La Turchia di Erdogan cancella le ultime resistenze democratiche imprigionando 300 ufficiali fedeli alla tradizione laica e democratica di Ataturk. La notizia suscita poco interesse in Italia, poche righe per una svolta che dovrebbe invece preoccupare. Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/09/2012, a pag. 15, con il titolo "Turchia, pene durissime per trecento ex ufficiali", la cronaca di Marta Ottaviani.
Ecco l'articolo:
Per la Turchia è una sentenza senza precedenti. Il tribunale di Silivri, alle porte di Istanbul, ha riconosciuto colpevoli di tentato colpo di Stato oltre trecento militari, quasi tutti ufficiali. Fra questi, tre ex generali delle forze armate, condannati a 20 anni di carcere. Sono l’ex comandante della prima armata, Cetin Dogan, il capo delle forze aeree, Ibrahim Firtina e quello delle forze navali, Ozden Ornek. La pena prevista era l’ergastolo, ma la corte l’ha diminuita a 20 anni perché il reato non è stato completato. Gli avvocati della difesa possono ancora ricorrere alla Yargitay, la Suprema corte di Appello turca, ma la decisione di ieri ha una portata storica.
Il colpo di Stato a cui fa riferimento è il Balyoz, il Golpe del Martello, una strategia della tensione che nel 2003 avrebbe dovuto prendere di mira aerei e luoghi di culto per destabilizzare il Paese e portare il premier Recep Erdogan alle dimissioni. I documenti che hanno incastrato gli imputati sono stati pubblicati nel 2010 dal quotidiano Taraf, sospettato di essere finanziato dal predicatore islamico Fetullah Gulen, uno dei principali sostenitori del premier Erdogan.
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