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Libero Rassegna Stampa
15.09.2012 Napolitano e Terzi trovano 'comprensibile' la reazione islamica al film su Maometto
dimostrando tutta la debolezza dell'Occidente di fronte all'islamismo

Testata: Libero
Data: 15 settembre 2012
Pagina: 3
Autore: Massimo Gaggi
Titolo: «Napolitano equipara offese a Maometto e terrorismo»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 15/09/2012, a pag. 3, l'articolo di Massimo Gaggi dal titolo "Napolitano equipara offese a Maometto e terrorismo".


Giorgio Napolitano stringe la mano a Giulio Terzi

Per Giorgio Napolitano occorre " «sbarazzare il campo dai pericoli di risposte terroristiche irrazionali anche a fenomeni deprecabili che suonano a offesa a qualsiasi credo religioso».".
Terzi si spinge oltre e dichiara che : "
 l’indignazione degli islamici per la pellicola rappresenta «una presa di posizione comprensibile»".
In poche parole, la libertà d'espressione va messa in secondo piano se si tratta di islam ? E' 'comprensibile' l'assassinio di un ambasciatore perché in America è stato prodotto un film su Maometto ?
'Comprensibile' non è l'aggettivo che avremmo scelto. Queste dichiarazioni sono sintomatiche della debolezza dell'Occidente di fronte agli islamisti.
Ecco il pezzo:

La linea secondo cui film irriverente e rappresaglia terrorista pari sono l’hanno già adottata - Barack Obama in testa - tutti i grandi del mondo. E poi quando ti ritrovi in casa il musulmano - influente, per giunta - gli spazi di manovra si riducono drasticamente. Così, Giorgio Napolitano si intona allo spartito: occorre, dice il capo dello Stato ricevendo il presidente egiziano Muhamad Morsi, «sbarazzare il campo dai pericoli di risposte terroristiche irrazionali anche a fenomeni deprecabili che suonano a offesa a qualsiasi credo religioso». D’altronde, ricevendo un capo di Stato che il giorno prima aveva tenuto a sottolineare che «Maometto è la linea rossa da non oltrepassare», non è che ci si possa permettere di andare più di tanto per il sottile Impostata la questione come diplomazia comanda, vai di complimenti. «Ho molto apprezzato», afferma Napolitano, «principi su cui la nuova leadership egiziana intende basare il Paese». E mentre Morsi gli illustrava le linee guida del nuovo Egitto, Napolitano gli ha fatto notare «il principio numero uno, che è l’uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini». A questo punto il presidente italiano ha ricordato quella parte della Costituzione in cui si precisa che nessun cittadino può essere discriminato sulla base del sesso, della religione e dell’apparte - nenza a una minoranza etnica. Sono «principi veramente fondamentali ed è stato di grande soddisfazione sentirli enunciati dal presidente Morsi», ha concluso il presidente della Repubblica. Napolitano, infine, ha tenuto a sottolineare come l’amicizia per il mondo arabo sia uno dei pochi veri collanti di questo Paese: «Si sono succeduti molti governi in questi decenni e si sono verificate tensioni», ha spiegato Napolitano, «ma c’è sempre stata larga unità su alcune scelte di politica estera. Fra queste, proprio l’amicizia verso il mondo arabo per favorire lo sviluppo e la crescita dei mondi arabi. Abbiamo seguito con grande interesse e fiducia le rivoluzioni delle primavere arabe, e fra queste al primo posto per il suo ruolo cruciale nella regione, c'è proprio l’Egitto». E se il solco dell’equivalenza tra presa per i fondelli della barba del Profeta e guerriglia islamista lo traccia il capo dello Stato, per il governo allinearsi è un attimo. Provvede il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, che per condannare il film non usa mezzi termini. Premesso che il governo italiano «è contro tutte le fobie, da quella verso gli islamici a quella contro i cristiani fino all’anti - semitismo», l’indignazione degli islamici per la pellicola rappresenta «una presa di posizione comprensibile». Terzi, tuttavia, riconosce almeno che le proteste contro il filmato non hanno «alcuna relazione con l’orrendo attentato perpetrato da frange jihadiste a Bengasi», costato la vita all’ambasciatore statunitense Chris Stevens.

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