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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.08.2012 IC7 - Il commento di Fiamma Nirenstein
Dal 19/08/2012 al 25/08/2012

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 agosto 2012
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Il commento di Fiamma Nirenstein»
Il commento di Fiamma Nirenstein


Fiamma Nirenstein

Scrivo alla ripresa della stagione lavorativa, e mi attanaglia il disgusto. Non la paura, ma il disgusto per l’abisso di indifferenza con cui il mondo guarda l’ondata di incitamento all’odio, di aggressività e di violenza cui l’abitua l’Islam politico, dall’Iran ai Fratelli Musulmani. E quando dico il mondo, in questo caso mi riferisco al suo rappresentante incaricato, Ban Ki Moon.

Il trenta di agosto Ban Ki Moon andrà a Teheran alla conferenza del NAM, la vecchia unione dei cosiddetti Movimenti Non Allineati, un modo di chiamare tutti quei Paesi di qua e di là dall’Oceano che sventolano dai tempi della Guerra Fredda la bandiera dello sviluppo e dei diritti umani per opprimere, invece, con dittature ideologiche i loro popoli e attaccare, tramando, la democrazia americana, israeliana, europea. Quando è caduto il Muro di Berlino, naturalmente questa alleanza ha perso i suoi contorni, i suoi scopi, che come diceva Fidel, ex presidente dell’organizzazione, erano quelli di combattere l’imperialismo, il capitalismo, l’imperialismo, il neo imperialismo... e compagnia cantante. Insomma, come dicevamo, gli Stati Uniti, l’Europa, Israele.

Il fatto che sia Teheran ha tenere la conferenza a casa sua dopo che il 19 agosto Ahmadinejad ha dichiarato, nel “giorno di Al Quds” che il nuovo Medio Oriente sarà privo di qualsiasi presenza americana e che finalmente i sionisti saranno spazzati via senza che ne resti neppure il ricordo, conferisce alla presenza del Segretario dell’ONU un valore particolare. Ovvero: non vi è nessuna sanzione per uno stato membro dell’ONU che vomita parole d’odio ad ogni istante, che decide una politica genocida nei confronti di un altro stato membro. Anzi, vi è un premio: una visita d’onore che festeggia un aumento di potere di Teheran, dal momento che adesso è Ahmadinejad il presidente dei 150 stati ,membri del NAM, e avrà il diritto da ora in poi di parlare in loro nome.

Potremmo tutti infischiarcene del NAM, dato che l’URSS non esiste più e che l’organismo mezzo morto si è riunito solo 15 volte in 50 anni. Ma qui siamo di fronte a un autentico stravolgimento epistemologico: costruisci la bomba atomica, minacci Israele di sterminio totale, promuovi il terrore nel mondo, neghi l’Olocausto, aiuti Bashar Assad con la presenza fisica delle tua Guardie della Rivoluzione a fare a pezzi il suo stesso popolo, opprimi le donne, impicchi gli omosessuali, perseguiti i dissidenti.... ed ecco che il consesso internazionale ti premia, ti riconosce come un grande interlocutore, come un Paese leader.

Obama  non avrebbe desiderato questa visita di Ban Ki Moon, ma paga la sua debolezza che a volte sembra volontà politica, con la palese disubbidienza del segretario dell’ONU. E’ come se la doppia incertezza americana qui fosse stata messa in rilievo dalla scelta dell’ONU di partecipare alla riunione di Teheran.

Da una parte, la scelta di ripetere (lui e la Clinton) stanche storielle sull’insopportabilià del comportamente di Assad senza per altro riuscire  a muovere un dito, giustificando così nella sua classica inerzia anche l’Europa.

E  d’altra parte agitando un dito sempre più stanco (nu nu nu, si direbbe in ebraico) nel corso di colloqui sempre più cerimoniali,  verso il capriccioso bambino Iran che costruisce indisturbato il nucleare inseguito da sanzioni senza denti, in parte non applicate, in parte non efficaci, in generale insufficienti.

Ban Ki Moon decidendo si andare ha dato ascolto anche all’applauso dell’ONU, la sua ONU,  alle parole di Ahmadinejad che ne ha già ripetutatemente fatto una platea di consenso per il piano della distruzione di Israele. Quella è la sua costituency, a quella lui risponde, comprende che essa è oggi molto più attiva ideologicamente di un Occidente  entrato completamente nel pallone dopo la imbelle, incomprensibile gestione di Obama, che ha perso gli amici e le fedeltà del Medio Oriente e del Mondo Islamico nelle rivoluzioni correnti, e quindi non può che sperare nella benevolenza delle nuove leaderhip islamiste.

Un fatto essenziale per capire il valore di questa riunione di Teheran è che vi parteciperà anche il presidente egiziano, leader dei Fratelli Musulmani, fresco di rivoluzione islamista totale nel suo Paese, dove ha cambiato tutte le leadership e i meccanismi costituzionali a favore del suo potere personale. Si dice che la Clinton abbia avvertito Mohammed Morsi del suo disappunto nell’udire che anche egli è diretto verso Teheran, oltretutto alla vigilia di un viaggio negli Stati Uniti. Ma tant’è: Morsi parte lo stesso per passare al vecchio nemico iraniano, leader del mondo sciita quanto l’Egitto lo è di quello sunnita, la segreteria del NAM; così Ahmadinejad potrà parlare in senso pieno a nome di 150 Paesi e l’asse Fratelli Musulmani-Islamismo sciita, magari spaccato al suo interno soprattutto dal conflitto siriano, potrà tuttavia mostrarsi al mondo con una sola smorfia di comando. L’ONU è da decenni ormai il palco imbandito per il processo mondiale a Israele: vi dobbiamo assistere giorno dopo giorno a tutte le latitudini, dalla Svezia al Sud Africa, dal lontano Oriente al Venezuela, ed è rivoltante come dal Consgiglio per i diritti umani, all’Assemblea Generale, al Consiglio di Sicurezza, siano pronti a fare da eco alla subcultura antisemita mondiale. E’ un mormorio sempiterno, i cui acuti sono poi affidati a turno alla Turchia, a vari Paesi del Nord Europa, naturalmente al mondo musulmano. E’ l’eco dell’Ummah islamica e dei suoi valvassori.

Ma chi sogna che quel palco possa sancire la distruzione di Israele deve fare i conti con la storia che, più grande delle loro ambizioni, ha messo nelle mani di Israele una forza vitale inarrestabile, una capacità di difendersi che non teme rivali, e la detreminazione a farlo.

Sarebbe bello se qualche rappresentante più illuminato al NAM si alzasse dalla sedia e almeno dicesse: noi siamo qui a condannare continuamente a morte un Paese che non ha fatto mai guerra a nessuno, ma che quando è costretto a farla diventa terribile. Anzi, vince.
www.fiammanirenstein.com


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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