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La Stampa Rassegna Stampa
25.10.2012 Siria, Assad 'accetta' la tregua continuando coi massacri
cronaca di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 25 ottobre 2012
Pagina: 19
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Assad dice sì alla tregua. Ma le stragi continuano»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 25/10/2012, a pag. 19, l'articolo di Giordano Stabile dal titolo "Assad dice sì alla tregua. Ma le stragi continuano".

Come si legge nell'articolo e nel titolo, le stragi di Assad continuano. In base a quali elementi, allora, si può sostenere che Assad abbia 'accettato la tregua'?

Bashar al Assad ha detto sì alla tregua proposta dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Lakhdar Brahimi. Il cessate il fuoco dovrebbe durare i 4 giorni dell’Aid al Adha, la festa del sacrificio che in quasi tutti i Paesi musulmani comincia oggi, ma in altri, compresa la Siria, domani. Per questo il governo di Damasco ha precisato che «la decisione definitiva» sarà presa in giornata. Anche il Libero esercito siriano, principale forza armata dell’opposizione, ha dato la sua disponibilità. «Se l’esercito rispetterà la tregua noi faremo lo stesso - ha detto il generale Mustafa al Sheik -. Ma il regime ha mentito molte volte». Contrari invece i gruppi legati ad Al Qaeda, come Al Nusr al Sham: «È solo un trucco di un regime di infedeli».

L’Aid al Adha, la festa del Sacrificio, ricorda la disponibilità di Abramo (o Ibrahim) a sacrificare suo figlio per rispettare la volontà di Dio. Non è chiaro se l’eventuale tregua coprirà solo per il tempo delle celebrazioni. Brahimi, che ha ricevuto l’appoggio del segretario di Stato americano Hillary Clinton e del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è stato vago: «Se questa umile iniziativa avrà successo - ha commentato dopo l’annuncio - spero che potremo rafforzarla». Anche «la maggior parte» delle fazioni dei ribelli, ha precisato il diplomatico, «hanno accettato in principio di osservare la tregua».

Per ora la guerra continua. Ieri un’autobomba ha fatto almeno sei morti in un quartiere meridionale. Intensi bombardamenti a Maarrat an Numaan, nel Nord, e ad Aleppo hanno fatto almeno 25 vittime civili. Altri, «a decine», sono stati uccisi a Duma, sobborgo di Damasco. Il governo però accusa i ribelli della strage. Secondo l’Osservatorio per diritti civili, vicino all’opposizione, dall’inizio della rivolta i morti sono oltre 35mila: 24.964 civili, 1.276 disertori passati con gli insorti, 8.767 soldati. Cifre spaventose, anche per l’esercito regolare. In media, nella guerra urbana, ci sono quattro feriti gravi per ogni caduto. Ciò significa che Assad ha perso quasi 45mila uomini su 200 mila. La tregua fa comodo anche al raiss.

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