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La Stampa Rassegna Stampa
12.10.2012 Afghanistan: niente 'amicizia' con gli infedeli francesi
cronaca di Alberto Mattioli

Testata: La Stampa
Data: 12 ottobre 2012
Pagina: 14
Autore: Alberto Mattioli
Titolo: «L’Afghanistan rifiuta l’amicizia della Francia: siete degli infedeli»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/10/2012, a pag. 14, l'articolo di Alberto Mattioli dal titolo "L’Afghanistan rifiuta l’amicizia della Francia: siete degli infedeli".


François Hollande con Hamid Karzai

A che cosa porta la politica del 'porgi l'altra guancia'? La Francia spende milioni di € in aiuti per l'Afghanistan, ma questo non viene apprezzato perché non è una nazione islamica, i senatori afghani vogliono che la parola 'amicizia' venga cancellata dal trattato di cooperazione e amicizia tra Francia e Afghanistan. Non si può essere 'amici' con gli infedeli. Incassare i loro soldi sì, invece.
Ecco il pezzo:

Amicizia rifiutata, come su Facebook. Già: non basta voler aiutare gli afghani. Bisogna soprattutto che gli afghani vogliano farsi aiutare. E, in ogni caso, sempre con molte ritrosie. I francesi ne hanno fatto l’ennesima amara esperienza con lo strano caso della ratifica, da parte del Parlamento di Kabul, del Trattato di cooperazione e di amicizia fra Francia e Afghanistan firmato con grande enfasi il 27 gennaio scorso da Nicolas Sarkozy e Hamid Karzai e che, fra l’altro, prevede consistenti aiuti di Parigi (più di 300 milioni di euro) per educazione, salute, agricoltura e infrastrutture.

I due rami del Parlamento francese l’hanno votato in luglio, la Camera dei deputati afghana in settembre e il Senato sempre afghano martedì scorso. Ma i senatori di Kabul hanno chiesto al governo di togliere la parola «amicizia» che, secondo i precetti della sharia, non può essere utilizzata con gli infedeli. Quindi, ha spiegato all’Afp la senatrice Zahra Sharifi, i padri coscritti hanno chiesto di sostituirla con «relazione», meno impegnativa. In effetti, le notizie da Kabul sono un po’ confuse, come succede spesso nei pasticci afghani. Secondo il vicepresidente del Senato, Rafiullah Gul Afghan, hanno votato solo 52 o 53 senatori su 102 e 46 (o 47) per il sì, purché non si parli di amicizia. Secondo l’ambasciata francese, i sì sono stati 91 su 95.

Di certo, perché l’ha scritto ieri il terribile «Canard Enchaîné» che riesce sempre a mettere il becco anche nei posti più chiusi, mercoledì all’Eliseo la notizia non ha rallegrato troppo i ministri di François Hollande. Quello degli Esteri, Laurent Fabius, ha spiegato che alla fine diversi senatori afghani hanno accettato di votare soltanto «perché ci sono molti musulmani in Francia».

Parigi ha fatto molto per l’Afghanistan. Lì sono caduti 88 soldati francesi e, benché Hollande stia attuando il ritiro promesso in campagna elettorale, sul terreno ci sono ancora 2.550 militari. Erano circa 4 mila un anno fa, diventeranno 1.400 con l’inizio del prossimo e il ritiro sarà completato a fine 2013. E non amici come prima.

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