|
|
||
Leggo dalla redazione di IC: "sempre acute e penetranti le riflessioni di Alessandro Schwed". Lo sono anche quando, come sul Foglio di oggi, scrive: "... allora non ci sarebbero stati Auschwitz nè Hiroshima"? Avvenimenti che stanno proprio sullo stesso piano? Pietro Fanelli L'articolo di Alessandro Schwed (era abbinato con un pezzo su David Grossman) l'abbiamo presentato ieri così: " I buoni che non riescono a vedere la realtà, auspicano un 'suicida' porgi l'altra guancia ". Le pare un complimento ? Alessandro Schwed ha la sua suggestione, pur risultante talora un po'...pesantuccio. Ma quando parla di "restituzione", come nel suo ultimo articolo apparso su il Foglio, davvero non è dato capire di che parli e a chi debba essere fatta tale restituzione. Si restituisce qualcosa al legittimo proprietario; qui dov'è tale proprietario? Ricordando quanto scrisse anni fa Deborah Fait, che il vero nome di "Giudea" sia per caso "Arabea"? Restituzione: un altro vocabolo malato che va in circolo. Mara Marantonio |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |