Milano: il patrocinio del Comune ad un festival contro Israele fra gli sponsor la Missione Diplomatica Palestinese, nel cui logo sparisce Israele
Testata: Libero Data: 05 ottobre 2012 Pagina: 15 Autore: Alvise Losi Titolo: «Milano patrocina un Festival con chi vuol cancellare Israele»
Riportiamo dal LIBERO di oggi, 05/10/2012, a pag. 15, l'articolo di Alvise Losi dal titolo "Milano patrocina un Festival con chi vuol cancellare Israele" .
Giuliano Pisapia
Nell'illustrazione a destra, nel cerchio, il logo della Missione Diplomatica Palestinese che ingloba l’intero Stato di Israele.
Aveva provato a fare quello non schierato. Ma alla fine Giuliano Pisapia c’è cascato. Perché un conto è promuovere un Festival di cultura palestinese, altra cosa è supportare una delle due parti in causa in un conflitto che va avanti (irrisolto) da decenni. Il sindaco di Milano, dopo aver dato spazio lo scorso anno a «Unexpected Israel», manifestazione sulla cultura israeliana, ha deciso di passare dall’altra parte, come promesso 12 mesi fa, dedicando una settimana a «Philastiniat », con eventi e spettacoli sulla e dalla Palestina. Il problema sorge quando, dopo il viaggio che Pisapia ha fatto in Israele e nei territori palestinesi in settembre, il suo assessore alla Cultura, Stefano Boeri, presenta «Philastiniat ». Nei volantini esplicativi lo stemma del Comune di Milano compare accanto a quello della Missione diplomatica palestinese. Che, e non è questione da poco, ha un simbolo piuttosto esplicito. Una bandiera palestinese che campeggia sopra a un’immagi - ne che sembra tanto il territorio dello Stato di Israele. Lo ricorda a tal punto da combaciare perfettamente con i suoi confini, da quello a nord con il Libano a quello a est con la Giordania e a quello a sud con l’Egitto. Un fatto che non è piaciuto a coloro che alla coincidenza casuale non hanno creduto. «Lo spirito non è “conviviamo con Israele”, maimplicitamente “cancelliamo il problema” », scrive su Facebook Andrea Jarach, fratello dell’ex presidente della comunità ebraica a Milano, per il quale evidentemente le parole del responsabile della comunità palestinese lombarda non erano credibili. «Nonvogliamo prendere una posizionepolitica », aveva precisato Khader Tamimi, «ma realizzare insieme degli eventi sia qui sia nei Territori in Medio Oriente». Un po’ quello che aveva auspicato Pisapia nel suo viaggio. Peccato che, a quanto riferisce chi a quella missione diplomatica ha partecipato, nel comunicare le sue intenzioni al ministro per la Cultura palestinese il sindaco di Milano non sia stato preso sul serio. Quel che è certo è che più delle parole e dei buoni propositi spesso contano i fatti. E affiancare lo stemma del Comune che si rappresenta a uno che tutto fa tranne porsi in una scia di dialogo e diplomazia non può essere considerata un’azione priva di significato. «I simboli contano ed è triste constatare la disattenzione ai temi della pace da parte della giunta», è l’accusa di Jarach. Magari si dirà che è stata solo una gaffe, mapochi sono disposti a credere che nessuno abbia controllato un dettaglio così eloquente.
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