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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Joyce Carol Oates, La ragazza tatuata 05/11/2012

La ragazza tatuata                               Joyce Carol Oates
Traduzione di Francesca Maioli  
Mondadori                                              Euro 20


Unanimemente riconosciuta come una delle voci più incisive della letteratura americana contemporanea, Joyce Carol Oates, autrice di romanzi, raccolte di racconti, poesie, saggi critici e testi teatrali, è nata a Lockport nel 1938 e dal 1977 è docente all’Università di Princeton.
Vincitrice del prestigioso National Book Award e del Pen/Malamud Award, Oates torna in libreria con un romanzo uscito in lingua originale nel 2003 che ora la casa editrice Mondadori pubblica nella magistrale versione di Francesca Maioli con il titolo “La ragazza tatuata”.
E’ il racconto drammatico di due solitudini e dell’amicizia impossibile fra uno scrittore ebreo e la sua assistente, una giovane donna dai modi grezzi, semianalfabeta e coperta di tatuaggi che la casualità della vita avvicina l’uno all’altro, offrendo al lettore una storia affascinante, inquietante e al contempo ipnotica.
Joshua Seigl è uno scrittore trentottenne che conduce una vita molto riservata se si eccettua qualche breve sortita per una partita di scacchi al Café di Carmel Heights, un piccolo paese che si affaccia sul lago Ontario. Discendente di una famiglia ebrea che ha conosciuto l’orrore della Shoah (il padre Karl ha perso la sua famiglia nei campi di sterminio) ha ottenuto la celebrità con il romanzo “Le ombre” in cui ripercorre le vicende dei suoi nonni nella Germania hitleriana e dove – come afferma Essler, lo studente che si candida come assistente di Siegl – “siamo obbligati a immaginare ciò che lo scrittore non rivela, diventiamo collaboratori nel creare ombre”.
Joshua è un uomo affascinante, intelligente e molto ricco che cattura le simpatie del lettore anche per il suo temperamento bonario e civile.
Da qualche tempo si dedica senza troppo affanno alla traduzione dell’Eneide di Virgilio ma ben presto a soli 39 anni si trova a fare i conti con alcuni disturbi fisici che lo assalgono di tanto in tanto e lo inducono, dopo una rovinosa e imbarazzante caduta al cimitero, a recarsi da un medico.
La conferma da parte del neurologo che quei misteriosi sintomi sono riconducibili ad una malattia neurologica gli toglie serenità e lo rende poco a poco sempre più dipendente dal bastone, affetto da progressivi vuoti di memoria e nel contempo consapevole di aver bisogno di una persona che lo assista.
E’ dunque con questo spirito che si appresta ad esaminare una serie di candidati, benché nel suo intimo sia altrettanto forte il desiderio di avere accanto una persona con la quale condividere un’esistenza divenuta con gli anni fin troppo monotona. Con lieve ironia e un pizzico di divertimento, l’autrice ci propone una serie di aspiranti assistenti, studenti universitari, ricercatori, dottorandi, alcuni servili, altri pieni di boria che Joshua finisce comunque per scartare uno ad uno.
L’incontro con Alma, una ragazzotta spaesata, impaurita, un po’ volgare nel Book Seller, la libreria di Carmel Heights dove la giovane lavora, è decisivo e, nonostante lo sconcerto degli amici, Joshua la accoglie nella sua dimora e le affida oltre al governo della casa anche il compito di riorganizzare e catalogare le lettere, le carte e gli appunti sparsi nel suo studio.
Ma chi è Alma e da dove viene?
Ingenua, sprovveduta, deturpata da tatuaggi che un gruppo di amici violenti del liceo le hanno impresso sul corpo, Alma è una giovane donna bionda, grassoccia dalle mani tozze, in fuga da Akron Valley, una cittadina della Pennsylvania, e da una famiglia che la crisi industriale ha fatto a pezzi. Della sua vita disastrata, dei suoi eccessi nella droga e nell’alcool, della violenza subita, individua il colpevole nei “banchieri ebrei” e in questo atteggiamento si coglie il seme di un antisemitismo violento e volgare. Appena arrivata a Carmel Heights, affamata e disorientata, Alma si siede in un ristorante per sgranocchiare gli avanzi di cibo lasciati dai clienti e in pochi minuti è adocchiata da un cameriere, Dmitri, un uomo privo di scrupoli che approfittando della sua ingenuità carpisce la fiducia di questa giovane donna senza nome né passato e con l’intento di guadagnare soldi la obbliga a prostituirsi in motel di infimo ordine, la ubriaca e le somministra ogni genere di droga. Nonostante le umiliazioni Alma si affida a un individuo così spregevole per scarsa autostima, cercando tuttavia di racimolare da quel mondo di soprusi un pizzico di tenerezza.
Oates è straordinaria nel delineare le figure femminili del romanzo e il lettore rimane incantato dalla descrizione della sorella di Joshua, Jet, che si intrufola nella vita e nella casa del fratello come un uragano, senza essere invitata, quando apprende della sua malattia per poterlo assistere e offrirgli supporto per un libro che raccolga le memorie della loro famiglia. Personaggio mirabilmente ritratto nei più profondi risvolti psicologici e che rivela tutta la sua complessità nel burrascoso incontro con Alma, Jet è una donna che ha ammirato sin dall’adolescenza il fratello “geniale” e ha cercato in ogni contesto di farsi notare per le sue intemperanze. (“Jet era sempre stata oggetto di preoccupazione. Non si poteva ignorare Jet più di quanto si possa ignorare un bambino che strilla”).
Con questo romanzo Oates conferma la sua alta cifra linguistica e ci regala un racconto semplice e piano nei primi capitoli che si trasforma poco a poco in una narrazione avvincente, ironica e drammatica fino alla tragedia finale che non sveliamo per non rovinare il piacere della lettura.
Il grande talento della scrittrice americana si coglie anche in una scrittura capace di incantare e di infiltrarsi per la sua incisività come una lama di coltello nei meandri più riposti della mente oltre che in uno stile profondo e originale che cattura l’essenza delle sue storie nelle quali la fascinazione per il lato perverso della natura umana si mescola ad una più ampia visione dei rapporti umani che, al di là di apparenti certezze, lascia affiorare quelle scomode verità celate nella vita di ciascuno di noi.


Giorgia Greco


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