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Il Manifesto Rassegna Stampa
12.09.2012 Giuliano Pisapia in visita in Israele e nei Territori palestinesi
Criticato da Michele Giorgio perché troppo filo israeliano

Testata: Il Manifesto
Data: 12 settembre 2012
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Pisapia a Betlemme: «Palestinesi dimenticati»»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 12/09/2012, a pag. 7, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo "Pisapia a Betlemme: «Palestinesi dimenticati»".


Shimon Peres con Giuliano Pisapia

Si conclude oggi la visita di Giuliano Pisapia in Israele e nei territori palestinesi. Giorgio li definisce nelle prime righe 'occupati'. Oggi Pisapia sarà a Ramallah, anche quella è una città occupata? Tra le altre tappe c'era anche Betlemme. Città occupata? Da chi?
Per quanto riguarda Gerusalemme, è la capitale dello Stato ebraico, difficile, perciò, definirla 'città occupata'.
Giorgio, in ogni caso, non è pienamente soddisfatto della visita di Pisapia perché "
Malgrado gli sforzi apparenti del sindaco di mantenere un riguardoso equilibrio tra palestinesi e israeliani, sulla visita ha pesato di più il rapporto tra Milano e lo Stato ebraico". Pisapia, insomma, non è stato sufficientemente filo palestinese : "  «Israele è un Paese leader nelle innovazioni tecnologiche » ha notato il sindaco, aggiungendo che Israele sta ragionando sulla possibilità di mantenere il proprio padiglione all’Expo 2015 di Milano anche oltre la fine della manifestazione. E l’idea è partita proprio da lui. ". Mantenere il padiglione israeliano all'Expo 2015 anche oltre la fine della manifestazione, una proposta partita da Pisapia il quale, con questa mossa, si è aggiudicato l'antipatia di Rocca Cannuccia. E' stato troppo pro Israele, per questo va criticato.
Ecco il pezzo:

Con un orecchio rivolto agli attacchi di Pdl e Lega alla sua amministrazione dopo il duplice omidicio dell’altra sera in via Muratori, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ieri ha incontrato a Gerusalemme alcuni giornalisti italiani per fare il punto sulla sua visita in Israele e nei Territori occupati palestinesi, che si conclude oggi con un incontro a Ramallah con i vertici dell’Autorità Nazionale (Anp). Una conferenza stampa informale. Pisapia ha parlato da sindaco e non si è sbilanciato sul quadro politico mediorientale e sul conflitto israelo-palestinese che pure conosce bene, viste le esperienze che ha avuto nella regione negli anni passati.
In ogni caso il sindaco di Milano ha potuto verificare di persona l’atmosfera che regna nei Territori occupati palestinesi. Le città autonome, a cominciare da Hebron e Ramallah, in questi giorni sono attraversate da cortei di migliaia di palestinesi che protestano contro il carovita e la passività dell’Anp, nata nel 1994 come entità transitoria nel processo di costruzione dello Stato indipendente e che invece si è trasformata in una struttura amministrativa permanente che, di fatto, finisce per perpetuare l’occupazione israeliana. Ieri il governo dell’Anp, pur di placare le proteste, è stato costretto ad abbassare i prezzi della benzina e del gas da cucina e a riportare l’Iva al tasso del 15%, che era in vigore fino al mese scorso.
«In questi giorni ho percepito una tensione che rischia di esplodere. Sicuramente bisogna fare qualcosa, occorre che qualcosa cambi. Quello che era stato il progetto di una Road Map che si sperava portasse una evoluzione di rapporti positivi (tra israeliani e palestinesi, ndr) e il rispetto dei diritti di tutti, non si è avverata. A questo punto c’è il rischio di una ulteriore esplosione di rabbia e di non trovare una soluzione da una parte e dall’altra», aveva detto Pisapia l’altro giorno durante la visita a Betlemme e ieri ha ribadito gli stessi concetti. Ha sottolineato come la tensione tra Israele e Iran e il contesto regionale, segnato da rivolte e proteste nel mondo arabo, stanno facendo passare in secondo piano la questione dei palestinesi sotto occupazione. A giudizio di Pisapia «occorre far ripartire il dialogo».
Come? «L’anno scorso in città - ha spiegato - c’é stata la settimana della cultura israeliana e questo anno quella della cultura palestinese. Ci sto pensando, il prossimo anno si potrebbe fare una settimana della cultura israelo-palestinese». Secondo il sindaco «sarebbe un grande segnale». Milano è gemellata con Betlemme e Tel Aviv. Malgrado gli sforzi apparenti del sindaco di mantenere un riguardoso equilibrio tra palestinesi e israeliani, sulla visita ha pesato di più il rapporto tra Milano e lo Stato ebraico. «Israele è un Paese leader nelle innovazioni tecnologiche » ha notato il sindaco, aggiungendo che Israele sta ragionando sulla possibilità di mantenere il proprio padiglione all’Expo 2015 di Milano anche oltre la fine della manifestazione. E l’idea è partita proprio da lui.

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