I tunnel, i milionari e i ladri di Pisa Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici, come sapete Gaza è una prigione a cielo aperto, anzi Auschwitz trapiantata sulle rive del mediterraneo. Tutti quelli che vi vivono sono poverissimi, ai limiti della sopravvivenza. E' per questo che la striscia non manca di alberghi di lusso (http://www.tripadvisor.it/Tourism-g663088-Gaza_City-Vacations.html) e di mercati ben forniti e altre normali comodità (qualche immagine che vale più di mille parole: http://www.focusonisrael.org/2011/04/21/crisi-umanitaria-gaza/, http://ilborghesino.blogspot.it/2012/05/la-crisi-umanitaria-gaza.html, http://www.israeltoday.co.il/NewsItem/tabid/178/nid/22757/Default.aspx, http://www.israele.net/articolo,2911.htm) .
La cosa più interessante è che un articolo pubblicato sul giornale arabo Asharq Al-Awsat ha censito fra i seicento e gli ottocento nuovi milionari a Gaza. Lo trovate qui in arabo (ma potete farvelo tradurre da Google: http://www.palpress.co.uk/arabic/?action=detail&id=57872. Questo invece è un riassunto: http://www.gatestoneinstitute.org/3308/gaza-millionaires. Questi milionari sono venuti fuori negli ultimi anni dal businness dei tunnell che uniscono Gaza all'Egitto e servono innanzitutto a contrabbandare armi, poi ogni altra cosa, fino alle dimensioni di un automobile. Ci si potrebbe chiedere perché Gaza, che sarebbe assediata dagli israeliani, non ha un regolare commercio di confine con l'Egitto, a maggior ragione adesso che è governato dagli islamisti. Se magari i lanciarazzi fossero bloccati alla frontiera, perché invece non far passare automobili di lusso e televisori, profumi e giocattoli regolarmente alla superficie? I rifornimenti di base, dalla nafta al cibo, passano già dal valico con Israele, che non ha mai cessato di fornire a Gaza il necessario, perfino durante i momenti di guerra aperta con Hamas, come a gennaio 2009. Insomma, chi vuole che il commercio di beni di lusso passi per i tunnel? La risposta sta in un brano dell'articolo che vi ho citato sopra. Lo traduco qui per voi:
"I palestinesi stimano che il 25% del bilancio del governo di Hamas provenga dalle tasse imposte ai proprietari dei tunnel sotterranei. Ad esempio, Hamas ha imposto una tassa del 25% , oltre a un'altra fissa di 2000 dollari, per ogni macchina che venga contrabbandato nella Striscia di Gaza. Hamas tassa anche di 15 dollari ogni tonnellata di cemento, otto centesimi per ogni pacchetto di sigarette e 50 centesimi per ogni litro di carburante di contrabbando attraverso i tunnel. Per Hamas, le fonti palestinesi dicono, i tunnel sono una questione di vita o di morte."
Dunque è vitale interesse di Hamas -contro la popolazione palestinese- che i tunnel continuino a fare da agenti delle tasse, per loro e per i proprietari. Oltre che una centrale del terrorismo, lo stato islamico di Gaza è anche il solo governo al mondo basato sul contrabbando. Nessuna meraviglia allora che chi ne chiede la chiusura sia l'Autorità Palestinese e in persona il suo presidente Mohammed Abbas, che con Hamas promette sempre di fare la pace, ma è in accanita concorrenza e vorrebbe tanto levarseli dai piedi (e viceversa, naturalmente): http://www.israelnationalnews.com/News/Flash.aspx/249002#.UER125bFniw. Dite meno male, fin che litigano fra loro? Giusto. Ma non dimentichiamoci che sono come quei ladri di Pisa del proverbio, che di giorno litigavano per il bottino, di notte andavano a rubare assieme. Magari si ammazzano a migliaia, come i ribelli e il regime in Siria, o cercano solo di fregarsi le risorse reciproche. Ma su una cosa sono d'accordo: l'obiettivo che legittima la loro esistenza è distruggere Israele.
Ugo Volli
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