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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Irvin Yalom, Il problema Spinoza 01/10/2012

Il problema Spinoza                  Irvin Yalom
Traduzione di Serena Prina
Neri Pozza                                    Euro 17,50


Dopo aver esplorato la mente di alcuni tra i più noti filosofi del XIX secolo (Nietzsche e Schopenhauer) in affascinanti biografie romanzate, Irvin Yalom, illustre psichiatra americano, docente all’Università di Palo Alto e appassionato di filosofia si confronta nella sua ultima opera con un altro mostro sacro della filosofia moderna, Baruch Spinoza, narrando in parallelo la vita e le ossessioni di Alfred Rosenberg, il massimo ideologo antisemita nazista, che fu a capo dei saccheggi del terzo Reich e venne giustiziato a Norimberga nel 1946.
Fra un prologo e un epilogo in cui lo stesso scrittore si rivolge al lettore, il romanzo è costruito a capitoli alterni ambientati in contesti storici e realtà geografiche diverse: da una parte c’è la Germania nazista fra il 1910 e il 1946, in cui si declina la vicenda di Alfred Rosenberg, dall’altra troviamo l’Olanda tra il 1656 e il 1677 dove, con sapiente maestria, Irvin Yalom tratteggia la vicenda biografica ed esistenziale di Baruch Spinoza. Sullo sfondo due universi spirituali in netta contrapposizione: l’ebraismo e l’antiebraismo.
Il romanzo prende avvio con la figura di Alfred Rosenberg, studente in un liceo di Reval, che riceve dal preside di origini ebraiche Epstein una punizione singolare per aver pronunciato in classe un discorso dai contenuti antisemiti: deve mandare a memoria alcuni passi dell’opera di Goethe in cui si palesa la profonda ammirazione del grande poeta tedesco per le idee del filosofo Baruch Spinoza.
Un compito assai arduo per il giovane Rosenberg anche per l’insidioso dubbio che si insinua nella sua mente distorta e che lo metterà a confronto per tutta la vita con un dilemma tormentoso: come può un essere appartenente ad una razza inferiore elaborare un pensiero così lucido e geniale?
Le pagine che Yalom dedica all’ideologo nazista colpiscono non solo per la straordinaria capacità dell’autore di penetrare - utilizzando la penna come fosse un bisturi - la psiche disturbata di un individuo, frutto certamente della sua esperienza professionale, ma anche per lo splendido ritratto che delinea di un ‘epoca storica nella quale si gettarono i semi di quell’odio razziale che avrebbe condotto alla persecuzione del popolo ebraico.
Rosenberg, un uomo ossessionato da pregiudizi antisemiti, per tutta la vita ha ricercato l’approvazione e la stima degli altri, in particolare di Hitler che però lo ha sempre tenuto in disparte manifestandogli dapprima una simpatia superficiale e in seguito disprezzandolo pubblicamente. Alla base di questa nevrosi si nasconde forse il timore inespresso di avere un antenato ebreo.
I capitoli dedicati a Spinoza sono un balzo affascinante nell’Olanda del Seicento e ruotano attorno all’episodio che cambia in modo drammatico la vita del filosofo: il cherem, bando perpetuo, che Baruch Spinoza subisce all’età di 23 anni dalla comunità ebraica di Amsterdam, incapace di accettare le sue idee innovative e le critiche che rivolge all’ossequio superstizioso dei precetti religiosi e alla lettura acritica della Torah. “…credo che tutti i precetti religiosi – cattolici, protestanti, musulmani e pure ebraici – si limitino a ostruire la visione delle verità religiose fondamentali. Spero in un mondo, un giorno, privo di religioni, un mondo con una religione universale nella quale tutti gli individui usino la ragione per fare esperienza di Dio e per venerarlo”.
Sono pagine nelle quali l’autore narra anche dell’incontro di Spinoza con Clara Maria, la giovane figlia del suo professore di latino e lettere classiche, Franciscus van den Eden, della quale ammira non solo l’abilità intellettuale ma anche la grazia e la dolcezza: un amore non corrisposto che lo condurrà a intraprendere per tutta la vita una lotta consapevole e tenace per il superamento delle passioni.
Con sapienza storiografica e capacità divulgativa Yalom ci presenta il pensiero filosofico di uno dei personaggi più famosi del XVII secolo che, allontanato dal proprio gruppo di provenienza, arriva a negare l’esistenza di un Dio personale e a identificarlo invece con la Natura.
Fra realtà e finzione il romanzo, dal ritmo narrativo avvincente nonostante la complessità degli argomenti trattati, si avvale di una costruzione letteraria molto efficace: due figure immaginarie affiancano nello svolgimento della trama il filosofo e il nazista. Sono personaggi fittizi, amici e confidenti, che inducono i protagonisti a rivelare il loro vissuto, ad aprirsi con fiducia trovando in costoro punti di riferimento per l’elaborazione del loro pensiero: per Rosenberg si tratta di Friedrich Pfister, un vero psichiatra, che lo ha conosciuto da bambino ed è stato grande amico del fratello Eugen, mentre nel caso di Baruch Spinoza è Franco Benitez, un ebreo portoghese che inizialmente offre il destro alla comunità ebraica per promulgare il cherem ma che poi rimane conquistato dalle idee del filosofo e, seppur incapace di abbandonare la comunità, cerca tuttavia di combatterne dall’interno i pregiudizi e il fondamentalismo.
Le ragioni del titolo del romanzo sono racchiuse nel prologo che rivela altresì in modo sorprendente come e perché il grande psichiatra americano, affascinato da questo “coraggioso pensatore del diciassettesimo secolo”, abbia deciso di dedicarvi la sua ultima opera.
Romanzo di idee ambizioso e di ampio respiro, l’ultima opera di Irvin Yalom si legge d’un fiato e per tre buoni motivi: per la struttura narrativa ben orchestrata, per la competenza storiografica dello scrittore e per il piacere della scrittura capace di creare un mondo in cui si alternano mirabilmente realtà e finzione.

Giorgia Greco


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