Le minacce dell'antisemitismo e del terrorismo online
Manfred Gerstenfeld intervista Rabbi Abraham Cooper
(Traduzione di David Braha)
Manfred Gerstenfeld, Rav Abraham Cooper
"L'aumento esponenziale nell'uso di internet nel corso dell'ultimo decennio ha portato alla nascita di un nuovo modo di trasmettere messaggi ed immagini a contenuto antisemita. Siti internet bigotti e razzisti vengono creati in continuazione, formando cosí un network di pagine web collegate una con l'altra; e in questa maniera proliferano in rete gruppi razzisti tradizionali come i neo-nazisti, il Ku Klux Klan, e le teste rasate.. Tutto questo mentre si rafforzano anche altri gruppi di attivisti ispirati ad ideologie no-global, che si scagliano continuamente contro America ed Israele."
"Già nel 1995 esisteva un sito di nome Stormfront che diffondeva odio e razzismo. Il sito è attivo ancora oggi, e possiamo trovarvi un'enorme quantità di materiale xenofobo. Il “ Digital Terrorism and Hate Projec “t del Simon Wisenthal Center (SWC) - un programma iniziato ben 14 anni fa - tiene costantemente sotto controllo oltre 15000 siti web che diffondono odio e terrorismo. Il problema di oggi però è che questo gioco di numeri è reso sempre più marginale dall'incredibile diffusione dei social network. Ora un singolo post, un'immagine, un video su YouTube, sono da soli in grado di raggiungere migliaia, se non milioni di persone."
Rav Abraham Cooper è direttore associato del Simon Wisenthal Center di Los Angeles. Per oltre 30 anni, Rav Cooper è stato supervisore del dipartimento per l'azione sociale internazionale del SWC - occupandosi di temi che variano dall'antisemitismo nel mondo, ai risarcimenti per i crimini di guerra dei nazisti; dal monitoraggio dei gruppi estremisti, all'educazione alla tolleranza.
"Oggi chiunque ha il potenziale di creare un sito internet; e ciò rende possibile resuscitare qualsiasi idea, e diffonderla presso un pubblico vastissimo. Tramite questo incredibile mezzo di comunicazione, chiunque può arrivare ad affermare senza incorrere in alcuna critica o sanzione che, per esempio, gli ebrei bevono il sangue delle loro vittime. Altri temi antisemiti tipici tra quelli che si trovano online riguardano la 'mitologia' sull'11 Settembre, la negazione della Shoah, ed “ I Protocolli dei Savi Anziani di Sion “. Internet fornisce quindi delle fondamenta solide a temi antisemiti vecchi e ben noti, che vanno a rafforzare online un'ancora più vasta sottocultura di odio."
"Internet è particolarmente efficace nella diffusione dell'odio per una serie di ragioni. Costa poco, è difficile da monitorare, ed è quasi impossibile da bloccare. Inoltre, non conosce confini. In questa maniera anche un singolo individuo che vuole diffondere odio, ha la capacità di operare su scala globale."
"La minaccia del terrorismo internazionale ha portato ad un cambiamento radicale nel modo in cui la politica ed i media americani guardano ad internet. In questo senso, l'11 Settembre ha funzionato da vero e proprio campanello di allarme. Da allora, il problema principale non dovrebbe essere più la libertà di espressione, ma la sicurezza nazionale. Oggi, quando si combatte il terrorismo, non si tende a reagire alle minacce online; mentre invece si dovrebbe agire in anticipo. Nel mondo post ‘11 Settembre’ le autorità non possono più permettersi di gire dopo che un attacco è già avvenuto. Devono agire prima, al fine di evitarlo."
"Nonostante ciò, per via del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, gli americani ancora si oppongono all'intervento delle autorità anche in casi che riguardano la diffusione dell'odio. E questo ha reso gli Stati Uniti la capitale digitale dell'odio. Basta fare un esempio: dagli anni '60 in poi i libri nazisti, che nella stessa Germania erano illegali, venivano pubblicati negli USA e poi spediti per posta in Germania. Oggi, siti internet che le autorità tedesche cancellano dai propri server, ricompaiono tali e quali su quelli americani."
"Se vogliamo ridimensionare il numero e la forza dei siti che istigano all'odio, dobbiamo continuamente spronare le compagnie che offrono servizi online a fare la loro parte. Quando trattiamo con società come Facebook, Google, e YouTube, non mettiamo in discussione il principio della libertà di espressione; piuttosto, li informiamo come contenuti del genere violino le regole interne di quelle stesse società."
"Quando un nuovo utente clicca sul tasto 'accetto', sta sottoscrivendo un accordo con valenza contrattuale. Quando ci si iscrive per ricevere il servizio di queste società, si sta quindi accettando di seguire e rispettare loro regolamento. Tali 'contratti' danno a queste società il potere di cancellare o rifiutare alcuni contenuti, se non addirittura di interrompere il servizio nel caso di utenti che ne violano le regole. Questo approccio ha sortito effetti positivi nel caso della cancellazione di numerosi siti, forum, e pagine Facebook. Ad oggi, Facebook si merita un 7 in quanto a cooperazione in questo campo. A YouTube diamo un 4. Nel caso di Twitter invece, la società deve ancora rendersi conto che il servizio è regolarmente abusato da terroristi e da altri diffusori di odio."
Secondo Rav Cooper, gli ebrei e le loro istituzioni devono fare molto di più per controllare internet: "Dal momento che, come in qualunque democrazia, anche noi paghiamo le tasse, abbiamo il diritto di chiedere alle autorità di investire parte di quei fondi per assicurarci che i terroristi non distruggano la nostra società democratica. Quando ci troviamo di fronte a delle minacce provenienti dalla rete abbiamo il diritto, se non l'obbligo, di pretendere questo comportamento. Inoltre, dobbiamo mantenere l'allerta ed agire preventivamente per combattere tutti coloro che odiano Israele, il Sionismo, e che riversano odio e falsità sugli ebrei."
"Dobbiamo affrontare queste sfide tutti insieme. Inclusi i governi, le forze dell'ordine, le agenzie d'intelligence, le ONG, e la popolazione di Internet nel suo complesso. Un'altra grande sfida resta sempre quella di fare in modo che il sistema educativo, i genitori ed i media comprendano la vera portata ed il grande pericolo che una rete senza regole e controlli rappresenta per i valori democratici. E, allo stesso tempo, di come il fanatismo online, l'antisemitismo, ed il terrorismo rappresentino una minaccia costante per gli ebrei e per lo Stato d'Israele".
Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni. Collabora con Informazione Corretta.