, è allo stesso tempo prudente. Il problema infatti, come emerso dalla fase di stesura del rapporto, è che i documenti ufficiali sul finanziamento delle ong sono caratterizzati da “mancanza di trasparenza” e “incompletezza delle informazioni”.
Delle 20 regioni italiane, per esempio, soltanto 13 consentono l’accesso del pubblico ai dati. E “dei 189 interventi analizzati, solo 89 riportano il bilancio, pertanto la somma che si avvicina ai 5 milioni di euro (negli ultimi 5 anni, ndr) rappresenta solo il 47 per cento dei finanziamenti destinati ai progetti e alle donazioni di cui si ha notizia”. Di cui si ha notizia, appunto. Negli ultimi dieci anni, invece, per quanto riguarda la Direzione generale cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri, “l’ammontare dei finanziamenti corrisponde a 137.143.359 euro”, di cui 58 milioni alle ong e 79 milioni all’Autorità nazionale palestinese. Un mix di risorse e consenso (spesso però inconsapevole) con cui gli italiani rischiano di alimentare uno dei conflitti più lunghi e sanguinosi del pianeta.

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