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La Stampa Rassegna Stampa
06.10.2012 Londra: finalmente estradato in Usa l'imam dell'odio
Cronaca di Andrea Malaguti

Testata: La Stampa
Data: 06 ottobre 2012
Pagina: 16
Autore: Andrea Malaguti
Titolo: «Londra, l'imam dell'odio sarà estradato negli Stati Uniti»

Sulla STAMPA di oggi, 06/10/2012, a pag.16, con il titolo "Londra, l'imam dell'odio sarà estradato negli Stati Uniti", Andrea Malaguti comunica la buona notizia: l'imam dell'odio sarà finalmente consegnato agli Usa affinchè venga processato.  I portatori di keffia protestano.
Ecco l'articolo

Abu Hamza al Masri e un suo seguace

«Gran Bretagna e Stati Uniti veri Stati terroristi». «Legge dell’uomo vattene all’inferno». «Rilasciate gli ostaggi musulmani». Non servono i cartelloni di questa piccola parte della comunità islamica ribelle fuori dall’Alta Corte di Giustizia per fermare la sentenza di Sir John Thomas. Dopo una battaglia durata quasi un decennio, Abu Hamza al Masri, il predicatore dell’odio della Moschea di Finsbury Park, e altri quattro presunti terroristi - Babar Ahmad, Syed Talha Ahsan, Adel Abdul Bary e Khaled al Fawwaz vengono estradati negli Stati Uniti dove saranno processati per i legami con Al Qaeda.

Uomini diversi, con storie diverse, accomunati dallo stesso destino, in un pomeriggio in cui il senso di giustizia è messo a dura prova. Abu Hamza, accusato di avere partecipato al rapimento di 18 ostaggi nello Yemen e avere organizzato campi di addestramento per la jihad in Oregon, è stato condannato anche a Londra per istigazione all’omicidio e all’odio razziale. È’ forse l’uomo più detestato del Regno, la sua estradizione è considerata una liberazione dal governo Cameron.

Anche Adel Abdul Bary e Khaled al Fawwaz sembrano compromessi con Osama Bin Laden («Erano i suoi più stretti collaboratori in Europa»), mentre la storia di Babar Ahmad e Syed Talha Ahsan è diversa: secondo gli Usa gestivano un sito che raccoglieva soldi per la guerra santa, ma nel Regno Unito non sono mai stati incriminati. Eppure Ahmad è stato in prigione otto anni. La più lunga detenzione senza processo nella storia dell’Inghilterra moderna. Il padre Ashfaq Ahmad, un signore antico, piegato dal dolore, legge un ultimo comunicato ufficiale: «Perché non lo giudicano qui, dove da 50 anni paghiamo le tasse? Questo giorno sarà ricordato come uno dei capitoli più vergognosi della giustizia inglese».

Sulla strada, quando la sentenza diventa pubblica cominciano le grida. E gli scontri. Da un lato i sostenitori dell’estradizione, dall’altra il gruppo di musulmani e le loro donne col burqa. Scotland Yard li deve dividere mentre i blindati trasportano in carcere i detenuti pronti all’estradizione. Una ragazza con occhi verdi che brillano dalla feritoia concessa dal suo abito nero sventola due cartelli. «Vittime della democrazia». «L’Islam è l’unica soluzione». Giovani con le barbe lunghe accusano Londra e la polizia. Nei loro occhi è facile leggere il risentimento.

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