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Libero Rassegna Stampa
13.09.2012 Libia, dal Vaticano condanne più dureper il film su Maometto che per l'attacco di al Qaeda
E la libertà d'espressione ?

Testata: Libero
Data: 13 settembre 2012
Pagina: 8
Autore: Enrica Ventura
Titolo: «Per il Vaticano se la sono cercata: 'La conseguenza di una provocazione'»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 13/09/2012, a pag. 8, l'articolo di Enrica Ventura dal titolo " Per il Vaticano se la sono cercata: «La conseguenza di una provocazione» ".

La posizione della Chiesa è stata, sostanzialmente, quella di condannare più la provocazione del film che l'attacco all'ambasciata e l'assassinio dell'ambasciatore e altre tre persone. Una posizione che non stupisce molto, vista la linea filo islamista del Vaticano.


Padre Pizzaballa, Giovanni Innocenzo Martinelli, vescovo di Tripoli


Federico Lombardi, responsabile della sala stampa del Vaticano

Mentre è emerso chiaramente che il film The Innocence of Muslims è stato soltanto un pretesto sfruttato da Al Qaeda per attaccare il consolato degli Stati Uniti, dove vi ha trovato la morte –non casualmente – l’ambasciatore Chris Stevens, in alcune reazioni internazionali è quasi emerso un “se la sono cercata”, come se le vittime della sede diplomatica di Bengasi possano essere messe sullo stesso livello di un ritratto, non lusinghiero ma pur sempre cinematografico, di Maometto. «È stata una provocazione del tutto gratuita. Sia chiaro, la violenza non paga mai, ma bisogna evitare inutili provocazioni. Entrambe le cose vanno ugualmente condannate – ha dichiarato padre Pierbattista Pizzaballa, frate minore dal 2004 custode di Terra Santa – Considerando le esperienze pregresse, come con le vignette blasfeme, si poteva benissimo evitare una simile provocazione ai simboli religiosi islamici”. Anche per il vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, offese come quelle arrecate dal film alimentano gli estremismi. «Mi chiedo: è il caso di fare tutta questa propaganda contro il profeta, offendendo un popolo attraverso la religione? In questo modo si aiutano soltanto le forze estremiste e fondamentaliste che vogliono destabilizzare », ha affermato il religioso. Il Vaticano si è scagliato contro la «violenza del tutto inaccettabile», ma anche contro l’offesa arrecata dal film. «Il rispetto profondoperlecredenze,i testi, i grandi personaggi e i simboli delle diverse religioni – ha dichiarato il responsabile della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi –è una premessa essenziale della convivenza pacifica dei popoli». L’Onu, sia il Coniglio di sicurezza sia il segretario generale Ban ki-moon, ha condannato nella maniera «più dura possibile» l’attacco, mentre si è detta «profondamente scioccata»” l’alto rappresentante per la Politica estera Ue, Catherine Ashton, che ha chiesto alle autorità di Tripoli affinché «si prendano tutte le misure necessarie per proteggere i diplomatici e i lavoratori stranieri». Le reazioni più di parte, cioè dalla parte della violenza, sono arrivate dai paesi musulmani. Il presidente afgano, Hamid Karzai, ha definito il film «un insulto ai valori di un miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo ». Da Kabul è arrivata la notizia che le autorità vogliono bloccare Youtube per impedire la visione del filmato alla popolazione, temendo nuove violenze. L’Iranha colto la palla al balzo per attaccareWashington. Secondo Teheran, gli Stati Uniti hanno la «responsabilità morale diretta». «La Repubblica islamica dell’Iran condanna con forza gli insulti a ciò che è più sacro nell’islam e si sente vicina ai sentimenti feriti dell’umma (la comunità dei fedeli musulmani)», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast. Rincara la dose il gruppo fondamentalista sciita libanese di Hezbollah, secondo il quale il film «è un’azione sospetta, appoggiata da estremisti copti ed ebrei».

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