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Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.10.2012 In galera chi combatte il terrorismo, libero il terrorista
Analisi di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 ottobre 2012
Pagina: 1
Autore: Vitaliano Bacchi
Titolo: «In galera chi combatte il terrorismo, libero il terrorista»

In galera chi combatte il terrorismo, libero il terrorista
Analisi di Vitaliano Bacchi

a destra Abu Omar

Vitaliano Bacchi               sarà vero ?                                             

Nove anni di carcere, quindi, irrogati dall'autorità giudiziaria italiana ai 23 agenti americani per l'arresto internazionale dell'imam Abu Omar avvenuto in collaborazione con le autorità italiane di polizia a Milano.
Il fatto è noto e ha suscitato molto scalpore perche' l'opinione pubblica ritiene che le operazioni di antiterrorismo siano atti meritevoli e utili alla sicurezza dello Stato, non atti criminali come invece vengono giudicati nella sentenza di condanna.
Siamo in attesa del deposito della sentenza da parte della Cassazione dal cui testo potremo capire le motivazioni di una decisione che fa discutere tutto il mondo.

A rigore, dovrebbe far discutere solo i giuristi perchè la razionalità di una sentenza e cioè la sua coerenza con la legge è materia di cognizione per i giuristi, ma fornisce anche occasione a illustri esperti di intelligence militare come Edward Luttwak per dire la sua e, soprattutto, per esporre il piano morale e tecnico sul quale valuta l'affare.

 
Edward Luttwak

Scrive su Panorama 41/2012 l'esperto rumeno naturalizzato americano che:
“il sequestro di Abu Omar fu un'operazione condotta in modo strampalato da una banda di incompetenti. Hanno compiuto errori macroscopici. Hanno preferito distribuirsi in diversi hotel di lusso, anziché restare uniti
Se quindi la Cassazione ne avrà bisogno, materiale per motivare la sentenza di condanna degli agenti americani potrà trovarlo certamente nella teoria di Luttwak.

Se invece si vuol lasciare il mestiere di valutare le decisioni giudiziarie agli addetti ai lavori, allora si dovrà riconoscere che la questione di razionalità dell'arresto degli autori di un'operazione di antiterrorismo e di sicurezza dello Stato è una questione giuridica, una quaestio iuris che richiede di chiarire la preliminare domanda: come mai nell'affare internazionale l'autorità giudiziaria italiana non ha concesso il beneficio esimente previsto dal codice penale per operazioni di sicurezza dello Stato di questo tipo?

 Se il vigile urbano multa per eccesso di velocità la volante dei carabinieri che insegue dei terroristi o che sta per intervenire a sirene spiegate in una rapina, in un caso del genere si configura una ipotesi assimilabile a quella oggetto di condanna ? Il giurista risponde positivamente e deve farlo perchè nell'uno o nell'altro caso il ragionamento giuridico da fare è lo stesso: è applicabile ai carabinieri in operazione ed agli agenti americani ed italiani parimenti in operazione - là con le volanti in corsa qui con il fermo dell'imam - l'esimente prevista dal codice penale per le forze militari e di polizia in azioni istituzionali, come certamente è una operazione di antiterrorismo?

 La questione, quindi, non è quella della “strampalatura” di Luttwak in funzione della fattura dell'albergo, la questione è di razionalità giuridica consistente specificamente nel “dare a Cesare quel che è di Cesare” e cioè di esimere da punibilità una condotta militare e di polizia che, astrattamente e se non iscritta in una operazione di sicurezza dello Stato, potrebbe anche oggettivamente costituire consumazione di reato. Una decisione giudiziaria, come una equazione matematica, ha una logica di soluzione delle incognite che può essere coerente o eccentrica: l'esclusione della esimente di punibilità per un fatto del genere investe proprio questo punto. E' razionale punire oppure è giusto assolvere in un caso del genere? Noi riteniamo che, una volta accertato che l'operazione fosse inequivocamente di prevenzione terroristica e quindi priva di dolo di abuso o di violenza ideologica, sarebbe stata razionale una decisione assolutoria perchè la legge tutela la lotta al terrorismo non chi lo organizza.

Noam Chomsky, Henry Kissinger

Ci riserviamo comunque di leggere le motivazioni di legittimità della Cassazione per chiosarne il testo. Nel frattempo, chi avesse fretta di conoscere prima del deposito della sentenza definitiva se esistano logiche di interpretazione di questi fenomeni alternative alla nostra, può consultare i testi ideologici di Henry Kissinger o di Noam Chomsky sulle loro censure alle operazioni di antiterrorismo di Israele nei confronti del terrorismo islamico e vedrà che non sono pochi i contatti fra le teorie dei due intellettuali antisionisti e gli articoli sul punto del giornale “Il fatto quotidiano”. Fonti che sono accomunate nell'odio non solo contro Israele ma contro l'Occidente, e quando l'odio si tramuta in ideologia fa diventare santo il terrorista e carnefice il soldato che muore per combatterlo.

 Più difficile capire come mai un esperto di intelligence come Luttwak abbia scelto di criticare l'operazione non sul piano della razionalità del sistema giudiziario che la censura, ma su quello dei costi dell'albergo a cinque stelle in cui gli agenti americani hanno soggiornato nei giorni dell'operazione. Effettivamente erano costi evitabili. Potevano insomma dormire in una pensione, come fece il terrorista neonazista Kramm il giorno prima del 2 agosto 1980, giorno della strage della stazione di Bologna, in cui dormì all'hotel Centrale, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, un albergo che mi pare abbia due o tre stelle, anziché cinque come quello di Milano.
Polvere di stelle, insomma. Star dust.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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