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Il Foglio Rassegna Stampa
31.08.2012 Iran, il programma nucleare continua a fare passi avanti
grazie anche alla ricomparsa di Mr Bomba, Mohsen Fakhrizadeh. Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 31 agosto 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Torna mr Bomba»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 31/08/2012, a pag. 1-4, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Torna mr Bomba ".

Sul nucleare iraniano, consigliamo la visione e la diffusione dei due video sulla home page di oggi (cliccare sui link sottostanti per vederli su youtube)

http://www.youtube.com/watch?v=0DC-5EIYscY&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=xXWYeekiqwo&feature=player_embedded


Mohsen Fakhrizadeh, Giulio Meotti              AIEA

Roma. Nell’atrio dell’edificio che a Teheran ospita la Conferenza dei paesi non allineati sono esposti simbolicamente i rottami di tre automobili. Erano degli scienziati nucleari iraniani rimasti uccisi negli ultimi due anni. Accanto, manifesti mostrano le foto degli scienziati e dei loro figli. Nelle intenzioni di chi li ha uccisi doveva esserci anche il cero votivo di Mohsen Fakhrizadeh, ma il regime oggi lo protegge in una località segreta. Il padre della bomba atomica iraniana è tornato al lavoro. A rivelarlo, citando un documento dell’Agenzia atomica dell’Onu e fonti di intelligence israeliane e americane, è stato il Wall Street Journal. Già docente all’Università Imam Hussein di Teheran, quella che laurea i pasdaran, Fakhrizadeh ha le mostrine dei Guardiani della rivoluzione. Se il “Progetto 5” riguarda il processo di lavorazione dell’uranio e il “Progetto 110” è destinato ai test esplosivi, Fakhrizadeh è a capo del “Programma 111”, la parte del programma nucleare iraniano dedicata alla costruzione di missili Shahab 3, capaci di trasportare la bomba nucleare e di farla detonare. In questa veste, Fakhrizadeh avrebbe anche fatto da consulente al regime siriano nel suo programma nucleare, andato distrutto in un raid israeliano quattro anni fa. “L’Iran non rinuncia all’energia nucleare”, ha scandito ieri la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, dal palco della più grande conferenza internazionale mai ospitata a Teheran (ad ascoltarlo c’era anche il segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, oltre a una schiera di capi di stato). Il nome di Fakhrizadeh era spuntato per la prima volta tre anni fa, quando la Cia mise le mani su un computer iraniano.
Il settimanale tedesco Spiegel lo ha definito “il Robert Oppenheimer iraniano”, paragonando Fakhrizadeh al fisico nucleare che negli anni Quaranta mise a punto la prima bomba atomica degli Stati Uniti. Se Fakhrizadeh fosse davvero tornato al lavoro, rivela il Wall Street Journal, significherebbe che gli ayatollah hanno deciso di accelerare nella costruzione della bomba. Nel 2006 Fakhrizadeh aveva visto congelato il suo programma militare e gli scontri che seguirono con gli ayatollah furono intercettati dall’intelligence statunitense. Questi leaks saranno all’origine del rapporto dell’U. S. Intelligence Estimate, che nel 2007 aveva dichiarato sospeso il programma iraniano. Recentemente l’allievo prediletto di Fakhrizadeh, Fereydoon Abbasi Davani, è stato nominato a capo dell’Agenzia atomica iraniana. Quando l’ayatollah Khomeini accettò il cessate il fuoco che mise fine alla guerra tra Iran e Iraq nel 1988, il regime iraniano avviò la fase più ambiziosa del suo programma segreto di armamento nucleare.
Le Guardie della rivoluzione avviarono “il Grande piano”. Molti di coloro che ne hanno fatto parte sono stati uccisi in questi due anni, c’è chi dice sotto la lunga mano d’Israele. Così oggi proteggere Fakhrizadeh, il regime lo ha posto in un luogo segreto e non gli consente di lasciare il paese. Anche le sue lezioni all’Università di Teheran sono state rese “discontinue”, per evitare che lo scienziato divenisse un obiettivo. Proprio il suo allievo Davani è scampato per miracolo a un tentativo di assassinio. Fakhrizadeh gestisce l’“Organizzazione per la difesa e l’innovazione”. Il centro si trova a Mojdeh, un sobborgo di Teheran che si occupa di chimica, esplosivi e metallurgia ed è alle dirette dipendenze dei pasdaran. Secondo l’Aiea, Fakhrizadeh avrebbe già sviluppato un computer per la simulazione della detonazione nucleare e un “iniziatore” della reazione atomica. Fra i siti gestiti da Fakhrizadeh ci sarebbero Parchin, la base militare a cui gli ispettori dell’Onu chiedono l’accesso (negato dal regime), e un laboratorio presso Qazvin, costruito cento metri sotto terra per sopravvivere a uno strike militare. I media iraniani non nominano mai Fakhrizadeh e di lui non esistono fotografie. Il suo ufficio non ha indirizzo, ma una casella postale. Seicento persone lavorano per lui. E alla “bomba di Allah”.

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