Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Inestimabilmente più complicato, più pericoloso, più complesso e più grave in termini di vite umane e risorse economiche
a destra, Mahmoud Ahmadinejad: 'Certo che il nostro programma nucleare è a scopo pacifico, perchè me lo chiedi?'.
Bibi Netanyahu con Shimon Peres
Ehud Barak
Il dibattito intorno all’attacco preventivo ai siti nucleari iraniani continua ad essere al centro della politica israeliana. Bibi Netanyahu e Ehud Barak hanno ricordato come l’attacco contro il reattore nucleare dell’Iraq a Osirak nel 1981 fosse stato sconsigliato sia dal Mossad che dall’intelligence militare, con le stesse motivazioni che vengono oggi sollevate per l’Iran. Michael Oren, ambasciatore di Israele a Washington, ha ricordato che ne varrebbe comunque la pena, “ un ritardo di tre o quattro anni sono un periodo molto lungo in Medio Oriente, possono accadere molte cose ”.
Anche Shimon Peres, nel 1981 deputato laburista, si oppose all’attacco di Osirak, con le stesse motivazioni che ieri ha ripreso per dichiarare la sua contrarietà ad un attacco preventivo in Iran. Le sua affermazioni hanno provocato un duro commento da parte di Netanyahu, anche perché in Israele il presidente dello Stato ha un ruolo puramente simbolico, che non gli consente di esprimersi sulla politica del governo. Peres è molto stimato dagli israeliani, svolge con grande serietà il suo mandato, ma forse farà bene a ricordare quanto i suoi intenti precedenti si fossero rivelati sbagliati, non solo quello su Osiraq. Sugli accordi di Oslo, che oggi tutti riconoscono come fallimentari e che portarono all’uccisione di più di 1000 israeliani, scrisse persino un libro, dal titolo “ Il Nuovo Medio Oriente “, che rivelava il suo ottimismo verso la sincerità della controparte palestinese. Peccato che anche in quel caso le sue previsioni si siano rivelate errate. Tra il ruolo di Presidente e quello di Primo Ministro le differenze sono chiare, ha detto Natan Sharansky, oggi a capo dell’Agenzia Ebraica. Ma è indubbio che l’intervento di Peres ha messo un bastone fra le ruote della bicicletta di Bibi, perché ha sconsigliato anche un intervento prima delle elezioni americane, aderendo così alle posizioni Usa, l’opposto della linea scelta da Netanyahu nel rapporto con Obama. Che ci siano posizioni differenti, oltre a tutto in una occasione così delicata come questa, è naturale e connaturato alla natura della democrazia israeliana, ma un sondaggio ha rivelato che il 70% degli israeliani non crede affatto che gli Usa interverranno. In ogni caso sarà il governo che prenderà la decisione, non saranno certo gli editoriali di Haaretz a stabilire quale scelta verrà presa. Ehud Barak ha dichiarato, sottolineando l’avverbio e ripetendolo ogni volta, “ credo sia inestimabilmente più complicato, inestimabilmente più pericoloso, inestimabilmente più complesso e inestimabilmente più grave in termini di vite umane e risorse economiche affrontare un Iran nucleare in futuro”.
Angelo Pezzana