Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/11/2012, a pag. 72, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Perché Petraeus si è dimesso?".
Il cadavere di Chris Stevens Maurizio Molinari
David Petraeus Hillary Clinton
Finalmente la verità sulla morte dell'ambasciatore Chris Stevens inizia ad entrare nei quotidiani italiani (come i lettori ricorderanno, IC era stato l'unico organo di informazione a dare dettagli sulla orribile morte di Stevens), anche se sono state inventate due dimissioni (Hillary Clinton e David Petraeus) per impedire la loro audizione da parte della commissione d'inchiesta.
Ecco il pezzo di Molinari:
Le dimissioni del capo della Cia David Petraeus si sovrappongono all’attacco al Consolato americano di Bengasi dello scorso 11 settembre creando un groviglio di questioni irrisolte.Quale è il legame fra Petraeus e Bengasi?
L’11 settembre una folla di civili armati assalta il Consolato di Bengasi, l’ambasciatore Usa Chris Stevens fugge in un secondo edificio, distante pochi isolati, dove si trova la sede della Cia. Anche questa viene assaltata e l’ambasciatore viene ucciso. Petraeus è il responsabile della sede dove Stevens muore.
Chi ha ucciso Stevens?
Vi sono due versioni. La prima, della Cia e dell’ambasciatrice all’Onu Susan Rice, è che si è trattato di una folla spontanea che protestava contro un video anti-Maometto. La seconda, dell’Fbi e della Casa Bianca, è che si è trattato di un attacco da parte di gruppi jihadisti filo-Al Qaeda.
Perché le opposte versioni?
È il primo giallo. Le versioni discordanti si sono rincorse per settimane, a colpi di rivelazioni. Segno che vi è stato uno scontro duro dentro l’amministrazione Obama.
Cosa non sappiamo?
Anzitutto manca ancora la versione ufficiale sulla morte di Stevens. Il Dipartimento di Stato ha parlato di asfissia per il fumo delle esplosioni, ma fonti arabe hanno detto che è stato impalato. Il corpo è stato riportato in America ma il referto medico sul decesso ancora non c’è.
Perché la dinamica della morte è importante?
Diverse fonti affermano che Stevens era omosessuale. L’essere stato impalato potrebbe essere la punizione jihadista nei confronti di un individuo considerato aberrante. C’è anche chi ipotizza che Stevens sarebbe caduto in trappola: un suo partner lo avrebbe tradito, avvertendo i jihadisti che era in città. Il Dipartimento di Stato ha avuto bisogno di 72 ore per trovare una giustificazione alla presenza di Stevens a Bengasi.
Perché le forze Usa non sono riuscite a proteggere Stevens?
Stevens era accompagnato da tre uomini di scorta e la sede di Bengasi era protetta da contractor civili e miliziani libici armati di pistole. Nonostante Stevens avesse chiesto a più riprese più protezione. Il minimo che si può affermare è che le sue richieste di aiuto non sono state accolte.
Come è stato possibile per un gruppo di civili armati espugnare la sede della Cia a Bengasi?
Di questo ha parlato Paula Broadwell, amante del capo della Cia David Petraeus, in un discorso pubblico il 26 ottobre all’Università di Denver che, secondo Fox tv, allertò l’Fbi su una grave fuga di notizie in atto.
Cosa disse nell’occasione Paula Broadwell?
Che quando Stevens era nella sede della Cia a Bengasi, la Cia chiese aiuto militare ma i rinforzi non arrivarono. A giungere fu una squadra della Cia, da Tripoli, ma arrivò troppo tardi.
Che rinforzi avrebbe dovuto a quel punto inviare il Pentagono?
La task force dei Marines. Più fonti Usa, incluso il Dipartimento di Stato, hanno parlato di marines nella base di Sigonella, in Sicilia, pronti a intervenire. Ma il blitz non c’è mai stato e il Pentagono si è solo limitato a spiegare che i Marines sarebbero giunti troppo tardi per salvare Stevens.
La tesi di Broadwell chiama dunque in causa il Pentagono?
Se Broadwell dicesse il vero significherebbe che Stevens è morto a causa dei ritardi del Pentagono e, in ultima istanza, il responsabile sarebbe il presidente degli Stati Uniti.
Perché Broadwell, che è una giornalista, ha avanzato un simile scenario top secret?
L’ipotesi è che, essendo l’amante del capo della Cia, abbia riportato quanto ascoltato da David Petraeus.
Potrebbe esserci questo all’origine delle sue dimissioni?
L’Fbi era almeno dall’estate a conoscenza della relazione extraconiugale di Petraeus, eppure è intervenuta solo in presenza di fughe di notizie nocive alla sicurezza nazionale. Queste dichiarazioni di Broadwell suggeriscono quali potrebbero essere state. Ma è solo un’ipotesi.
A chi spetta cercare di fare luce su tanti misteri?
Al Congresso di Washington. Le commissioni intelligence di Camera e Senato hanno già chiesto di ascoltare il Segretario di Stato Hillary Clinton e Petraeus. Hillary ha detto che non può farlo per la coincidenza con viaggi all’estero e Petraeus ora, dimissionario, non è più tenuto a farlo. Il Congresso tornerà alla carica per ascoltarli. Potrebbe obbligare Petraeus a deporre sotto giuramento. Forse solo allora sapremo davvero cosa è avvenuto a Bengasi nella notte dell’11 settembre scorso.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sull'e-mail sottostante