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Estate norvegese, Israele, gli ebrei
La breve estate norvegese quest’anno non sarà tranquilla come era in anni passati. Alcuni suoi aspetti rilevanti riguardano Israele e la locale comunità ebraica, altri si riferiscono all’assassinio di 77 persone da parte di Andres Breivik a Oslo e nell’isola di Utoya il 22 luglio dello scorso anno. Le conclusioni della commissione di inchiesta governativa, appena pubblicate, sono una accusa schiacciante per la leadership norvegese. Il rapporto elenca una lunga lista delle maggiori carenze, tra le quali la quasi nulla protezione dei palazzi governativi, debole capacità della polizia e generale disorganizzazione. (1) Le responsabilità più grandi per questi fallimenti vanno attribuiti a Jens Stoltenberg, Primo Ministro e leader del Partito Laburista. Il suo governo ha dimostrato di essere fortemente incompetente nella protezione dei propri cittadini. Mentre invece è un accanito critico di Israele. In particolare, il part-time antisemita Ministro degli Esteri Gahr Stoere, che frequentemente condanna il governo di Gerusalemme, mentre insegna come affrontare le infinitamente più complesse sfide che la Norvegia si trova a dirimere. La sua arroganza è spesso condivisa dai media norvegesi, Ong, alcuni vescovi luterani, leader sindacali e altri rappresentanti dell’èlite culturale del paese. Eppure non era difficile capire che ci fossero problemi intorno alle strutture di sicurezza già da molti anni. Nel mio libro “ Dietro la maschera umanitaria, i paesi nordici, Israele e gli ebrei “ ho citato l’allora capo delle Forze Armate norvegesi, il Gen.Robert Mood, il quale sosteneva che l’esercito era in grado di difendere, forse ,un solo quartiere di Oslo, altro che l’intero paese (2) Accanto al Rapporto della Commissione Breivik, c’erano altri motivi di preoccupazione. In Olanda, la più grande fabbrica di serbatoi, associata alla norvegese Odfiell, ha chiuso i battenti. Vi sono state fughe di gas infiammabili, oltre ai problemi legati alla sicurezza ambientale. Quando un esperto olandese di sicurezza vide le immagini di quelle installazioni, gli sembrarono vecchie di almeno 30 anni (3). L’élite culturale norvegese è erroneamente orgogliosa della propria morale. Il potente Fondo Sociale Pensionistico statale ha venduto le azioni della società israeliana Elbit perché costruisce componenti per la barriera difensiva. Che invece ha contribuito a ridurre il numero delle vittime degli attentati palestinesi. Mente una esplosione alla associata olandese della Odfjell, immorale e negligente, potrebbe causare un milione di morti fra la popolazione circostante. Aftenposten, il quotidiano norvegese più importante, aveva citato in un editoriale che la Odfjell stava rovinando la reputazione norvegese all’estero (4). In verità la sua reputazione sarebbe già dovuta crollare da tempo, se non fosse per le complicità delle élite con i palestinesi, che promuovono crimini e genocidi negli stati musulmani. Nello stesso periodo, il quotidiano Dagbladet, aveva pubblicato due articoli sulla corruzione delle aziende norvegesi che commerciano con gli stati dittatoriali (5) Poche settimane fa, l’Università di Basilea e la World Peace Academy, interrompevano la collaborazione con l’intellettuale pacifista norvegese Johan Galtung, padre degli Studi sulla Pace, perché aveva raccomandato la lettura dei Protocolli dei Savi di Sion in un convegno all’Università di Oslo. Galtung disse che leggendo questo libro non si può non pensare alla Goldman & Sachs. Aggiunse anche che gli ebrei erano corresponsabili se erano stati uccisi ad Auschwitz.(6) Meno conosciuto, ma non meno degno di nota, il cambiamento avvenuto all’interno della comunità ebraica. Per molti anni aveva minimizzato l’antisemitismo e il pregiudizio anti-israeliano norvegese. Cosa che il governo aveva apprezzato. Quando qualche straniero aveva il coraggio di sottolinearne l’evidenza, la reazione era spesso “ chi conosce meglio la situazione, gli ebrei norvegesi o chi non vive nemmeno qui ?” La sottovalutazione della realtà spiacevole da parte dei leader ebrei locali era in parte comprensibile, dopo le esperienze di chi le aveva denunciate. Circa dieci anni fa, due appartenenti alla comunità, che avevano partecipato a discussioni pubbliche sull’antisemitismo, avevano ricevuto dei proiettili nelle loro buche delle lettere. Ma anche per la piccola comunità ebraica norvegese ci sono dei limiti. Il Partito di Centro, alleato del governo, si è pronunciato recentemente in favore della proibizione della circoncisione. Ervin Kohn, capo della comunità ebraica di Oslo, a luglio aveva dichiarato che era meglio essere ebreo in Norvegia piuttosto che in Spagna e Ungheria. In agosto, Kohn ha detto che se passa la legge che proibisce la circoncisione, non vi sarà più posto per gli ebrei in Norvegia (7) Nessuna critica dall’estero si è mai spinta così lontano. Recentemente l’ex Assistente Segretario di Stato americano Elliot Abrams, si è unito ai critici stranieri contro l’antisemitismo e il pregiudizio anti-israeliano norvegese (8) note: 1) “Norway police ‘could have stopped Breivik sooner’, BBCNews Europe, 13 August 2012. Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni. Collabora con Informazione Corretta |
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