Libano-Siria, distrarre Unifil e lanciare un attacco contro Israele il piano di Hezbollah e Iran. Commento di Pio Pompa
Testata: Il Foglio Data: 09 novembre 2012 Pagina: 3 Autore: Pio Pompa Titolo: «Unifil è il primo bersaglio dell’allargamento della guerra siriana»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 09/11/2012, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "Unifil è il primo bersaglio dell’allargamento della guerra siriana".
Pio Pompa
Roma. E’ attorno al buco nero della crisi siriana che Teheran e Hezbollah intendono interagire per espanderne gli effetti al contingente Unifil, dislocato in Libano, nel mentre una vasta offensiva militare verrebbe lanciata contro Israele. Questo sarebbe, in estrema sintesi, l’esito dei colloqui segreti intercorsi a Beirut, qualche giorno fa, tra il leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, e alti funzionari del regime iraniano. A riferirlo al Foglio è un funzionario dell’intelligence libanese, già stretto collaboratore del generale Wissam el Hassan, capo del servizio segreto militare, rimasto ucciso nell’attentato che, il 19 ottobre, sconvolse la capitale di quel paese: “Le operazioni sul campo sono state tutte pianificate con estrema cura procrastinandone, comunque, l’avvio in attesa di conoscere il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti volendo l’Iran mantenere fede alla promessa, fatta all’Amministrazione Obama, di volerne agevolare la rielezione”. Operazioni che, specie sul versante israeliano, prevedono il coinvolgimento diretto di Hamas attualmente in grande difficoltà stretto com’è tra il recente endorsement a favore dei ribelli siriani, da parte del presidente egiziano Mohammed Morsi, e le forti pressioni esercitate da Hezbollah che, di contro, risulta apertamente schierato a sostegno di Bashar el Assad. “Da qui – aggiunge il nostro interlocutore – le posizioni, quanto mai ambigue, assunte da Ismail Haniyeh, capo del governo di Hamas, che pur confermando i profondi legami con i Fratelli egiziani ha continuato a mantenere integri i rapporti organici, sia economici sia militari, con il Partito di Dio. E’ per tale motivo che è entrato in rotta di collisione con le formazioni salafite filoqaidiste attive nella Striscia di Gaza che, ora, lo accusano di tradimento e di aver favorito l’uccisione, il 13 ottobre e per mano israeliana, di due suoi leader, gli sceicchi Abu al Walid al Maqdisi e Abu al Bara”. Uno scenario, questo, che ha trovato ampia conferma in un video, il primo nel suo genere, diffuso la scorsa settimana dalla casa di produzione islamista Ibn Taymiyya, in cui le cellule jihadiste di Gaza attaccano direttamente il governo di Hamas denunciando le torture e gli abusi subiti dai loro militanti arrestati su ordine personale di Haniyeh. Il filmato, della durata di 11 minuti, contiene anche l’ultima testimonianza di Abu al Bara, capo indiscusso del gruppo filoqaidista Ansar al Sunna di Gaza da anni attestato nella Striscia palestinese, che riferendosi a Hamas e Ismail Haniyeh afferma: “Loro dicono di essere il governo della resistenza. In realtà solo alcune componenti ne fanno parte. Per il resto Hamas è il governo delle carceri, delle uccisioni e delle torture. La verità è che i mujaheddin, in Palestina, non sono al sicuro né dagli israeliani né dalla sicurezza interna di Hamas. Ecco perché mi rivolgo agli uomini di Hamas per esortarli a praticare il vero islam e il jihad sostenendo i mujaheddin”. In buona sostanza Haniyeh si è piegato al diktat di Hezbollah a sua volta infastidito dal fatto che gruppi filoqaidisti, dello stesso network contro cui combatte in Siria, potessero con le loro iniziative indipendenti ostacolare l’offensiva militare, di più ampio respiro, predisposta con Teheran nei confronti del contingente Unifil e lo stato d’Israele.
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