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Informazione Corretta Rassegna Stampa
12.11.2012 Domande in attesa di risposte (forse)
commento di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 12 novembre 2012
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Domande in attesa di risposte (forse)»

Domande in attesa di risposte (forse)
di Federico Steinhaus


Federico Steinhaus

Notizie di stampa (del Sunday Times) ci fanno sapere che Israele dovrà modificare la propria strategia per un attacco militare contro l'Iran, perché il sito nucleare di Fordow sarebbe stato costruito più in profondità di quanto si pensasse fino ad ora. Pertanto, secondo esperti militari e di intelligence interpellati dal giornale inglese, un attacco aereo convenzionale non otterrebbe risultati decisivi e costerebbe molte perdite ad Israele. Sempre secondo gli esperti, Israele dovrebbe pertanto ricorrere ad un attacco da terra o all'uso di bombe nucleari tattiche.

Come è lecito aspettarsi, da Israele non ci sono stati commenti.

Da Gaza sono stati sparati 79 razzi sulle città israeliane nelle ultime 24 ore, ed il governo israeliano è pronto ad una azione di forza contro Hamas. Contemporaneamente Israele, per la prima volta dal 1973, ha sparato colpi di avvertimento contro la Siria, che aveva cannoneggiato - forse per errore - le alture del Golan. Per il momento solo Hezbollah rimane a guardare. Se però Hamas e Hezbollah avessero ricevuto ordini di Tehran per distrarre l'attenzione di Israele dall'Iran, potremmo aspettarci un aumento degli attacchi terroristici anche nel nord.

Nel mondo arabo raramente qualcosa accade per caso.

In ottobre, Abu Mazen ha rilasciato due interviste separate, una in inglese ed una in arabo, sui negoziati con Israele. In inglese egli si è dimostrato possibilista sullo spinoso problema del "ritorno" dei "profughi", mentre lo è stato molto meno parlando in arabo. Tuttavia, al giornalista arabo egli ha ribadito che un accordo con Israele si deve basare sulla proposta araba di alcuni anni fa, che proponeva come contropartita per il ritorno ai confini del 1967 il riconoscimento ad esistere ed un trattato di pace da parte di tutti gli stati arabi.

Abu Mazen ha, come ogni altro leader arabo, quella che i pellerossa chiamavano la lingua biforcuta, usa cioè un doppio linguaggio per compiacere chi legge ed ascolta le sue parole: gli occidentali amano sentirlo parlare di pace, gli arabi di guerra.

Intanto, Hamas critica l'organizzazione delle Nazioni Unite perché insiste nell'insegnare la Shoah ai bambini palestinesi: come farà poi a negarla? E mentre in Cisgiordania, sotto la sovranità di Abu Mazen, si continuano ad onorare i terroristi suicidi, il baricentro del potere si sposta verso Gaza benché la ferrea dominazione di Hamas abbia stancato la popolazione. In settembre due cittadini di Gaza si sono dati fuoco in Cisgiordania per protestare contro la miseria delle loro condizioni (uno è morto, l'altro è stato salvato).

Passando al terrorismo militante è interessante notare che esso usa i social Media (You Tube, Facebook  e soprattutto Twitter) come strumento di propaganda e di collegamento. L'uso di Twitter, in particolare, è aumentato in misura esponenziale senza che i gestori abbiano opposto alcuna azione di blocco. Apple ed Android hanno invece rimosso i siti di Hezbollah, che ora sta cercando di tornare su Facebook e Google. Facebook è particolarmente attento ed è consapevole che Hezbollah stia usando anche pseudonimi per potervi tornare.

Ognuna di queste notazioni contiene domande che allo stato delle cose non trovano risposte convincenti; lo stesso avviene per il ruolo che rivestirà Al Qaeda nella Siria futuribile, la non impossibile penetrazione della cosiddetta primavera araba anche nei territori palestinesi, il ruolo che Obama bis vorrà assumersi nella regione quando in Israele governerà, fra pochi mesi, una maggioranza più stabile e determinata.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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