IC7 - Il commento di Giacomo Kahn Dal 21/10/2012 al 27/10/2012
Testata: Informazione Corretta Data: 29 ottobre 2012 Pagina: 1 Autore: Giacomo Kahn Titolo: «Il commento di Giacomo Kahn»
Il commento di Giacomo Kahn
Giacomo Kahn, direttore di Shalom
Perdiamo di vista per un momento – solo per un momento – quanto sta accadendo in Medio oriente dove apparentemente tutto sembra uguale a se stesso, e guardiamo a quello che sta avvenendo in Italia. Sarà la crisi economica, sarà il vuoto politico di una classe dirigente dimostratasi incapace e soprattutto ‘mariuola’, sarà quella aria da fine regime, saranno le tensioni preelettorali, fatto sta che l’Italia di oggi scopre una nuova stagione di tensioni sociali, di spinte eversive e si scopre vulnerabile alla violenza dei gruppi estremisti. Le prove, i fatti piccoli o grandi, raccontati sulla stampa o per lo più ignorati, sono davanti agli occhi di tutti. Vi è anzitutto un clima di sospetto, la paura di un grande complotto che attraversa tutti gli schieramenti politici. Sarà vero il passo indietro di Berlusconi e quali obiettivi ha? Chi finanzia la campagna politica di Renzi? Cosa ha in mente Casini? La lista potrebbe proseguire quasi all’infinito. Nel completo sfaldamento di una classe politica che rischia di implodere in se stessa, si aprono spazi a gruppi e ad idee anti sistema che fanno del populismo la loro forza. Più cresce la distanza tra i Palazzi delle Istituzioni e la gente comune, più aumenta la forza di rappresentanza e la capacità di ascolto dei fautori della guerra al sistema. L’esperienza della Repubblica di Weimar ha insegnato che le derive totalitarie trovano terreno di cultura e si alimentano della rabbia sociale che nasce proprio dalla forza dirompetene di una crisi nata dalla debolezza del sistema politico incapace di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, e da una diffusa e prolungata povertà. Non pensiamo tuttavia che sia una esperienza relegata nelle pagine della storia del ‘900: è ciò a cui stiamo assistendo nelle piazze di Atene, con un partito neonazista giunto ad essere la terza forza politica di quel Paese. Abbiamo noi in Italia gli anticorpi, le difese culturali e soprattutto gli strumenti per contrastare tali derive? La cronaca della scorsa settimana ci ha raccontato – ad esempio - di una ventina di militanti del Blocco Studentesco, movimento giovanile di Casa-Pound, che hanno fatto irruzione nel liceo Giulio Cesare di Roma lanciando fumogeni nei corridoi e nelle classi piene di studenti. Una ragazzata – qualcuno potrà semplicisticamente pensare – ma non è così. Alla vigilia delle elezioni, c’è un grande fermento nell’estrema destra, con tentativi di aggregazione di movimenti e sigle anche neonaziste – come raccontato sul giornale da me diretto, da Stefano Gatti nell’articolo “Sta sorgendo un’Alba Dorata anche in Italia?” – con l’obiettivo di creare un partito unico. Questo nuovo attivismo si percepisce non solo nelle azioni squadristi nelle scuole e nelle università, ma nel diffondersi senza ormai alcuna remora di idee negazioniste, e in alcuni casi apertamente antisemite. Sembra quasi – forse non casualmente – che la scomparsa di Shlomo Venezia – ultimo testimone in Italia delle squadre dei detenuti ad Auschwitz che lavoravano alle camere a gas e ai forni crematori – sia caduto ogni pudore e ogni remora e ci si senta liberi di offendere e di negare. C’è di più. C’è la rabbiosa reazione del popolo dell’estrema destra all’annunciato avvio legislativo per l’introduzione in Italia del reato di negazionismo. Lo testimonia – ad esempio - la quantità di insulti che sono stati bloggati sul sito della Comunità ebraica di Roma, che per prima ha dato avvio ad una campagna di comunicazione e di informazione sul tema della negazione e minimizzazione della Shoà. Lo testimoniano le farneticanti e vergognose affermazioni pubblicate su una serie di siti negazionisti e neo nazisti. Monitoriamoli e denunciamoli. La Shoà iniziò con le parole discriminatorie.