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La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2012 'La sposa promessa' di Rama Bushtein premiato alla mostra del cinema di Venezia
Coppa Volpi per l'attrice israeliana Hadas Yaron

Testata: La Repubblica
Data: 09 novembre 2012
Pagina: 51
Autore: Maria Pia Fusco
Titolo: «Faccio l’ebrea integralista, ma sogno di ballare il tiptap»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 09/11/2012, a pag. 51, l'intervista di Maria Pia Fusco all'attrice Hadas Yaron dal titolo "Faccio l’ebrea integralista, ma sogno di ballare il tiptap".


Hadas Yaron a Venezia e in una scena del film


Rama Burshtein

Un'intervista che informa sulla trama del film 'La sposa promessa' di Rama Burshtein e sull'attrice Hadas Yaron, premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua interpretazione di Shira, protagonista del film. Non ancora in distribuzione nei cinema italiani.

Shira è promessa sposa a un ragazzo della sua età, lo ha conosciuto sia pure a distanza perché il contatto fisico non è permesso dalle regole della religione ebrea ortodossa che dominano la sua comunità. Le piace, è felice di sposarlo. Ma la sorella maggiore muore di parto e la madre, per paura che il genero Yochay si unisca ad un’altra donna e porti via il nipotino da Tel Aviv, chiede a Shira che sia lei a sposarlo. È il film La sposa promessa di Rama Burshtein, che rappresenterà Israele agli Oscar e sarà nelle sale italiane dal 15 con Lucky Red. L’israeliana Hadas Yaron, 22 anni, interpreta Shira con toccante intensità: alla Mostra del Cinema di Venezia ha vinto la Coppa Volpi, «quando sono tornata a casa sono stata molto festeggiata, ho anche vinto l’Academy Award di Israele», dice l’attrice.
Prima del film conosceva le regole della comunità chassidica?
«Sapevo solo che, pur rispettando gli stessi digiuni, per noi la cena del sabato è soltanto una cena, mentre per gli ortodossi il cibo è accompagnato da una serie di preghiere e di lunghi riti. È stata Rama a farmi conoscere molte regole della comunità, è di segno patriarcale, le donne hanno l’obbligo del matrimonio e della maternità. Rama è molto religiosa».
Lei laica, Shira ortodossa: è stato difficile identificarsi?
«Difficile solo all’inizio, poi è stato come conoscere una persona diversa da me, in un mondo altro. Ho cercato di capire i suoi pensieri, i comportamenti, le scelte. Non so cosa avrei fatto io al suo posto, non so neanche se potrei vivere secondo le regole ortodosse, ma nella vita può succedere di tutto».
È molto diffusa la religione ortodossa in Israele?
«Non so quante siano, ma so che in tutte le città ci sono comunità chiuse e, poiché sono proibiti i contraccettivi, hanno molti più bambini degli ebrei laici, il loro numero è sempre crescente e acquistano sempre più peso. È vero che gli ortodossi sono molto influenti nelle scelte politiche di Israele».
La sposa promessa è il suo primo film?
«No, avevo fatto un film a 16 anni, poi ho frequentato la scuola d’arte a Tel Aviv, dove il film è girato. Tel Aviv è una città aperta al dialogo tra mondo religioso e mondo laico ma Rama ha evitato volutamente questo aspetto: voleva raccontare la vita interna della comunità, lasciando fuori i problemi e il mondo esterno». Com’è la sua vita a Tel Aviv?
«Mi piace molto, è una città moderna, vitale, piena di energia. Penso che ci siano ancora molti pregiudizi sulla nostra vita. Una volta è venuta una mia amica dall’Australia ed era stupita, credeva vivessimo in mezzo al deserto e ci spostassimo sul cammello. So che sono in molti a credere che le nostre esistenze siano segnate dall’ansia e dalla paura. Ci sono stati momenti difficili con le bombe esplose a Tel Aviv, ma noi continuiamo a vivere la nostra vita normale. Israele fa paura a molti, ma è un errore».
Quando ha deciso di fare l’attrice?
«Fin da bambina: recitare mi sembrava una cosa naturale, non mi sono mai chiesta perché. Solo crescendo ho capito che è un lavoro bellissimo, che ti aiuta a conoscere tante cose della vita, degli altri, di te stessa. Sono stata fortunata, i miei genitori non mi hanno mai ostacolato, mi sono sempre stati vicini».
Come vede il suo futuro?
«Non vedo l’ora di tornare su un set, ho diverse offerte in Israele, devo ancora decidere ma mi piacerebbe lavorare altrove, sono appassionata del cinema europeo, uno dei miei registi preferiti è Marco Bellocchio. Un sogno ce l’ho: la tap dance. L’ho studiata insieme alla recitazione e mi piacerebbe ballare in un musical. Forse perché il primo film che mi ha colpito da bambina è stato Cantando sotto la pioggia».

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