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La Stampa Rassegna Stampa
14.09.2012 Israele, in forte ascesa il turismo
solo ad agosto 21.000 italiani hanno scelto lo Stato ebraico come meta per le ferie

Testata: La Stampa
Data: 14 settembre 2012
Pagina: 19
Autore: Egle Santolini
Titolo: «Israele, terra promessa ai turisti»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 14/09/2012, a pag. 19, l'articolo di Egle Santolini dal titolo "Israele, terra promessa ai turisti".

Il pellegrinaggio ai luoghi santi, ma non solo. I fanghi del Mar Morto, ma non basta. Gerusalemme, Tel Aviv, il deserto, la Galilea. Si va sempre di più in Israele, da tutto il mondo e anche dall’Italia. Sono 21 mila i nostri connazionali che solo ad agosto hanno visitato il Paese, un sonoro 52% in più rispetto allo stesso mese del 2011.

Centosettemila per il periodo gennaio-agosto (11%), cifre che s’iscrivono in un boom generale visto che, sempre per il periodo gennaio-agosto, gli arrivi da tutto il mondo sono stati 2,3 milioni, più 7% rispetto al 2011 e più 10% rispetto al 2010 che già fu un anno buonissimo. Si spera per la fine dell’anno, con il picco di Natale, nel record di tre milioni e mezzo.

Nonostante le inquietudini per la situazione di quest’area e le minacce del terrorismo internazionale: evidentemente in Israele si va informati, curiosi, non irrazionalmente ansiosi, mossi da esigenze di approfondimento culturale. «Più che turisti, viaggiatori», li definisce Barbara Ambrosini, contract manager di Hotelplan per Israele e gli Emirati. «Conoscono già molti altri Paesi e non sono alle prime armi, sanno che sulle strade troveranno posti di blocco, che incontreranno parecchie persone armate, che all’aeroporto saranno sottoposti a lunghi colloqui, tanto più se volano El Al. Ma quando gli spieghiamo che dovranno arrivare con grande anticipo per garantire la propria sicurezza, si adeguano con facilità. Vanno per capire e si abbandonano all’esperienza».

In visita a Torino lo scorso febbraio, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat aveva ribadito la volontà di aprire la sua città a diversi tipi di turismo, e non soltanto a quello religioso «per chi vuole assaporarne i valori, l’esperienza, la cultura e la spiritualità abbinati ai vantaggi competitivi storici che possediamo. Abbiamo la migliore posizione nel mondo, il miglior brand». Patrizia Stella, commerciante di Parma, è appena tornata. Non le interessava «il semplice pellegrinaggio, ma un viaggio nella Storia contemporanea. Siamo stati anche nei Territori e in un paio di insediamenti, abbiamo visto Hebron a una distanza di 500 metri. Non ho mai provato una vera e propria ansia. Mi ha confortato una frase della guida che ci accompagnava: gli attentati sono diminuiti da 100 a due».

Tvzi Lotan, consigliere per gli affari turistici dell’Ambasciata: «Considero questo boom il segno di un calo di tensione, di una stanchezza percepibile, in noi e nei palestinesi, per l’eterno conflitto». Si va di più in Israele anche come conseguenza della primavera araba, nel senso che si preferisce una destinazione problematica ma certo più stabile, oggi, rispetto all’area del Nordafrica? «Forse, ma credo che il turismo dai Paesi arabi si sia dirottato soprattutto dalla sponda Sud del Mediterraneo a quella Nord, in particolare verso Spagna, Grecia e Turchia. Si sceglie Israele perché è un posto speciale, ricco di storia e di spiritualità, a sole tre ore e mezza di volo dall’Italia, percorribile da un capo all’altro in poco più di otto ore. E poi con l’accordo «cieli aperti» stipulato questa primavera sta aumentando l’impegno delle compagnie low cost: finora ci veniva solo EasyJet, ora arriveranno compagnie polacche e soprattutto Ryanair».

Ma Israele resta una meta più cara della media, «e infatti – sottolinea Barbara Ambrosini - più che delle questioni di sicurezza i clienti si lamentano dei costi in relazione a standard alberghieri un po’ spartani. Rispondiamo che, nella tradizione del posto, gli hotel sono semplici punti di ristoro, dotati dell’indispensabile ma stringati sul lusso. Ci sono molte altre compensazioni». Volendo si può anche pernottare nei kibbutz, oggi divisi in due categorie di comfort e più accoglienti rispetto a certi ricordi un po’ hippy degli Anni Ottanta.

A parte il leisure, cioè i viaggi per piacere, resta l’enorme bacino del turismo religioso: sul risultato record di agosto incide l’aumento dei pellegrinaggi giovanili, dovuto anche alla mancanza per il 2012 della Giornata mondiale della gioventù, e molto ci si aspetta per l’Anno della fede, a partire dal prossimo ottobre, in occasione del quale molte parrocchie hanno cominciato a organizzarsi. I pellegrini vengono ospitati in strutture confessionali o da famiglie locali, in cambio di un piccolo contributo. E intanto arrivano turisti da posti finora impensati: Brasile, India e Cina.

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