Buscar el levante por el poniente
Cari amici,
se voi aveste qualche cosa da fare, diciamo, a Venezia, andreste a farla a Udine o a Verona? No, via, siete persone di buon senso. E se il vostro indirizzo di lavoro fosse, diciamo, a Roma, cerchereste il vostro ufficio a Stoccolma o a Varsavia? Idem come sopra, è una sciocchezza. Sempre a lume di buon senso, fareste svolgere tutto il giro di Francia in Scozia, il Gran Premio di Montecarlo a Napoli, il festival di San Remo a San Giminiano o Santo Stefano Belbo? E un gran premio motociclistico lo fareste correre in mountain bike, o una maratona in piscina? Scusate, sento che vi state stufando e che vi state chiedendo se vi prendo in giro.
Be', non io. Sapete dove si svolge in questi giorni la marcia per la pace Perugia-Assisi, celebre istituzione del pacifismo, cui usavano partecipare boy scout e segretari di partito, vescovi e intellettuali? Fra Perugia e Assisi, direte voi. Ebbene no. Fra Gerusalemme e Betlemme. Turismo? aspettate un attimo. Sapete che distanza c'è fra Gerusalemme e Betlemme? Una decina di chilometri, da centro a centro. Due-tre ore di cammino, come fra Perugia e Assisi. Ma la marcia Perugia-Assisi (pardon, Gerusalemme-Betlemme) dura una settimana circa, quest'anno. E come si svolge una marcia? A piedi, ça va sans dire. Be' non questa: sarà una marcia in autobus, pullman o torpedone che dir si voglia, a parte due ore di passeggiata “simbolica”. Fra Perugia e Assisi? No, l'abbiamo capito. Fra Gerusalemme e Betlemme, allora? Be', no, sarebbe banale. Fra Gerusalemme e Gerico, ma non fino a Gerico, solo un po'. Ora, rispetto a Gerusalemme Gerico è a est e buoni 1200 metri più in basso, Betlemme è a sud e più o meno alla stessa altezza. Come se da Milano, per andare verso Torino, mi incamminassi “simbolicamente” verso Bologna. Strano simbolo, no? O forse, come diceva Cristoforo Colombo, si tratta di “Buscar el levante por el poniente”, ma poi non si arriva in Cina ma in America... insomma si fanno strane navigazioni, o giri in pullman...
Ma tutto sommato queste cose sono bizzarrie innocue. Denotano una certa, come dire, libertà intellettuale, un rapporto per nulla pedissequo fra parole e cose, una fantasia collodiana, certo; ma chi sono io per impedire agli organizzatori della marcia (fra Perugia e Assisi o fra Gerusalemme e Betlemme, o fra Gerusalemme e Damasco o fra Lodi e Milano, come la bella Gigugin della canzone popolare il cui fidanzato andava a piedi (però proprio a piedi) da Lodi a Milano per avere il piacere di incontrarla?) di farla dove vogliono ? Dopotutto hanno un nome che è tutto un programma, si chiamano “la tavola della pace”, il che fa supporre dei rapporti originali fra alimentazione e politica... Insomma, se, nonostante il loro pacifismo, vogliono emulare la Marina Militare (vi ricordate quello slogan: “vieni con noi e girerai il mondo”), fatti loro. Certamente possono fare l'agenzia degli spostamenti in torpedone, a piedi o in aereo (non credo che, benché religiosissimi, arrivino in Israele camminando sulle acque...) - con un unico limite, però, e importante, che vi dirò fra un attimo.
La cosa grave è che, a quanto pare, costoro quest'anno vorrebbero occuparsi della pace in Siria, che certamente è un tema serissimo e importante, di cui è bene i pacifisti prendano atto. Ma scusate, se vogliono protestare per i bambini siriani uccisi e torturati (da altri siriani, sia chiaro), delle città siriane violentate e distrutte (dai siriani), delle centinaia e migliaia di siriani (e palestinesi, a quanto pare) uccisi alla settimana, sempre da siriani - perché non vanno a manifestare in Siria, diciamo con una bella marcia Damasco-Aleppo, magari in pullman, dato che è molto lunga ? E' pericoloso, dicono loro, Assad non gradirebbe e forse neanche gli islamisti fra i ribelli... Ah, capisco, pacifisti sì ma non martiri. E perché non vanno ai confini della Siria in Libano, dove la guerra siriana si sta estendendo? Pericoloso anche lì, non gradirebbe Hezbollah, quelle sono teste calde... In Iraq, sempre al confine? Non si può, lì comanda in sostanza l'Iran, che appoggia Assad, che non gradirebbe...
Resta la Giordania, che è anch'essa da scartarsi in quanto pericolosa per le manifestazioni... e Israele, l'unico stato democratico fra il Marocco e l'India, l'unico in cui una manifestazione del genere può svolgersi indisturbata. E allora sarà una marcia che terrà conto di questo fatto e nutrirà rispetto e ammirazione per Israele? Neanche per sogno, è una marcia contro Israele, notoriamente potenza coloniale, occupante, oppressiva e quant'altro (l'ideologia non lascia mai che i miseri fatti turbino le sue solide convinzioni...). Almeno sarà una marcia nel nord del paese, ai confini con la Siria... Ebbene no, se andassero nella regione di confine, il Golan (per loro occupato, naturalmente, tutta Israele è occupazione), rischierebbero di incontrare i drusi locali che dopo decenni di fedeltà alla Siria, indisturbata da Israele, si affrettano oggi a richiedere la cittadinanza di Israele, preferendo stranamente uno Stato magari occupante ma che non fa centinaia di morti alla settimana, alle stragi del loro vecchio paese. Insomma ci sono cose da fare a Damasco e si va a Gerusalemme: molto, ma molto più comodo e sicuro. Buscar el levante por el poniente, manifestare contro chi è così simpatico odiare.
E allora meglio da Gerusalemme non andare a Nord verso la Siria, ma tutto il contrario, a sud verso Betlemme, o al massimo a est verso Gerico; meglio non parlare troppo di Siria (come scegliere fra Iran e Turchia? fra ribelli così primaverili e un regime molto “socialista”, tanto da essere appoggiato dai due stati guida dell'”antimperialismo”, cioè Russia e Cina?). Meglio parlare di Israele, inneggiare alla “Palestina libera” (cioè naturalmente “rossa”, salvo che la sinistra nel mondo palestinese e in genere arabo non esiste, il socialismo diventa subito nazionalsocialismo, cioè nazismo, come nel caso della Siria) reclamare l'intifada che non c'è, e non c'è perché gli arabi israeliani e quelli dei territori amministrati dall'Anp stanno comunque molto meglio dei loro parenti in Siria o in Egitto e non hanno la minima voglia di passare le stesse prove. Meglio insomma fare i soliti pacifinti, buoni solo a gridare contro Israele e l'Occidente.
Liberi di farlo, naturalmente. Con due avvertenze. La prima è che questa buffonata della marcia Perugia-Assisi per la Siria che si fa in pullman fra Gerusalemme-Betlemme ha avuto purtroppo dei riscontri pubblici da parte del nostro governo. E' vero che un patrocinio non si nega a nessuno, specialmente se dice di perseguire nobili obiettivi, ma forse sarebbe bene che qualche ministro considerasse meglio le proprie firme di adesione, per non passare dalla parte di quelli che hanno la coazione a ripetere antisraeliana. La seconda avvertenza è questa. I tavolieri della pace hanno dichiarato che la loro marcia Perugia-Assisi fra Gerusalemme e Betlemme (o Gerico, non si sa) avrà quest'anno 200 partecipanti circa. Non è gran che rispetto alle decine di migliaia del passato, ma sempre un bel gruppetto. Fra volo, torpedone, guida turistica, commissario politico, vitto e alloggio, per non parlare dei souvenir, difficile che se la cavino con meno di 1000 euro ciascuno, cioè 200mila euro. Chi paga? La tavola della pace non credo. In passato era emerso che comuni province e regioni (naturalmente quelle illuminate e progressiste) mandavano volentieri i propri funzionari a testimoniare del loro impegno internazionale. Spesati a piè di lista, è chiaro. E' così anche questa volta? Su che voce di bilancio? In tempi così grami, in cui si tagliano asili e mezzi pubblici, c'è sempre budget per questo turismo della pace (o dell'intifada, che non è esattamente la pace)? Sarebbe interessante saperlo. Purtroppo io non ho i mezzi per accertarlo. E però: non dico un magistrato, ma il brillante team della Gabanelli non potrebbe occuparsene e chiarire? O il tema è tabù?
Ugo Volli