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Ugo Volli
Cartoline
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Come fare un giro in barca a vela nel mare del Jalil 24/10/2012

Come fare un giro in barca a vela nel mare del Jalil


Lago di Tiberiade
in alto a destra, Galilea, il prossimo obiettivo di Hezbollah


Hezbollah


Massimo D'Alema a braccetto con Hezbollah

Cari amici,

siete mai stati in jail, voglio dire in prigione? Spero proprio per voi di no. Ma magari, senza saperlo, siete stati in jalil, che al momento è libera, ma qualcuno vorrebbe trasformare in una prigione o peggio, in un mattatoio. Non capite di che cosa parlo? Molto semplice. Jalil è la trascrizione araba di Galil, che in italiano si dice Galilea. E' la parte settentrionale di Israele, quella fra l'altro vicino a Nazaret intorno al lago di Tiberiade dove Gesù è cresciuto e  ha fatto la prima parte della sua attività di maestro, ma anche quella di Safed e della suo scuola mistica e prima dei massoreti che intorno al VII secolo fecero la prima cura filologica della Bibbia ebraica e di tante altre storie.
Oggi è un territorio fertile, bellissimo, con colline, laghi, l'alto corso del Giordano, frutteti straordinari e molto turismo.

Chi allora vuol trasformare questo territorio meraviglioso in una prigione o in un carnaio? Forse la provenienza araba della parola jalil vi aiuta a capire. Già, Hezbollah, il movimento terrorista che in questo momento contribuisce alle disgrazie della Siria con alcune migliaia di uomini al servizio di Assad e usando molte decie dei suo razzi al giorno per bombardare le città siriane in mano ai ribelli. E' una cosa di cui non parla nessuno, ma non preoccupatevi, se pensate con buona parte del mondo arabo che faccia male a sprecare queste armi contro i siriani, che sono tutti musulmani, invece che spararle contro Israele: si è calcolato che Hezbollah disponga di trentamila fra razzi e missili, quindi gliene restano più che abbastanza per dar fastidio ai cattivi sionisti; eventualmente ci penserà babbo Iran a far loro il pieno.

Anche se è impegnato in questo momento a tempo pieno a far la guerra ai siriani, e magari a far saltare per aria qualche governante libanese che non gli piace, Hezbollah infatti non perde di vista il suo scopo primo, che è la distruzione di Israele e fa piani. Non solo per resistere all'eventuale “aggressione” o magari anche “invasione” sionista. Questo è il minimo. Ma c'è  molto di più da fare. Per esempio, invadere (pardon liberare) il territorio israeliano (pardon, della Palestina occupata). Vi sembra un po' improbabile? anche a me. Ma non pensiate che Hezbollah sia presuntuoso, per esempio non si sogna di “liberare” Eilat e neppure Beer Sheva, si accontenta per l'appunto della Galilea, estendendola però fino a comprendere Haifa e il Carmelo, fino a Hedera, alle soglie del distretto centrale di Israele.

Immagino che vi chiediate come lo so, e magari vi preoccupiate per le pericolose imprese spionistiche che devo aver compiuto per informarvi di questo magnifico piano. Be' non preoccupatevi, lo dicono loro. Vi prego davvero di guardare questo sito, che è un po' videogame, un po' infografica, http://www.english.moqawama.org/uploaded1/essaysimages/big/2012/09/jalel_995x650%20_en.swf  , dove si annuncia “where the Resistance confronts ennemy next” dove la “resistenza” si scontrerà col nemico la prossima volta ed è per l'appunto la Galilea estesa di cui vi ho parlato. Non ci sono i piani di battaglia, naturalmente, ma gli obiettivi politici sì. Notate che non si parla qui di “territori occupati”, ma di un terzo o un quarto del territorio storico di Israele, tutto all'interno della “linea verde”, o se volte dei “confini del '67”, dove vive un buon milione di ebrei, destinati naturalmente ad essere “confrontati”. Insomma si tratta di un progetto di invasione in piena regola, da parte di un esercito piccolo, ma bene organizzato e potentemente armato da parte dei suoi padroni dell'Iran e della Siria. Che ne dite? Vi sembra un atteggiamento pacifico o degno di appoggio da parte di pacifisti, flottiglie e compagnia cantante?  Naturalmente sì. Ma non solo da parte loro. Sappiate che l'Unione Europea ha rifiutato la pressione americana, naturalmente israeliana e anche britannica per iscrivere Hamas nella lista dei movimenti terroristi.  Per carità, ha risposto l'Unione Europea, è un movimento politico, con una dimensione sociale interessante. Non a caso il semi-rottamato ma sempre valido D'Alema decise qualche anno fa, quando di mestiere non faceva il quasi ex deputato ma il ministro degli esteri decise di fare una passeggiata in pubblico a Beirut con un loro “dirigente”, che poi di fatto è il responsabile della logistica, cioè dei rifornimenti di armi e munizioni. Che volte, è la politica. Così, se gli va bene, magari la prossima volta può farsi un giretto in barca a vela sul lago di Tiberiade. Pardon, il lago del Jalil, come dicono loro

Ugo Volli


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