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Il Foglio Rassegna Stampa
26.09.2012 Terrorismo islamico, non solo al Qaeda. Ora c'è anche la 'multinazionale salafita del jihad'
analisi di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 26 settembre 2012
Pagina: 3
Autore: Pio Pompa
Titolo: «La multinazionale del jihad è più forte di al Qaida e opera così»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 26/09/2012, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "La multinazionale del jihad è più forte di al Qaida e opera così".


Pio Pompa

Il nuovo temibile schieramento islamista con cui d’ora in poi dovranno drammaticamente fare i conti Israele, l’occidente e il mondo arabo moderato porta il nome di “Multinazionale salafita del jihad”. A descriverla al Foglio sono fonti d’intelligence mediorientali che non esitano a indicare nel movimento salafita, capillarmente diffuso nel tessuto economico e sociale di quasi tutti i paesi islamici, l’organizzazione che ha tratto i maggiori vantaggi dalla primavera araba e dalle sanguinose rivolte di questi giorni, rafforzando esponenzialmente – in termini tattici e strategici – il proprio peso politico e militare. I dati forniti dalle nostre fonti sono impressionanti: “Allo stato attuale i salafiti takfiri (che si avvalgono del diritto di dichiarare apostati altri musulmani) costituiscono il nocciolo duro del più ampio esercito itinerante salafita composto da non meno di 40 mila professionisti della guerriglia addestrati in tutto il mondo che si spostano ovunque ci sia un conflitto (Libia, Afghanistan, Siria, Maghreb islamico, Nigeria, Somalia, Yemen, Sinai)”. Ovviamente – come in tutti i paesi dove è presente il movimento salafita – un esercito stanziale che ne difende gli interessi e le prerogative, di cui fanno parte oltre 150 mila jihadisti perfettamente addestrati e integrati nel territorio di propria competenza. “Negli ultimi tempi – continuano le nostre fonti – i salafiti hanno raffinato e potenziato il loro modus operandi. Innanzitutto possiedono una gamma straordinaria di strategie e mezzi attraverso cui diffondere la loro ideologia. In ogni paese hanno un’incredibile quantità di personale sul loro libro paga. Ogni sceicco salafita che predichi in una moschea, in qualunque parte del mondo si trovi, riceve un salario o stipendio integrato da sostanziosi contributi provenienti dal Golfo. Anche la maggior parte degli attivisti politici e dei jihadisti riceve tali salari, come pure dirigenti politici e tribali locali non salafiti, al fine di neutralizzarli e comprarne il silenzio. Tutto questo denaro non esce dalle casse delle organizzazioni non governative o di strutture finanziarie, ma proviene dagli addetti religiosi o culturali di diverse ambasciate, compresa quella saudita, oppure tramite agenti locali, disposti a viaggiare per consegnare denaro e diffondere raccomandazioni. A queste figure vengono affidati compiti di controllo e coordinamento su tutti coloro che risultano sul libro paga dell’organizzazione”. In secondo luogo, “i salafiti controllano o influenzano una rete vastissima di giornali, riviste, stazioni radiofoniche, televisive e d’informazione satellitari e, persino, studi cinematografici”. Non va poi dimenticato che questi gruppi “possiedono moltissime importanti case editrici, siti internet, biblioteche, librerie, istituti di ricerca diffusi in tutto il mondo”. Il tutto finalizzato alla diffusione della loro ideologia e del jihad contro Israele e l’occidente. “Ecco perché – affermano le fonti d’intelligence – la ‘Multinazionale salafita del jihad’ supera di gran lunga, quanto a potenziale, la minaccia di al Qaida, che spesso viene considerata una entità straniera nelle aree di conflitto dove si trova a operare”. E’ con questa, nuova ed emergente realtà che ora dovranno fare i conti la comunità d’intelligence e l’intero occidente dopo aver trascurato per anni – nonostante le puntuali segnalazioni del governo e dei servizi israeliani – la reale portata di quanto stava avvenendo all’interno della galassia salafita.

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