Riportiamo dal LIBERO di oggi, 01/09/2012, a pag. 16, l'articolo di Enzo Piergianni dal titolo "I rabbini: «Ebrei attenti a girare per Berlino»".
Rabbi Daniel Alter, pestato a sangue a Berlino
Judith Butler, insignita del Premio Adorno, ha esortato al boicottaggio di Israele e al riconoscimento di Hamas e degli Hezbollah
La coincidenza dei fatti è casuale, ma egualmente fa rabbrividire. Nello stesso giorno in cui la Turingia ha chiesto all'Unesco di proclamare patrimonio dell'umanità il memoriale dell'ex campo di sterminio di Buchenwald («come testimonianza elementare dei crimini nazisti») la comunità ebraica di Berlino ha raccomandato ai suoi fedeli di non andare in giro con la kippah in testa, perché è troppo rischioso mostrare pubblicamente di essere ebrei. L'omaggio istituzionale alle vittime dell'Olocausto nella Germania nazista viene fatalmente oscurato dal terrore di nuova violenza anti-semita per mano di orrendi rigurgiti di stampo nazista. L'agguato contro il rabbino 53enne Daniel Alter scuote le coscienze nel paese del «passato che non passa».
IL PESTAGGIO
Alter è stato vigliaccamente picchiato nel centralissimo quartiere berlinese di Schóneberg. Era con la figlioletta Naomi, all'uscita della lezione di pianoforte. In ospedale (lesioni varie, con operazione all'arcata zigomatica) ha raccontato di essere stato bloccato da quattro giovani apparentemente arabi. «Ehi, sei ebreo?», gli hanno gridato. Alter portava la kippah, Poi, minacce e insulti: «Ti scopiamo tua figlia, tua moglie e pure tua madre e il tuo Dio». Infine, lo hanno riempito di botte e si sono dileguati , nel tardo pomeriggio berlinese. «Non so se potrò muovermi ancora senza paura a Berlin»", ha dichiarato il rabbino. Sottolinea di temere per l'incolumità di Naomi, della sorellina e della moglie Hannah. L'avvertimento della comunità ebraica di lasciare a casa la kippah è drammatico, senza precedenti nel dopoguerra in Germania. Il copricapo ebreo rischia di diventare un bersaglio mobile. La sventura di Daniel Alter ha scoperchiato una realtà molto inquietante. Nel 2011 la polizia a Berlino ha contato 112 reati con impronta antisemita: un'aggressione, scritte sui muri, profanazioni di tombe, insolenze contro persone inermi. «Ma davvero Berlino è così tollerante come sostiene il suo sindaco?», si è chiesta ieri la Siiddeutsche Zeitung. Molte violenze restano sconosciute e impunite, perché non vengono denunciate per timore di ritorsioni. La comunità ebraica adesso vuole dotarsi di una propria banca-dati, con informazioni confidenziali da parte di chi vuole mantenere l'anonimato. Nella capitale (con otto sinagoghe) è concentrata la maggior parte dei circa 110mila ebrei sul suolo tedesco. Erano circa la metà quando la fine dell'Unione Sovietica vent'anni fa ha liberalizzato gli espatri verso la Germania. Al 90 per cento sono praticanti e iscritti negli elenchi della comunità. Non solo a Berlino, anche nel resto del Paese affiora sempre più spesso l'antisemitismo. «L'attacco al rabbino Alter non è un caso isolato», afferma Julius Schoeps del Centro Mendelssohn di studi euro-giudaici. «Rispecchia piuttosto una tendenza che si è manifestato negli ultimi anni in tutto il Paese». La direttrice del Foro giudaico, Lala Susskind, ha portato l'esempio di bambini ebrei che hanno dovuto cambiare scuola per sfuggire alla caccia di scolari arabi.
CASO CIRCONCISIONE
La recente sentenza del tribunale di Colonia contro la circoncisione infantile ha aperto inaspettatamente un contenzioso che, agli occhi di molti, ripropone la questione dell'equiparazione degli ebrei nella società tedesca. Con tutta probabilità, la tradizione religiosa ebraica continuerà a essere rispettata dal legislatore, ma il compromesso elaborato dal Comitato etico metterà nuovi paletti. Il che non sarà gradito in sinagoga. Le proteste tuttavia non pagano. Lo dimostra l'insuccesso del Consiglio centrale degli ebrei in Germania contrario all'assegnazione del prestigioso Premio Adorno del comune di Francoforte (50mila euro) alla filosofa statunitense Judith Butler che ha esortato al boicottaggio di Israele e al riconoscimento di Hamas e degli Hezbollah.
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