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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.10.2012 IC7 - Il commento di Andrea Jarach
Dal 30/09/2012 al 06/10/2012

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 ottobre 2012
Pagina: 1
Autore: Andrea Jarach
Titolo: «Il commento di Andrea Jarach»
Il commento di Andrea Jarach


Andrea Jarach
Gruppo Proedi Founding Partner & CEO

Nei giorni dell’anniversario della promulgazione delle leggi antiebraiche del 1938 c’è da restare addolorati dell’oblio calato su uno dei momenti più tristi della storia italiana, e questo ingenera una serie di riflessioni sulla forza dei pregiudizi e della cattiva informazione.

In  questa settimana, certamente densa di notizie di ogni genere, in cui l’argomento principe dovrebbe essere il vento di guerra che soffia sempre più caldo dal Medio Oriente, vorrei invece meditare su tre argomenti collegati tra loro proprio dal nuovo antisemitismo, quello che deriva dalla ignoranza innestata sul pregiudizio negativo tradizionale verso gli ebrei, trasferitosi dal dopoguerra senza esitazioni sullo stato ebraico.

Gli argomenti che vorrei rapidamente affrontare in una prospettiva italiana sono:

1)     l’assordante silenzio caduto sulla situazione siriana.
2)     La posizione del sindaco di Napoli De Magistris, e dei media italiani, nei confronti della nuova freedom flotilla che approda a Napoli in queste ore.
3)     La posizione del Comune di Milano nei confronti della settimana della cultura palestinese

Denominatori comuni sono la cattiva informazione e le sue conseguenze nefaste.

Nel primo caso i media non trovano più il morboso interesse del pubblico nel vedere arabi che massacrano altri arabi: non si sa più chi sia  il  “cattivo”. Chi ricorda l’attenzione mediatica al cosiddetto “massacro di Jenin”, quando in realtà gli israeliani sacrificarono la vita di numerosi militari per non bombardare una cittadina divenuta covo di terroristi armati, non può non provare un senso di disgusto di fronte all’applicazione di ben diversi criteri ai massacri che insanguinano la Siria.

Era naturale allora per il pubblico credere alla montatura palestinese: migliaia di morti, stragi e distruzioni. Tutto inventato dalla propaganda, ma ancora oggi nella gente la parola Jenin evoca la supposta crudeltà degli israeliani.

E perché era così naturale credere a questa messinscena a beneficio dei media? 

Forse per la stessa ragione che spinge oggi il sindaco di Napoli ad accogliere una nave che porta aiuti umanitari in un luogo come Gaza che è rifornito di ogni ben di Dio, come recentemente ammesso anche dagli stessi governanti di Hamas. E a dare supporto anche economico a questa impresa navale mentre la città italiana si dibatte in un debito senza soluzione. Contro ogni evidenza, documentale, fotografica, testimoniale, i media danno per scontato che Gaza sia un inferno a causa degli israeliani e hanno reso gli italiani talmente pieni di pregiudizio che non vedono cosa realmente avviene.

Tutti indotti a credere con malafede che Gaza sia una “prigione a cielo aperto”.

Qui si innesta il caso del Comune di Milano. Come abbiamo avuto modo di denunciare proprio tramite Informazione Corretta, a Milano si è verificato un grave episodio che mostra come le incrostazioni e i pregiudizi anti israeliani siano difficili da rimuovere anche se chi ne è affetto è dominato (vogliamo sperare) dalle migliori intenzioni e si dichiara a favore della pace e della soluzione dei “due Stati”. 

Ricapitoliamo: il Comune, per pareggiare l’evento Unexpected Israel dello scorso anno, promette ai palestinesi un simile spazio. 

Il caso vuole che io partecipi alla conferenza stampa di lancio della settimana della cultura palestinese e veda presentato l’evento come una risposta, nelle parole dell’Assessore alla Cultura Boeri, “agli inutili e anacronistici muri e confini”. In tutta la conferenza stampa non si cita il nome Israele, e il recente viaggio del Sindaco Pisapia viene menzionato come viaggio in Medio Oriente.

Uscendo dal municipio mi imbatto nella locandina dell’evento e vedo a fianco dello stemma della nostra città (che ha patrocinato il tutto con 120.000 euro dei cittadini) lo stemma della Missione Diplomatica Palestinese. Come tutti gli emblemi palestinesi esso riflette il rifiuto del riconoscimento di Israele, ovvero rappresenta nel colore verde Islam tutto il territorio che va dal Libano al Mar Rosso e dalla Giordania all’Egitto.

Sono certo che i rappresentanti del Comune di Milano non si rendono conto che con le loro dichiarazioni e con i simboli avallano le posizioni di chi non ammette il dialogo e la trattativa ma persegue la politica del “rifiuto”.

Purtroppo la stanca ripetizione degli slogan ha reso naturale per i rappresentanti della città, pur gemellata con Tel Aviv, associarsi e finanziare una manifestazione che prevede la non esistenza di Israele.

In conclusione non si può che essere indignati di fronte ai danni generati dalla informazione a senso unico ed è triste pensare che nonostante tutto il bene che Israele con ogni evidenza porta all’umanità intera con i suoi ritrovati scientifici, nonostante il fatto che sia la sola democrazia vitale della regione mediorientale dove i diritti umani degli arabi sono pienamente rispettati, nonostante le evidenti minacce alla sicurezza che provengono da tutto il mondo arabo circostante, nonostante il rifiuto palestinese all’esistenza di Israele… si debba ancora constatare come il pregiudizio negativo influenzi gli italiani e i realizzatori dei nostri media.

Un circolo vizioso che in un momento così delicato a livello internazionale deve spronarci a tenere alta la guardia e controbattere con fermezza i frutti del pregiudizio e della propaganda anti israeliana.

Triste doverlo fare in Italia. Paese che ha vissuto le leggi razziali nell’indifferenza dei più.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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