Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/10/2012, a pag. 14, l'articolo di Alberto Mattioli dal titolo "Francia, blitz anti-jihad trovati esplosivi e armi".
I terroristi della porta accanto preparavano un attentato. In un garage di Torcy, nella banlieue est di Parigi, gli inquirenti hanno trovato scorte di nitrato di potassio, zolfo e salnitro, insomma gli ingredienti per fabbricare delle bombe, certo fai-da-te ma non meno micidiali. Era il deposito della rete di islamisti radicali smantellata sabato con quattro blitz della polizia a Parigi, Cannes, Torcy e Strasburgo, un’operazione il cui bilancio è, per ora, di dodici fermi e un morto. Il morto è Jérémy Félix Louis-Sidney, probabilmente il capo, che nella sua casa di Strasburgo (dove c’erano anche la moglie e due figli piccoli) ha ricevuto gli agenti scaricando loro addosso la sua Magnun 357 ed è stato ucciso nella sparatoria.
Il procuratore di Parigi, François Molins, ha definito la cellula «di un’estrema pericolosità» e ha annunciato che il fermo dei sospetti sarà prolungato, come prevede la legge voluta da Sarkozy nel 2006 in caso «di rischio grave di imminente azione terroristica». I suoi obiettivi sono noti: oltre alle armi, agli esplosivi e ai testamenti già firmati, dalle perquisizioni è anche saltata fuori una lista manoscritta di istituzioni e associazioni ebraiche. François Hollande ha ricevuto nei giorni scorsi i rappresentanti delle comunità ebraica e musulmana, cui ha promesso fermezza e una «mobilitazione totale» dello Stato.
L’opinione pubblica francese, però, è inquieta. Colpiscono i percorsi dei sospetti: cittadini nati in Francia, giovani (dai 19 ai 25 anni), talvolta con precedenti per storie di droga o di violenza, poi convertitisi all’Islam più radicale spesso proprio in carcere, dove i «cappellani» musulmani scarseggiano e predicano imam improvvisati ed estremisti. Uno dei fermati, Jérémy Bailly, è stato arrestato a Torcy mentre rientrava a casa dalla moschea armato con una calibro 22. Un altro, Yann Nsaku, è un ex calciatore di origini congolesi di discreta notorietà per aver giocato anche in Inghilterra, a Bradford. Su Facebook, diffondeva foto di palestinesi uccisi dai soldati israeliani con commenti come questo: «Come non odiare questo popolo maledetto?».
La Francia scopre che i fanatici le sono cresciuti «in casa». Nei loro scritti, nei testamenti «all’indirizzo di Allah», nei siti Internet radicali dove scrivevano, questi figli perduti della République dichiaravano «la guerra alla Francia». E per loro la vicenda di Mohamed Merah, l’uomo che ha ucciso sette persone fra cui tre bambini, era «la battaglia di Tolosa».
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