Noam Chomsky megafono di Hamas a Gaza il linguista anti israeliano ricevuto con tutti gli onori dai terroristi della Striscia
Testata: Il Foglio Data: 23 ottobre 2012 Pagina: 3 Autore: Redazione del Foglio Titolo: «I volenterosi accademici di Hamas»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 23/10/2012, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " I volenterosi accademici di Hamas ".
Noam Chomsky
Il famoso linguista e patriarca del dissenso americano, Noam Chomsky, a Gaza è stato accolto come un eroe dagli ufficiali di Hamas in doppiopetto. Si chiama “intelligenza col nemico” e l’intellettuale radical americano ne è un formidabile maestro. Le esibizioni di sostegno ai jihadisti di Chomsky potrebbero essere considerate una bizzarria senile, nulla di più che un’ulteriore prova di come la mente un po’ appannata dell’intellettuale ebreo venga obnubilata dalla sua ideologia. Ma Chomsky a Gaza non era solo, con lui c’erano un’altra ventina di docenti occidentali guidati da David Heap, francesista dell’Università canadese dell’Ontario, e ancora la linguista Máire Noonan, lo storico Phillipe Prévost, la francesista Stephanie Kelly e molti altri accademici dall’Inghilterra. Decisiva in queste iniziative pro Gaza è poi la fondazione Heinrich Böll, l’organizzazione che fa capo ai Verdi, che prende il nome del Nobel per la Letteratura tedesca e che figura fra le principali ong in Germania. Il logo della fondazione Böll campeggiava alle spalle di Chomsky durante le conferenze tenute nella Striscia di Gaza. L’iniziativa pro Hamas dei docenti occidentali non è affatto isolata. La London School of Economics, per esempio, ha deciso di gemellarsi con l’Università islamica di Gaza. Alcuni giorni fa trecento accademici europei hanno chiesto all’eurocommissaria alla Ricerca, Máire Geoghegan-Quinn, di escludere da ogni bando accademico le università israeliane perché “complici dell’occupazione”. Fra i firmatari anche Gérard Toulouse, membro dell’Académie française, Malcolm Levitt, anche lui membro della Royal Society, e il filosofo blasonato Slavoj Zizek. Dall’Italia hanno firmato in cinquanta. C’è la sensazione che il troncone islamico del rigetto palestinese stia conquistando una “normalità”. Non sembra generare più scandalo il fatto che Gaza sia diventata ufficialmente il primo stato terroristico al mondo. Con l’aiuto dei “nostri” volenterosi accademici.
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