Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 25/09/2012, a pag. 15, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo "Google oscurato. Teheran inaugura il suo web chiuso".
Con una tempistica da manuale l'Iran ha annunciato il lancio di una propria piattaforma nazionale per la connessione Internet in grado di mettere fuori gioco i tradizionali colossi del Web. La presentazione è stata fatta nel pomeriggio di domenica ad opera di un viceministro del governo che ha inquadrato l'innovazione messa a punto dagli esperti della Repubblica islamica, in uno sforzo volto a garantire la cyber-sicurezza della rete entro i confini della Nazione. Ieri la nuova rete è stata adottata dai principali uffici pubblici.
Un motivo di orgoglio per Teheran reso di dominio pubblico proprio mentre il presidente Mahmoud Ahmadinejad metteva piede a New York per partecipare ai lavori della 67 esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. C'è tuttavia chi teme che la nuova rete Internet sia solo uno strumento più potente per tenere sotto stretto controllo gli utenti del Web. L'intervento del governo di Teheran è arrivato mentre la televisione iraniana annunciava il blocco «entro alcune ore» del motore di ricerca Google e del suo sistema di posta elettronica. «Google e Gmail saranno filtrati in tutto il Paese sino a quando non saranno fornite ulteriori indicazioni», avverte un funzionario del governo identificato col nome di Khoramabadi. Nei giorni scorsi tutti gli apparati burocratici e gli uffici amministrativi erano stati già collegati alla rete nazionale in simultanea. Una ulteriore conferma è giunta dall'Isna, l'Agenzia di stampa degli studenti iraniani, la quale ha spiegato come il divieto di accesso al pioniere dei motori di ricerca è stato deciso in conseguenza alla pubblicazione del film anti-Islam su YouTube che ha creato sdegno e proteste in tutto il mondo musulmano. L'Iran ha uno dei sistemi di filtraggio più potenti del mondo, che impediscono ai navigatori della rete di accedere a numerosi siti perché legati ad attività criminose o perchè ritenuti offensivi. In realtà per i dissidenti iraniani il blocco posto su social network o portali di condivisione come Facebook e YouTube è una ritorsione per l'uso che ne è stato fatto durante le proteste del 2009 in merito alla controversa rielezione di Ahmadinejad. Inoltre gli attacchi cibernetici messi a segno contro le strutture nucleari iraniana da «worm» come Stuxnet, hanno spinto Teheran a compiere un ulteriore giro di vite sul controllo del Web. Con Google inoltre l'Iran ha un conto aperto da quando mesi fa tolse dalle carte geografiche di Google Maps la dicitura di «persico» dal Golfo lasciando quel tratto di mare privo di nome.
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