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La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2012 Costantino, fra i primi grandi odiatori di ebrei della Storia
Arturo Schwarz scrive a Corrado Augias

Testata: La Repubblica
Data: 09 novembre 2012
Pagina: 36
Autore: Corrado Augias
Titolo: «Perché Costantino non fu tollerante»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 09/11/2012, a pag. 36, la lettera  di Arturo Schwarz a  Corrado Augias uscita con il titolo "Perché Costantino non fu tollerante", non nella sua versione originale, che IC invece pubblica. L'argomento è di grande interesse  storico.
Ecco la lettera, preceduta dall'originale mandata da Arturo Schwarz e non ridotta e seguita dalla risposta di Corrado Augias:


Arturo Schwarz                                      Costantino

Carissimo Corrado,

Oggi il mio quotidiano preferito, “Repubblica” – con, ovviamente “Le Monde,” mi ha fatto sussultare. Un quotidiano laico e progressista non può permettersi di pubblicare un articolo intitolato “Quando Costantino creò la tolleranza religiosa” (p. 49) quando, invece, fu proprio Costantino il padre dell’antisemitismo. Egli  emanò, l’11 dicembre 321 dell’era volgare, l’editto Codex Juedeis  che fu la prima legge penale antiebraica, segnando così l’inizio di una persecuzione e del tentativo di genocidio degli ebrei. Questo edito definiva l’ebraismo: “secta nefaria, abominevole, feralis, mortale” e formalizzava l’accusa di deicidio. Da quel dicembre dell'anno 321, il processo antisemitico non ha conosciuto più interruzioni, ad eccezione del breve periodo di reggenza dell'imperatore Giuliano l'Apostata (cercò di ripristinare nell'impero i culti pagani e di restituire pari dignità al popolo ebraico). I successivi imperatori introdussero le Norme Canoniche dei Concili nel Codice Civile e Penale. Con Costantino, Costantino II, Valentiniano e Graziano, dal 321 al 399 d.C., una serie spietata di Leggi ha progressivamente e drasticamente ridotto i diritti degli ebrei. Veniva vietata ogni carica civile, amministrativa e militare; l'esclusione dal Cursus Honorum tradizionale; la proibizione di tenere dipendenti cristiani, di esercitare l'avvocatura e l'arte medica, di venire eletti senatori. Si condannava ogni ebreo ad autoaccusarsi di esserlo: in caso contrario l'infamia e l'esilio. Proibito costruire sinagoghe. Leggi contro la circoncisione. Obbligo di sepoltura in luoghi lontani e separati da quelli cristiani. E molte altre Norme che relegavano gli ebrei in un angolo buio della storia.
C’è un limite alla falsificazione della storia e mi pare che Giuseppe M. Della Fina, autore dell’articolo, “Quando Costantino creò la tolleranza religiosa” l’abbia abbondantemente superato.

Cordialmente,

Arturo Schwarz

Caro Augias,

vari quotidiani, dando notizia della mostra milanese su Costantino, hanno titolato sulla sua "tolleranza". Vorrei ricordare che fu proprio Costantino il padre dell'antisemitismo. Egli emanò, I' 11 dicembre 321, l'edito Codex Judaeis, prima legge penale antiebraica, segnando così l'inizio di una persecuzione e del tentativo di genocidio degli ebrei. L'editto definiva l'ebraismo: "secta nefaria, abominevole, feralis, mortale" e formalizzava l'accusa di deicidio. Da allora, il processo antisemitico non s'è più interrotto, ad eccezione del breve periodo di reggenza dell'imperatore Giuliano detto (a torto) I'Apostata.I successivi imperatori introdussero le Norme Canoniche dei Concili nel Codice Civile e Penale. Con Costantino II, Valentlniano e Graziano, dal 321 al 399 d.C., una serie spietata di leggi ha progressivamente e drasticamente ridotto i diritti degli ebrei. Si condannava ogni ebreo ad autoaccusarsi di esserlo: in caso contrario c'erano l'infamia e l'esilio. Proibito costruire sinagoghe. Leggi contro la circoncisione. Obbligo di sepoltura in luoghi lontani e separati da quelli cristiani. Altro che tolleranza, c'è un limite anche alla falsificazione della storia.

 Arturo Schwarz

La mostra milanese celebra i 17 secoli che ci separano dalla promulgazione di quell'editto di Milano (313 e.v.) con il quale il grande imperatore rendeva il cristianesimo "religio licita", dopo che per secoli i suoi seguaci erano stati perseguitati. Le ragioni del provvedimento, al di là delle letture agiografiche, furono ovviamente politiche: l'impero tendeva a spaccarsi, la nuova religione parve un "collante" più efficace dei vecchi culti. Costantino peraltro conservò per tutta la vita il titolo "pagano" di ponrifex maximus e si converti al cristianesimo solo in punto di morte. Né il suo comportamento personale ebbe nulla di veramente cristiano (fece uccidere moglie e figlio) anche se gli ortodossi lo hanno santificato. Quel che più conta, considerata la lettera del signor Schwarz, fu il suo fiero antigiudaismo. Arrivò a definire quella religione "superstitio hebraica" contrapponendola alla "venerabilis religio" dei cristiani. Presiedette, da imperatore, e diremmo da "papa", il fondamentale Concilio di Nicea (325). Soprattutto aprì la strada all'unificazione dei due poteri, temporale e religioso, in uniche mani. All'inizio furono quelle dell'imperatore, cioè le sue, col passare degli anni diventarono quelle del pontefice romano. Alla fine di quello stesso IV secolo il percorso si concluse quando un altro imperatore, Teodosio I, proclamò il cristianesimo religione di Stato, unica ammessa, facendo così passare i cristiani dal ruolo di perseguitati a quello di persecutori di ogni altro culto, ebrei compresi.

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