Un minuto di silenzio per ricordare Shlomo. E poi percorsi educativi con approfondimenti, senza retorica e falsità, con intenti sani: questo è quello che ho promesso mettendo la mano sulla bara di Shlomo Venezia. Non potevo mancare per l'ultimo saluto. La testimonianza è fatta di gesti concreti e non importa se ci vuole pazienza, se bisogna fare sacrificio, l'importante è sentirsi a posto con la coscienza, rispondere al richiamo che viene da non so bene dove. Shlomo ci lascia un'eredità di amore e di sofferenza che ci basta per l'eternità. Si è donato senza risparmio, è ritornato "là" un numero infinito di volte, ci ha fatto conoscere di cosa sia capace l'essere umano. Instancabile Shlomo, costruttore di un futuro migliore dove germogliano le cose buone! Unico il suo modo di "testimoniare", capace di calamitare l'attenzione dei giovani, capace di arrivare a lasciare il segno anche nei cuori più aridi. Ho promesso con la mano sulla bara di Shlomo che porterò avanti il suo messaggio, instancabile sfiderò l'indifferenza e la superficialità dei falsi custodi della Memoria. 182727 è il numero tatuato di Shlomo. Gli addetti ai lavori capiscono subito quando Shlomo è arrivato a Birkenau. Io l'ho capito al volo.... doveva essere aprile, mi sono detta la prima volta che ho sentito la sua testimonianza. Era aprile, era l'11 aprile 1944. E' tanto vicino il suo numero a 179614, quello del piccolo Sergio de Simone. Adesso Shlomo, sia Benedetta la Sua Memoria, è davvero vicino a Sergio e a tutti i bambini della Shoah.
maria pia bernicchia
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