Sul FOGLIO di oggi, 04/09/2012, a pag.3, con il titolo "Gruppi Jihadisti pronti a sferrare l'attacco finale a Damasco" Pio Pompa analizza con accuratezza la presenza jihadista in Siria.
Ecco l'articolo:
Pio Pompa
L’orrore che si contrappone all’orrore. E’ questo lo scenario che, nella crisi siriana, accomuna le bande jihadiste e il regime di Bashar el Assad. Una situazione sempre più grave, destinata a dar luogo nelle prossime settimane a una escalation incontrollata causata dalla nuova ondata di gruppi armati filoqaidisti – provenienti soprattutto dal nord Africa e dalla penisola araba – che dalla frontiera turca si stanno riversando nel cuore della Siria con il dichiarato obiettivo di “assumere sul campo la leadership nell’offensiva finale contro il regime di Damasco”. A lanciare una simile operazione sarebbero stati, dopo aver riscosso l’appoggio incondizionato dei capi locali delle milizie islamiste attive in Libia, Algeria, Tunisia, Nigeria (Boko Haram), Africa occidentale (Mujao) e orientale (al Shabaab)i vertici di al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) e di al Qaida nella Penisola araba (Aqap). Persino Hamas avrebbe aderito, quasi a voler dare seguito alle parole pronunciate a Teheran nel corso del recente summit dei paesi non allineati dal presidente egiziano Mohammed Morsi, secondo cui “i popoli palestinese e siriano lottano per la libertà, la giustizia e la dignità alla nuova alleanza jihadista diretta contro Assad”. Appaiono emblematiche al riguardo le dichiarazioni a un sito islamista rilasciate giovedì scorso (quasi in contemporanea con la sortita di Morsi in favore dei ribelli siriani) dal vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas, Mousa Abu Marzuk, nelle quali ha affermato che la sua organizzazione è “schierata a favore della causa del popolo siriano e condanna duramente qualsiasi forma di repressione e uccisione perpetrata dal regime di Bashar el Assad”. Secondo quanto rivelato al Foglio da una fonte d’intelligence mediorientale, “il risvolto più clamoroso dell’operazione promossa da Aqmi e da Aqap è la complicità suicida espressa nei confronti delle formazioni jihadiste che stanno affluendo massicciamente verso la Siria, sia dai servizi segreti dei paesi di provenienza sia da quelli attestati a ridosso dei confini siriani che non frappongono alcun ostacolo al loro cammino, pur conoscendone perfettamente gli obiettivi e l’estrema pericolosità”. Una conferma in tal senso è data dall’intervista resa dall’ex leader di al Qaida in Yemen, Tareq al Fadhli, al sito yemenita Aden Alghad: “I miliziani di al Qaida in Yemen si sono ritirati dal sud del paese per raggiungere la Siria e combattere contro Bashar el Assad. A guidarli è il gruppo Ansar Sharia che ha abbandonato le città roccaforti di Zinjibar e Jaar nella regione meridionale di Abyan. Il fatto, poi, che tale gruppo e gli altri miliziani abbiano potuto lasciare impunemente il paese conferma l’esistenza di un accordo tra le organizzazioni jihadiste – non solo yemenite ma anche di altri paesi – e le varie forze di sicurezza che si sono astenute da qualsiasi controllo o attacco nei loro confronti agevolandone l’ingresso in territorio siriano”. Il tutto, purtroppo, sta avvenendo sotto la totale indifferenza della comunità internazionale, che attende senza fare nulla la caduta del rais Bashar el Assad. “Chi pensa di abbattere – commenta la nostra fonte – l’orrore di quel regime con l’orrore jihadista compie un calcolo cinico dalle conseguenze estremamente tragiche. Lo stesso calcolo che – voltando le spalle a Israele – sta consentendo all’Iran di fabbricarsi la bomba atomica”.
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