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La Stampa Rassegna Stampa
27.09.2012 Questa sera alla Risiera di San Sabba l'opera 'Der Kaiser von Atlantis' di Viktor Ullmann
far conoscere la Shoah attraverso l’arte e la cultura

Testata: La Stampa
Data: 27 settembre 2012
Pagina: 38
Autore: Carla Reschia
Titolo: «Il Kaiser di Atlantide ritorna nel lager per non dimenticare»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 27/09/2012, a pag. 38, l'articolo di Carla Reschia dal titolo "Il Kaiser di Atlantide ritorna nel lager per non dimenticare".


Viktor Ullmann, la Risiera di San Sabba

La musica come salvezza, come via di fuga, virtuale almeno, dal lager e dall’annientamento, ma anche come denuncia, sublimata, della quotidiana violenza della persecuzione. Concepita nel ghetto di Theresienstadt (o Terezin) tra il 1943 e il 1944 negli anni bui dello sterminio nazista l’opera di Viktor Ullmann Der Kaiser von Atlantis ( l’Imperatore di Atlantide ossia Il rifiuto della morte ) va in scena stasera alla Risiera di San Sabba, l’unico campo sul territorio italiano ad avere un forno crematorio. Luogo emblematico: è la prima volta, in assoluto che l’opera, su libretto di Peter Kien e in genere assai poco eseguita, viene rappresentata in un campo di concentramento, l’ambiente in cui fu messa a punto dagli autori e dove, dopo alcune prove, non andò mai in scena perché i censori del ghetto decifrarono facilmente l’allegoria della trama che vede l’imperatore Overall (trasparente anglismo per Uberalles) alle prese con la Morte in un allestimento espressionista dove i momenti dell’azione sono scanditi dall’Altoparlante.

Un esperimento che si chiuse in poco più di un anno. Nell’estate del 1943 Viktor Ullmann, allievo di Arnold Schönberg a Vienna e musicista e compositore famoso a livello internazionale almeno fino a quando non fu trasferito forzatamente con la famiglia nel ghetto di Theresienstadt, anticamera della deportazione ad Auschwitz, incominciò a scrivere il Kaiser von Atlantis su libretto dell’amico poeta e pittore Peter Kien, anch’egli «ospite» a Theresienstadt. Conclusa la scrittura ai primi di gennaio del 1944, a marzo iniziarono le prove nella sala della Sokolhaus, con il direttore d’orchestra Rafael Schächter.

Ma l’opera «per sette cantanti e 15 strumenti», gli unici disponibili nel campo, ingegnosamente usati dal compositore, non ebbe mai un pubblico. Il 27 settembre l’assassinio di Paul Eppstein, Presidente del Consiglio ebraico di Theresienstadt fu il prologo alla deportazione verso i Lager a est. Ullmann riuscì a consegnare all’amico Emil Utitz tutto ciò che aveva - le sue partiture, i testi delle recensioni e dei saggi e vari documenti prima di salire con la moglie Elisabeth, Peter Kien, Rafael Schächter e molti altri musicisti sul convoglio per Auschwitz dove poco dopo, il 18 ottobre, finirono nelle camere a gas. Solo superstite del gruppo il cantante Karel Barman che, ironicamente, aveva nell’opera la parte della Morte. Anche la partitura del , per lungo tempo ritenuta perduta, scampò, grazie a un altro deportato, il dottor H. G. Adler che riuscì a sopravvivere alla shoah e si trasferì a Londra. Lì, nel 1972, fu ritrovata dal direttore d’orchestra Kerry Woodward, che nel 1975 diresse per la prima assoluta ad Amsterdam.

Opera visionaria, molto influenzata dal teatro di Kurt Weill, il è ricco di citazioni e di rimandi che ai prigionieri di Theresienstadt suonavano di esplicita denuncia, come l’accenno alla Sinfonia in Do minore op. 27 del compositore ceco Josef Suk, trasmessa dalla radio cecoslovacca dopo la morte del suo fondatore e primo Presidente della Repubblica Cecoslovacca Tomas Masaryk, due anni prima dell’invasione di Praga da parte dei nazisti o la dissacrante parodia dell’inno nazionale tedesco Deutschland Deutschland über alles.

Con la messa in scena, stasera, della sua opera alla Risiera (ci sarà in sala anche Marco Paolini), Ullmann torna idealmente a Trieste dove nel 1918 aveva svolto il servizio militare per l’esercito asburgico e dove si era appassionato alle opere di Rilke, tenendo a Barcola dei concerti di beneficenza in aiuto agli orfani di guerra. Der Kaiser von Atlantis sarà diretta da Davide Casali per la regia di Lino Marrazzo. «L’idea di metterla in scena - dice Casali - nasce dalla volontà di far conoscere la Shoah attraverso l’arte e la cultura. La musica diventa salvezza contro le violenze naziste. La memoria deve rimanere viva, un monito costante».

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