Come al solito l'attenzione viene distolta dal vero problema: Chiesa = Israele. Ciò che è tanto naturale per i cristiani (i cattolici nella fattispecie) non significa che lo sia per tutti. La signora Ferramosca legga attentamente quanto ho scritto. Non troverà certo un attacco ai dogmi e ai fondamenti della fede cristiana, ci mancherebbe. Il tema è quello dei rapporti con gli ebrei e l'ebraismo e le menzogne e le ipocrisie riguardano l'atteggiamento della Chiesa (o, meglio, delle Chiese) nei confronti degli ebrei negli ultimi duemila anni, atteggiamento improntato al più schietto antigiudaismo in cui ha trovato la sua linfa vitale l'antisemitismo. La stessa citazione dell'omelia di Benedetto XVI ribadisce una pretesa soggettiva e non oggettiva. E' convinzione dei cristiani che la Chiesa (quale Chiesa, la cattolica? Tutte le Chiese?) sia Israele, il che nasce da una soggettiva autoconsiderazione della Chiesa, non da un oggettivo connotato costitutivo. Nelle cattedrali gotiche del nord Europa spesso sono rappresentate Chiesa e Sinagoga. La prima è una bella ragazza riccamente vestita e incoronata che quarda soridente verso il cielo. La seconda è una bella ragazza con gli occhi bendati, corrucciata, con i vestiti laceri, che ha la testa rivolta a terra e una corona tra i piedi. Da ultimo, la signora ha una vaga idea di ciò che è stato prodotto, sotto il profilo religioso, dagli ebrei in questi duemila anni? O pensa, forse, che lo Spirito soffi solo sulla Chiesa cattolica? Il problema sta proprio in quel "senso cattolico" dell'ispirazione divina.
Cordialità
Maurizio Del Maschio
Con le precisazioni di Maurizio Del Maschio (in risposta alla lettrice Ferramosca), consideriamo esaurito il confronto di opinioni. Non sappiamo se con la soddisfazione dei nostri due lettori, ce lo auguriamo comunque, anche se alcune posizioni erano - e sono rimaste- divergenti.
IC redazione