Sul CORRIERE della SERA di oggi, 06/09/2012, a pag.19, con il titolo "Ad Aleppo una nuova strage di bambini", Lorenzo Cremonesi continua il racconto della stragi nella guerra civile siriana.
Ecco l'articolo:

DAL NOSTRO INVIATO
ISTANBUL — L'esercito lealista siriano risponde allo stallo nella battaglia contro le brigate rivoluzionarie intensificando i bombardamenti indiscriminati sui quartieri civili. È la strategia sviluppata con effetti sempre più letali negli ultimi mesi. Ieri a farne le spese sono stati ancora una volta gli abitanti di Aleppo. Secondo i dati forniti dai gruppi dell'opposizione, tra le vittime ci sono questa volta tanti bambini. I numeri, come quasi sempre, non sono verificabili. Però pare che siano compresi tra i 20 e 30. «Artiglierie, aerei ed elicotteri hanno cominciato a sparare all'alba. Nel quartiere di Marjeb ci sono stati 15 morti, 10 di una sola famiglia, la cui abitazione è stata centrata in pieno. In quello di Bab Nairab i bambini contati tra i cadaveri sono almeno 7, oltre a 3 donne», sostengono gli esponenti dei cosiddetti Comitati di coordinamento locale, le organizzazioni volontarie che da molto tempo cercano di documentare le sofferenze al mondo esterno. I numeri totali delle vittime in tutto il Paese nelle ultime 24 ore variano tra 75 (pare 54 nella sola Aleppo) e 150. Martedì i conteggi dell'orrore si aggiravano su quota 135.
Confermano in ogni caso il crescere dell'emergenza. È dalla fine di luglio che i numeri delle vittime sono in continua impennata. Il dato coincide con l'inizio dell'utilizzo massiccio dell'aviazione da parte dei militari e la volontà del regime di Bashar Assad di riprendere il controllo ad ogni costo delle regioni via via passate nelle mani delle brigate rivoluzionarie. Praticamente non ci sono città o villaggi dove operano i gruppi della guerriglia che non siano stati violentemente bombardati con l'obiettivo evidente di punire e terrorizzare l'intera popolazione. Non stupisce che il premier turco Recep Tayyp Erdogan sia tornato nelle ultime ore ad accusare Assad di commettere «terrorismo di Stato». La Turchia è oggi in prima linea ad accogliere i profughi siriani. Si spiega anche così il profondo scetticismo che accompagna la prima missione a Damasco nei prossimi giorni del nuovo inviato dell'Onu Lakhdar Brahimi. Gli spazi per un eventuale inizio di dialogo paiono praticamente nulli. Lo ha ammesso lo stesso segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ieri è tornato a criticare «l'impotenza e le divisioni» del Consiglio di sicurezza. E non aiutano le rivelazioni del New York Times, che, citando alte fonti nel governo Usa, ha segnalato la ripresa dell'arrivo di armi iraniane per Assad inviate attraverso lo spazio aereo iracheno.
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