Siria: criminale Assad, criminali i ribelli La cronaca di Gian Micalessin
Testata: Il Giornale Data: 03 novembre 2012 Pagina: 12 Autore: Gian Micalessin Titolo: «Un video choc sui crimini di guerra dei ribelli siriani»
Sul GIORNALE di oggi, 03/11/2012, a pag.12, con il titolo "Un video choc sui crimini di guerra dei ribelli siriani", Gian Micalessin racconta l'imbarazzo di Hillary Clinton di fronte a un video che dimostra nei suoi dettagli più veritieri la guerra civile in Siria, ovvero l'impossibilità di stare dalla parte di entrambi gli schieramenti. Aggiungiamo noi, l'unica soluzione è la dissoluzione dello Stato e il ritorno alle tribù.
Giocar il ruolo di protettori e organizzatori di un gruppo di criminali di guerra non è un gran onore. Né per un segretario di Stato, né per un presidente in corsa per la rielezione. Ma è quel che rischia di succedere a Hillary Clinton e a Barack Obama. A pochi giorni dalle dichiarazioni con cui il segretario di Stato americano ha ammesso di lavorare alla riorganizzazione politica dei ribelli siriani le Nazioni Unite sono infatti pronti ad inserire alcuni gruppi d’insorti nelle liste dei criminali di guerra.L’ultimo incubo per l’amministrazione democratica e per la Casa Bianca arriva da un video che documenta l’esecuzione sommaria di una decina di soldati siriani catturati dai rivoltosi dopo la conquista di un posto di blocco intorno alla cittadina di Saraqeb, sulla strada tra Aleppo e il sud del Paese. «Siete i cani di Assad», urla la voce di un comandante ribelle ripreso mentre ordina «riunitemeli tutti da qualche parte». Qualche secondo dopo partono una serie di raffiche di kalashnikov. Meno di un minuto più tardi la telecamera riprende una pila di cadaveri circondati dai ribelli. «Le accuse derivano dal fatto che quei soldati non erano più dei combattenti… a questo punto è molto probabile che si tratti di un altro crimine di guerra» ripete Rupert Colville, portavoce dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’Onu, durante una conferenza stampa convocata subito dopo l’esame del filmato. I gruppi dell’opposizione armata da una parte scaricano la responsabilità su una formazione d’ispirazione integralista conosciuta come «Brigata Salafita Dawood »,dall’altra giustificano l’uccisione con la difficolta per i militanti ribelli di custodire i militari arresisi. «Quelli della Brigata Dawood erano in dieci pure loro e non potendo farli prigionieri hanno dovuto ucciderli» spiega Abu Abdul Rahiem, comandante di un gruppo che opera in quell’area.L’aspetto politicamente più grave della vicenda è la sua concomitanza con la riunione dei rappresentanti politici della rivolta siriana convocati a Doha, nel Qatar, su ordine del Segretario di Stato americano. Un ordine rivendicato esplicitamente da Hillary Clinton nel corso del recente viaggio in Croazia durante il quale ha spiegato di voler avviare una completa riorganizzazione del Consiglio Nazionale Siriano, il movimento politico a cui fanno capo i gruppi armati impegnati nella lotta contro Damasco. «C’è bisogno di qualcuno in grado di rappresentare chi sta in prima linea e combatte e muore ogni giorno per ottenere la libertà… non possiamo andar avanti con un’opposizione governata da gente che avrà molte qualità, ma in molti casi manca dalla Siria da 20, 30 o 40 anni». Intenti teoricamente comprensibili, ma assai rischiosi perché minacciano, alla luce dei fatti, di consegnare la dirigenza politica della ribellione agli stessi responsabili dei crimini di guerra. Anche perché la riunione si svolge a Doha ovvero nella capitale di un Qatar considerato, nonostante l’apparente vicinanza a Washington, uno dei più generosi sostenitori dei gruppi ribelli d’ispirazione jihadista.
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