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Il Foglio Rassegna Stampa
25.10.2012 Il Sudan del criminale Bashir accusa Israele di aver bombardato una fabbrica di armi
cronaca di Daniele Raineri

Testata: Il Foglio
Data: 25 ottobre 2012
Pagina: 1
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Strike in Sudan»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 25/10/2012, in prima pagina, l'articolo di Daniele Raineri dal titolo "Strike in Sudan".


Daniele Raineri

Roma. Secondo una fonte diplomatica del Foglio che desidera restare anonima, l’accusa precisa lanciata ieri dal governo sudanese sarebbe “pura disinformatia”. Ieri pomeriggio il ministro dell’Informazione di Khartoum, Ahmed Bilal Osman, ha puntato l’indice contro Israele, che avrebbe colpito di notte il complesso militare industriale di Yarmouk, a Sheggera, dodici chilometri a sud della capitale: “Quattro aerei hanno bombardato la fabbrica militare di Yarmouk, venivano da est”. I residenti dicono di avere sentito una serie di esplosioni prima che si levassero le fiamme altissime di un rogo che ha devastato gli edifici ma che non ha fatto vittime. Alcuni dicono di avere sentito come “il rumore di un razzo” o, ancora, di un aereo in atterraggio. Quel complesso militare è un sorvegliato speciale dal 1998, da quando un rapporto firmato da Human Rights Watch rivelò che il governo usava il sito per lo stoccaggio di armi chimiche destinate all’Iraq – secondo alcuni membri dell’opposizione sudanese. Il governo accusa Israele perché in passato ci sono state azioni in Sudan contro il traffico di armi che dall’Iran, attraverso un giro da sud, arriva all’Egitto e su fino alla Striscia di Gaza controllata da Hamas. Nel gennaio 2009, secondo il Pentagono, aerei israeliani hanno bombardato un convoglio: 39 morti e 17 veicoli distrutti. Nel 2011 ci sono stati altri due strike minori, ad aprile e dicembre. A maggio un’automobile con un uomo di Hamas è saltata in aria vicino a Port Sudan, e c’erano tutti i segni di un attacco con un missile. Il Sudan è un paese che triangola le sue alleanze tra Iran, Hamas e Qatar, l’emirato del Golfo che ha appena promesso aiuti per 400 milioni di dollari alla Striscia di Gaza. Per la sua posizione geografica – in mezzo alle rotte dei traffici – e per il disordine politico è un candidato naturale a diventare il campo di battaglia di conflitti altrui. Ieri Israele non ha commentato la notizia, come sempre accade. Secondo la fonte, il primo indiziato sono i ribelli del Darfur, che da anni promettono una campagna di infiltrazioni e sabotaggi nella capitale.

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