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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.10.2012 Come la Francia alimenta l'intifada culturale arabo-palestinese
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 ottobre 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Come la Francia alimenta l'intifada culturale arabo-palestinese»

Come la Francia alimenta l'intifada culturale arabo-palestinese
Analisi di Giulio Meotti

(Traduzione dall’inglese di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12364#.UIqSH5EaySM

Ecco Frédéric Desagneaux ,console di Francia a Gerusalemme, che ha negato le radici ebraiche di Israele.
Cosa aspetta Israele a revocare la sua accettazione ?
 

Il 17 ottobre a Ramallah, il Console Generale di Francia a Gerusalemme, Frédéric Desagneaux, ha firmato, insieme con i consulenti di Mahmoud Abbas, una sovvenzione di bilancio in base alla quale la Francia contribuirà con € 200.000 al restauro della Chiesa della Natività a Betlemme. Il Console Generale francese ha elogiato gli archeologi francesi per “l’aiuto a scoprire la Palestina”. Una copia approvata del suo discorso cita le Grotte di Qumran, dove fu scoperta la raccolta di testi biblici noti come Rotoli del Mar Morto. Il testo non contiene la parola “ebreo” e Israele appare solo in una frase sul “conflitto israelo-palestinese”. Secondo Hamdan Taha, Ministro dell’Autorità Palestinese che si occupa di antichità e cultura, i Rotoli del Mar Morto sono stati in realtà “rubati” agli arabi palestinesi e la Bibbia è una “narrazione mitologica”. “Abbiamo visto quanto siano importanti questi siti archeologici per il riconoscimento internazionale della Palestina, e la Francia intende continuare a sostenerne la rivendicazione affinchè venga riconosciuta la gestione palestinese”, ha detto Desagneaux, agendo da innesco per una nuova violenta propaganda palestinese. Aiutati dal governo francese, gli arabi palestinesi stanno cercando di cancellare ogni traccia di storia ebraica in Giudea. Secondo la joint venture Francia-Anp, l’intera Israele è un mito, un retaggio colonialista, in sostanza un complotto ebraico. L’obiettivo è chiaro: con il finanziamento alla Chiesa della Natività e ad altri progetti, la Francia sta aiutando gli arabi palestinesi a registrare i luoghi sacri presso l’UNESCO a loro nome. “Agli ebrei non sarà permesso pregare sulle tombe dei patriarchi biblici una volta che i siti saranno passati sotto il controllo palestinese” aveva proclamato il defunto Ministro dell’Autorità religiosa Palestinese Hassan Tahboub nel 1995, riferendosi alla Grotta Machpelah a Hebron, alla Tomba di Rachele e alla Tomba di Giuseppe. E’ la Francia che ha aiutato i palestinesi a ottenere il seggio all’UNESCO. Poche settimane dopo, il Comitato di Riabilitazione Palestinese ha issato la bandiera dell’UNESCO accanto a quella nazionale “palestinese” davanti alla Tomba dei Patriarchi. La decisione fa parte della strategia dell’UNESCO per cancellare il carattere ebraico dei luoghi sacri e della città. Il governo francese è un pilastro della macchina ideologica dell’Autorità palestinese, con il Centre Culturel Francais di Gerusalemme, creato nel 1987, con sedi a Ramallah, Gaza e Nablus, l’Alliance Française di Betlemme e l’Associazione Hebron-Francia per gli Scambi Culturali. Il Centre Culturel Francais fondato a Parigi, per esempio, ha fatto una petizione alle autorità israeliane e organizzato permessi per gli arabi palestinesi. Queste istituzioni ospitano eventi culturali per diffondere la teoria della Nakba. Lo storico arabo Elias Sanbar, ambasciatore della ‘Palestina’ presso l’UNESCO, è stato recentemente insignito del titolo di Commendatore delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese. Nello stesso periodo, il consolato francese a Gerusalemme, non ha permesso a una coppia di pensionati francesi che vive a Emek Refaim in prossimità del settore pre-1967 di scrivere in un documento che la loro casa era situata in “Israele”. Anche la città di Mevaseret Zion, a ovest di Gerusalemme, sulla strada per Tel Aviv, non è stata registrata su un certificato di fondazione come appartenente a Israele. Pochi giorni dopo l’affaire Betlemme, l’Île-de-France, la regione francese che comprende Parigi, ha firmato un accordo di cooperazione con l’Autorità palestinese: invierà 300.000 euro per “programmi educativi e sociali a Gerusalemme est”. La politica estera francese alimenta la violenza arabo palestinese Il Comitato per gli Affari Esteri del Parlamento francese ha recentemente pubblicato un rapporto pieno di menzogne, nel quale accusa Israele di attuare l’“apartheid” nella distribuzione dell’acqua in Giudea e Samaria. Il rapporto afferma che l’acqua è diventata “un’arma al servizio di una nuova apartheid”. Il rapporto francese, scritto dal socialista Jean Glavany, ex Segretario di Gabinetto per il Presidente Francois Mitterrand, è una classica calunnia contro gli ebrei, perché stabilisce un inaccettabile confronto tra arabi palestinesi e neri del Sud Africa. Ecco invece la verità: quando la Giordania occupava la Giudea e la Samaria, tra il 1948 e il 1967, circa l’ 80% della popolazione araba non era collegata a una rete idrica. Israele, prima se ne fece carico, poi rifornì quasi tutte le comunità arabe in Giudea e Samaria di tubature, fornendo l’acqua corrente al 90% delle case. Anche se la quota di acqua è stata concordata negli Accordi di Oslo, i palestinesi ora stanno sostenendo che “tutta l’acqua che cade sulle colline” appartiene a loro. La tesi di Israele è che l’acqua che si deposita principalmente su un lato della cosiddetta Linea Verde (i confini precedenti alla guerra del 1967, ndr) non appartiene agli arabi, che non ne hanno mai rivendicato la proprietà. Sostenutiti dalla propaganda francese, i palestinesi lo giudicano adesso un” furto” , arrivando al punto di chiedere un risarcimento per l’acqua consumata a partire dal 1948. La stessa operazione riguarda i siti storici in Giudea e Samaria. La Francia,quindi, come “una potenza musulmana”, con la sua tradizionale politica filo- araba, un paese che ha riproposto l’accusa del sangue con il caso Mohammed al Dura, ora alimenta un’intifada culturale che non è meno pericolosa di missili e attentati. Attraverso le menzogne antisemite, contribuisce a creare un clima propizio affinchè il conflitto non abbia fine.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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