Pubblichiamo l'articolo di Vitaliano Bacchi dal titolo "Morto Pino Rauti, neofascista integralista".
Ecco il pezzo, preceduto dal lancio ANSA dal titolo " Corteo MSE Roma: Comunità ebraica, no a nuova marcia il 25/11 ":
ANSA - " Corteo MSE Roma: Comunità ebraica, no a nuova marcia il 25/11 "
ROMA, 11 NOV - La Comunità Ebraica di Roma, «stigmatizza la manifestazione di stampo fascista e neonazista» che si è svolta nel pomeriggio di ieri a Roma, con un corteo, organizzato dal Movimento sociale europeo, tra Piazza Risorgimento e Piazza Cavour. «Poche centinaia di manifestanti - si legge in una nota della Comunità - non possono tenere in ostaggio una intera città, sfilando impunemente a Roma, Città Medaglia d'Oro della Resistenza, evocando simboli e cori vietati dalla Legge Scelba del 1952». «La libertà di manifestare - prosegue la comunità ebraica di Roma - è sancita dalla nostra Costituzione, la stessa però che,tra le norme transitorie, vieta la ricostituzione nel nostro Paese, del partito fascista, così tanto evocato dai manifestanti. Ancora una volta,siamo stati costretti ad assistere ad un triste spettacolo che richiama alla nostra mente movimenti e ideologie del periodo del terrorismo nero degli anni 70/80. Portatore di odio, discriminazione, intolleranza etnica,politica e religiosa». La Comunità ebraica fa appello affinché «la manifestazione del prossimo 25 novembre, organizzata da movimenti che si definiscono 'i fascisti del nuovo millenio', venga bloccata. Una manifestazione che pensiamo mostrerà l'ennesimo triste spettacolo di inno ai movimenti della 'galassia nera' che, a nostro avviso, vogliono ripristinare nel Paese quel clima di odio e emarginazione che faticosamente pensavamo facesse parte di un passato lasciato alle nostre spalle».
INFORMAZIONE CORRETTA - Vitaliano Bacchi : "Morto Pino Rauti, neofascista integralista"
Vitaliano Bacchi Pino Rauti
E' morto da imputato della strage di piazza della Loggia a Brescia, Pino Rauti, anche se ne è stato due volte assolto con richiesta conforme stessa del pubblico ministero e quindi con riconoscimento da parte dell'accusa di non avere prove a suo carico.
Resterebbe da chiedersi se questa ammissione di vuoto probatorio non fosse possibile all'inizio del processo, ma la questione verrebbe facilmente elusa in quanto è stata una istruttoria dibattimentale devastata dal pentito stesso che l'aveva indotta, un individuo che aveva fornito indicazioni circa una presunta cena ad Abano Terme il 25 maggio 1974, tre giorni prima della strage, fra leaders neofascisti e che in una delle udienze finali ha confessato di essersi inventato tutto.
Incriminazioni e carcerazioni preventive per indagini relative a crimini di terrorismo fascista Rauti ne aveva già subite, ma ne è uscito praticamente indenne, senza per altro mai rinnegare la sua ideologia, quella del fascismo della carta costituzionale di Verona che enunciò i principi giuridici dell'ordinamento della Repubblica Sociale Italiana, la fase finale del fascismo, che al punto 7 enunciava il principio della estraneità allo stato italiano dell'ebreo e la sua condizione di nemico in tempo di guerra.
Una reiterazione, scritta da giuristi ignoranti e inesperti finanche nella tecnica normativa formulare, della legislazione fascista sulla razza del 1938 ed una emulazione servile del razzismo nazionalsocialista tedesco.
Rauti fu di questi costituenti repubblichini di un lugubre finale di partita fascista in cui la decima Mas e le brigate fasciste come la famigerata “Monterosa” , in collaborazione stretta con le SS occupanti in provincia di Reggio Emilia ed in altre province italiane, arrestò e consegno' ai nazisti intere famiglie di ebrei, oltre ad organizzare il campo di Fossoli per il successivo smistamento di deportazione verso Verona e quindi verso Auschwitz.
La sua prova di integralismo neofascista la prestò tuttavia qualche anno dopo con la fondazione del movimento politico Ordine Nuovo, l'aristocrazia nera delle avanguardie neofasciste extraparlamentari che la recente sentenza del processo di Brescia e gli atti giudiziari che la precedono definisce “una dizione di sintesi” per qualificarne la natura di polo organizzativo ed elitario delle varie formazioni attive sul fronte delle stragi e del terrorismo neofascista.
Al suo funerale c'erano tutti, fascisti vecchi e nuovi e la cerimonia ha fatto vedere la versione attuale del neofascismo italiano reale, non quello delle giravolte parlamentari sotto le varie sigle solo confusive della reale ideologia ancora oggi costitutiva dell'esperienza fascista: vecchi leaders comunque critici dell'integralismo neofascista rivendicante l'attualità dei principi di Verona e quindi del magistero di Rauti, sono stati accolti con disprezzo finanche manesco e fatti allontanare da un feretro coperto dalla bandiera italiana, anche se quella giusta sarebbe stato il labaro con l'ascia bipenne di Ordine Nuovo, la svastica italiana.
Rauti ha scritto libri, ha fondato centri di studio della cultura fascista e dei suoi autori guida (Evola, Nietzsche, Mutti, Codreanu ecc.) rappresentando in tal modo la mistificazione ideologica costituita dal cosiddetto “fascismo colto” teorizzato in forme mitiche ariane da Evola al tempo della elaborazione giuridica della legislazione fascista sulla razza e divulgato oltre che tradotto in provvedimenti amministrativi e di polizia da livide figure dell'apparato repubblichino filonazista (Preziosi, Mezzasoma e altri)
Il suo magistero ha affascinato giovani neofascisti che finirono poi per aderire a Ordine Nuovo ed adempierne il compito politico esattamente individuato nel decreto ministeriale di scioglimento coatto nel 1973 ad opera del ministro Paolo Emilio Taviani, che lo valutò come fattispecie di consumazione oggettiva del reato di ricostituzione del disciolto partito fascista ed oggetto inoltre di accertamento giudiziario positivo in tutti i processi per le stragi fasciste (piazza Fontana, stazione di Bologna, piazza della Loggia).
L'ideologia del fascismo colto di Evola, cui Rauti ispirò la sua opera ed il suo insegnamento, ebbe una costante: la presentazione dell'ebreo come figura e caricatura storica dell'avidità del malaffare dello spirito capitalista ed affaristico, contrapposta come polarità umida e oscura alla ideologia solare, ariana e nibelungica dei miti di Norimberga diffusi dai cinegiornali di Leni Riefenstahl e che il neofascismo italiano ha esaltato e fatto propri con le sue più pericolose organizzazioni attive negli anni delle stragi.
La purezza ariana incontaminata da affarismo e dalle “turpitudini” salariali contro l'affarismo usurario e mercantile della caricatura giudaica, questa fu l'alternativa studiata per dare effetto manicheo al contrasto fra i due archetipi.
Se si leggono le opere di questi autori (Mutti, Evola, Rauti) si capisce subito lo spirito anzitutto letterario e non scientifico né razionale che le informa; si capisce subito dopo come idee sul mito di Roma, la purezza ariana ed i riti dei solstizi e dell'eroismo nibelungico ne costituiscano il fondo irrazionale e mitologico proprio di culture tribali e sanguinarie.
Si capisce infine che l'ideologia fascista, sia nelle espressioni ideologiche che in quelle della razza può persistere solo in un ambito privo di cultura scientifica e razionale e propenso al mito ed alla violenza, come è stato esattamente e individuato da tutti gli autori (Siegel, Palermo, Schatzman, Binswanger) che hanno studiato e descritto la fatale evoluzione della mentalità fascista in senso paranoide.
Disponiamo oggi di una teoria completa sulle grandi psicosi non schizoidi (paranoia, depressione, sindromi manico ossessive) perchè l'avanguardia scientifica della psichiatria ne ha rifondato l'approccio epistemico, prima ancora che clinico: sappiamo cioè che nella intelligenza della psicosi nel pensiero paranoide in dissoluzione noi possiamo cercare con certezza il background psicologico fascistoide che ne è stato il fattore etiopatologico di fondo.
Non possiamo spiegare al paranoico, con certezza di guarirlo, che i suoi complotti immaginari sono nient'altro che il disastro finale di una educazione fascista, ma possiamo suggerire a chi lo cura che, per capire che cosa è accaduto nella storia di quel disgraziato, conviene fare ricerche nelle opere Evola e di Rauti, più che nei manuali di psichiatria clinica.