Sul SOLE24ORE- Domenica, di oggi, 07/10/2012, a pag. 29, Giulio Busi recensisce il libro di Theodor Herzl "Vecchia terra nuova", sotto una titolazione sbagliata, rivelatrice dell'incompetenza di chi l'ha fatta. Non 'favola', ma novella, che nel caso di Herzl - come nota Busi- significa 'annuncio', non 'favola', che è tutt'altro. A parte questo svarione, il testo di Busi è perfetto come sempre.
Il libro verrà inserito quanto prima nella sezione 'Libri Raccomandati', curata da Giorgia Greco.
Eccolo:
Theodor Herzl, Vecchia terra nuova,
a cura di Roberta Ascarelli, Bibliotheca Aretina, Arezzo,
pagg. 238, € 20,00
«Straordinariamente bello, cortese, affabile, divertente», come lo definiva l'amico Stefan Zweig. Un tipo da salotto, insomma, fatto apposta per imporsi nell'alta società a colpi di savoir faire. Theodor Herzl, nato a Budapest nel 1860, non aveva certo i tratti del politico di professione. Giurista mancato, giornalista insoddisfatto, autore teatrale di discreto successo, romanziere garbato, un eclettico di buon talento ma incapace del colpo di genio. Se non che, da questa personalità poliedrica e, in fondo, irrisolta, è uscita una delle ultime, e più contrastate utopie moderne, il sionismo. Trovata, questa sì, geniale, ibrido arrischiato tra letteratura e impegno rivoluzionario. Il modo migliore per scoprire la natura romanzesca del sionismo è, appunto, leggersi un romanzo.
Altneuland, un bisticcio di parole che si può rendere con «Vecchia terra nuova», è l'esperimento narrativo a cui Herzl affidò la buona novella sionistica, dopo aver tentato per anni di convincere i potenti di mezzo mondo a sponsorizzare il ritorno di Israele a una propria patria. Disorganico e a tratti farraginoso, Altneuland non è certo un sommo capolavoro letterario. Il contrasto tra i vizi della società ebraica assimilata e una Palestina redenta dalla nuova ideologia è però reso con una forte carica polemica. La Terra Promessa trasfigurata dal progresso, era nel 1902, all'uscita del libro, pura illusione. Sarebbe diventato realtà solo mezzo secolo più tardi, al prezzo che sappiamo.
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