Elezioni in Usa, oggi. Perché Mitt Romney sarebbe un presidente migliore commenti di Fiamma Nirenstein, Michael Ledeen
Testata:Il Giornale - Il Foglio Autore: Fiamma Nirenstein - Michael Ledeen Titolo: «Con la conferma di Obama ancora in ginocchio con l’islam - Lettera agli amici europei»
Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 06/11/2012, a pag. 16, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Con la conferma di Obama ancora in ginocchio con l’islam ". Dal FOGLIO, a pag. 1-4, l'articolo di Michael Ledeen dal titolo " Lettera agli amici europei ".
Ecco i pezzi:
Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein : " Con la conferma di Obama ancora in ginocchio con l’islam "
Fiamma Nirenstein
Cosa cambierà per noi con l’uno o l’altro presidente?La risposta è degna della Pizia: tutto e niente. Non sarà un cambiamento subito tangibile, ma cambierà la visione, lo spirito della nostra «anima del mondo», gli USA. L’Europa resterà nel ruolo talora di comprimario, come nei Balcani allora e adesso nei Paesi arabi, talaltra di tricoteuse , come con la Siria. Obama e Romney non pensano all’Europa, ma al Medio Oriente. Solo a quello. Obama, come farebbe Romney, ha usato i suoi droni antiterrorismo, ha ammazzato Bin Laden, non ha chiuso Guantanamo, ha detto che non accetterà mai un Iran nucleare, Netanyahu è ontologicamente alieno a lui ma non può ignorare Israele. Romney calcherà forse di più la guerra al terrore, dato che, al contrario di Obama, non deve sostenere che Al Qaida è battuta, anche se l’America un altro11 settembre l’ha subito in Libia. Romney ha una simpatia istintiva per Gerusalemme capitale d’Israele, spiegherà ai palestinesi che devono sedersi anche loro al tavolo di pace, ma insisterà, come Obama, per due Stati per due popoli, via Israele dai Territori; non programma di attaccare l’Iran, e comunque se Obama a sua volta non vuole ayatollah nucleari, i due sono sulla stessa barca. La guerra gli Usa non la vogliono mai, e talora però la fanno, non importa quale presidente. La presenza di Romney alla Casa Bianca non peggiorerà il parere negativo del mondo islamico verso gli Usa, Obama è già molto in basso. Dunque, non cambierebbe nulla? No, cambierebbe lo spirito del mondo, l’inchino di Obama al monarca saudita, la mano tesa che non è stata stretta, subentra, nelle intenzioni almeno, il rispetto condizionale, l’aiuto solo se conveniente e meritato. Cambia ciò che promanerà,verso l’Europa, dalla cultura americana: col ritorno dell’«eccezionalità»saremmo costretti a confrontarci con un ideale, una speranza di eccellenza che ormai è da tempo scomparso dal nostro orizzonte europeo. L’Islam ha preso le fattezze (nonostante tanti dissidenti liberali) della Fratellanza Musulmana, movimento integralista comunque il nostro desiderio voglia travestirla. Obama ha preso un atteggiamento di scusa e di rimozione che esclude una politica di condizionalità. L’esempio di un’America meno oberata da una «coscienza infelice »trascinerebbe forse un’Europa oggi impoverita e impaurita. E dunque anche se niente cambiasse, tutto potrebbe cambiare. www.fiammanirenstein.com
Il FOGLIO - Michael Ledeen : " Lettera agli amici europei "
Michael Ledeen
Leggo in diversi sondaggi che quasi tutti voi sperate nella rielezione del presidente Barack Obama. Le cifre sono notevoli, incredibili direi. Più del novanta per cento di voi europei voterebbe Obama (il 94 per cento degli italiani, per esempio, ma le percentuali di Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania sono persino più alte). Altre rilevazioni mostrano che circa la metà di voi crede di dover avere il diritto di votare alle nostre elezioni, visto che le politiche americane hanno effetti notevoli su di voi. Tutto questo non fa che rafforzare la mia convinzione – e parlo da pronipote di immigrati russi che arrivarono a Harlem e nel Massachusetts occidentale all’inizio del secolo scorso – del fatto che la Rivoluzione americana è stata un evento grandioso, e che gli americani hanno fatto bene ad abbandonare l’Europa autoritaria per provare a creare una nazione libera oltreoceano. Chiunque dia il giusto valore alla libertà deve vedere Obama come una minaccia. Vuole trasformare gli Stati Uniti in una nuova versione dell’Europa: un governo centrale, invadente, livelli alti di tassazione, regolamenti intrusivi su praticamente tutto, combinati con un indebolimento sistematico e deliberato del potere militare, e una politica estera che rifiuta di prendere posizione contro i nemici della libertà. E’ triste dirlo, ma questo siete voi. Quindi si può capire perché sareste a favore di Obama (anche se le cifre – da plebiscito – sono ridicole): è solo un altro segno della decadenza dell’Europa. Quando ho iniziato i miei studi in Europa a metà degli anni 60, ero affascinato. La letteratura, la musica, la moda, la filosofia, l’erudizione, la cucina, i film e persino i teatri europei erano palesemente migliori di quasi tutto quello che l’America poteva offrire a un giovane intellettuale. Le conversazioni erano più colte, e mi sentivo più a mio agio, più stimolato, più vivo in Europa che negli Stati Uniti. Non più. Nella maggior parte delle discipline culturali, l’America è più creativa. L’Europa è noiosamente prevedibile. C’è davvero poco di comparabile con l’energia dell’America, nulla può essere avvicinato allo spirito “can do” del popolo americano, nulla è comparabile alla creatività imprenditoriale americana. L’esempio più lampante della decadenza dello spirito europeo è la caduta drammatica del livello di natalità. Noi abbiamo milioni di bambini. Sembra che invece voi abbiate rinunciato alla più importante forma di creatività. L’Europa che amavo, che ancora amo, è sempre più un parco dei divertimenti. Divertente da visitare, ma non più fonte di ispirazione creativa. Mi pare che gli europei abbiano abdicato alle loro libertà a favore dei loro governi, a patto che gli stessi garantiscano una vita facile, ben fornita di assistenza sanitaria, un sacco di ferie e nessun obbligo internazionale. Di certo saprete che ben pochi degli euro che pagate in tasse vanno alla difesa. Abbiamo pagato noi quel conto per decenni, e i nostri soldati e le forze militari vi stanno tuttora proteggendo. Quindi non siate sorpresi – dovreste essere invece decisamente preoccupati – se stiamo sempre più guardando al di là del Pacifico. Non è un caso se i più brillanti e talentuosi americani sono sempre più asiatici, sempre meno europei. Non vogliamo seguire il vostro esempio. Il vostro sostegno incondizionato a Obama – che ha causato danni incalcolabili all’America – conferma il mio pessimismo riguardo al vostro futuro. Infatti proprio mentre venivano pubblicati i risultati di quei sondaggi, la mia attenzione è stata catturata da un altro titolo, che annunciava i livelli record di disoccupazione a livello europeo. Le due cose vanno di pari passo. Soltanto le energie di un popolo libero possono sostenere la creazione di benessere, e quella specie di stato che avete creato, sia a livello nazionale sia continentale, soffoca tali energie. Anche noi stiamo attraversando un momento difficile, in parte a causa di nostri errori macroscopici e in parte perché l’Amministrazione Obama sembra non rendersi conto di quanto è eccezionale l’America. Voi vi rivolgete ai vostri leader perché risolvano loro i vostri problemi. La maggior parte di noi – o almeno spero sia così – preferirebbe che il governo si togliesse dai piedi per permetterci di trovare da soli le soluzioni migliori. Abbiamo una possibilità per farlo, soprattutto se ce ne fregheremo del vostro cattivo consiglio e manderemo Obama in pensione anticipata nell’isola di Oahu.
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